MEDIO ORIENTE, Palestinesi. Economia, finanziamenti dal Qatar: le banche non cooperano con Doha sulla base degli ultimi accordi, a rischio i trasferimenti di fondi per Gaza

La preoccupazione degli istituti palestinesi è quella di esporsi alle conseguenze legali del finanziamento del terrorismo. I termini dell’accordo mutano i soggetti coinvolti nella triangolazione, poiché è previsto che le banche sostituiscano i vecchi emissari di Doha

Le banche e gli organismi finanziari palestinesi stanno opponendo resistenza all’applicazione del nuovo accordo raggiunto tra il Qatar e l’Autorità nazionale presieduta da Mahmoud Abbas (Abu Mazen) che consente il trasferimento di denaro a scopi assistenziali da parte della petromonarchia del Golfo Persico alla striscia di Gaza. I timori nutriti sono quelli di esporsi alle conseguenze legali ed economiche di una azione intentata loro con l’accusa di finanziare il terrorismo.

DOLLARI PER LA STRISCIA DI GAZA

Nelle ultime settimane i negoziatori di Doha e di Ramallah erano riusciti a elaborare i termini di un nuovo accordo che consentisse di effettuare i trasferimenti di dollari a beneficio dei civili bisognosi residenti nella Striscia, territorio palestinese controllato dall’organizzazione islamista Hamas, che è filiazione diretta dei Fratelli musulmani.

Sulla base del memorandum sottoscritto dall’emirato dante causa e dalla struttura amministrativa ricevente, il Qatar continuerà a versare fondi nelle casse dell’Amministrazione nazionale palestinese (ANP), tuttavia, a differenza del passato, il denaro non giungerà ai beneficiari nelle valigie colme di dollari attraverso Israele, come è avvenuto finora grazie ai buoni uffici interposti dall’intermediario qatarino Mohammed al-Ahmadi, bensì accreditato presso gli istituti bancari che si trovano sotto la supervisione dell’ANP.

UN’ECONOMIA IN GINOCCHIO

Ora saranno queste ultime, in una seconda fase, a fare pervenire il denaro alle loro filiali situate nella striscia di Gaza, che dovranno successivamente provvedere a sussidiare le centomila e più famiglie palestinesi mediante uno stanziamento mensile pari a dieci milioni di dollari.

Si tratta di istituti che si trovano sotto la supervisione dell’ANP, struttura amministrativo-poliziesca essa stessa beneficiaria dei finanziamenti di Doha. Per quanto concerne invece la striscia di Gaza, invece, i dollari del Qatar sono destinati alla parziale retribuzione dei 27.000 dipendenti del governo di Hamas (cifra pari ad alcuni milioni di dollari al mese, fino a sette) mentre altri dieci milioni vengono destinati mensilmente alla copertura dei costi delle forniture di carburante acquistato da una società del settore israeliana, prodotto destinato all’alimentazione della centrale elettrica di Gaza.

BANCHE PALESTINESI SUPERVISIONATE DALL’ANP

Ovviamente, le banche palestinesi non effettueranno le operazioni descritte a titolo gratuito, poiché imporranno su di esse una commissione pari a circa 250,000 dollari al mese, ma, stando a quanto trapelato in questi ultimi giorni, i loro board avrebbero espresso preoccupazione riguardo a una possibile esposizione al rischio di venire accusate di finanziare il terrorismo, con i conseguenti effetti negativi sui piani legale ed economico.

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