Da Minsk si sono affrettati a rendere noto che, ad avviso del governo bielorusso, l’azione di intercettazione e dirottamento del volo civile Ryanair rientra pienamente nella legalità e nelle proprie sovrane prerogative. Il pretesto di Minsk è stato l’allarme bomba, ma il risultato perseguito è stato ben altro che la sicurezza dei passeggeri che si trovavano a bordo del velivolo precedentemente decollato da Atene e diretto nella capitale lituana Vilnius.
L’asserita «conformità alle regole internazionali» dichiarata da Minsk non starebbe dunque in piedi, poiché non appena l’aereo ha poggiato i suoi carrelli sulla pista dell’aeroporto bielorusso, i servizi di sicurezza hanno immediatamente arrestato Roman Protasevich, ex direttore del canale indipendente Nexta, giornalista attivista dell’opposizione, quindi sgradito al regime di Alexander Lukashenko.
RINTUZZATE LE ACCUSE COME «INFONDATE»
Il ministero degli esteri di Minsk ha respinto le accuse dei Paesi occidentali definendole «infondate», accusandoli a sua volta, in particolare quelli europei, di «politicizzare» l’incidente, insistendo sulla tesi dell’allarme bomba. In seguito, alle cinque e un quarto del pomeriggio di domenica, al velivolo della Ryanair è stato consentito di decollare alla volta di Vilnius, ma senza l’attivista bielorusso a bordo. Infatti, in un suo tweet, il Commissario europeo ai trasporti Adina Valean, annunciando la partenza del velivolo non ha però menzionato Protasevich, che era stato arrestato dopo l’atterraggio forzato nella capitale della Bielorussia del velivolo sul quale viaggiava.
Poche ore dopo, Igor Fissenko, ambasciatore bielorusso a Parigi, è stato convocato presso al Quai d’Orsay (il ministero degli esteri francese) su richiesta del ministro Jean-Yves Le Drian, che in precedenza aveva denunciato in un tweet l’atto definendolo «inaccettabile», chiedendo al contempo una risposta ferma e unita da parte dell’Unione europea.
DIROTTATO DAI MIG-29 DI LUKASHENKO
Il governo bielorusso ha costretto all’atterraggio il velivolo passeggeri della compagnia Ryanair facendolo intercettare da due caccia da combattimento MiG-29. Protassevich è stato arrestato dopo l’atterraggio, egli è considerato dal regime di Lukashenko un «terrorista». Anche la sua compagna è stata arrestata, si tratta di Sofia Sapega, una studentessa di legge presso l’Università europea di Scienze umane (EHU) fondata a Minsk nel 1992, che nel 2004 era stata però costretta dalle autorità bielorusse a trasferire le sue attività nella vicina Lituania. In una dichiarazione, l’EHU ha chiesto il rilascio immediato di Sofia Sapega, cittadina della Federazione Russa, affermando che è stata arrestata domenica a Minsk per motivi «infondati e inventati».
In seguito, le autorità aeroportuali della capitale bielorussa, citate dall’agenzia di stampa ufficiale Belta, hanno reso noto che l’allarme bomba si è rivelato «falso», aspetto che sarebbe stato appurato dopo l’effettuazione da parte del personale della sicurezza all’interno del Boeing della Ryanair.
NELLA «LISTA NERA» DI MINSK
Lo scorso novembre i servizi segreti della Bielorussia avevano inserito Protassevich e il fondatore di Nexta, Stepan Poutilo, nell’elenco degli «individui coinvolti in attività terroristiche». Roman Protassevich è l’ex caporedattore di Nexta, un media che ha svolto un ruolo chiave nella recente ondata di proteste contro il regime di Lukashenko. Fondata nel 2015, Nexta (parola che nella lingua locale significa «qualcuno») ha coordinato le manifestazioni in tutto il Paese, diffondendo notizie, slogan e condividendo foto e video di manifestazioni e repressioni violente.
L’arresto dell’attivista è stato immediatamente condannato dalla leader dell’opposizione bielorussa in esilio Svetlana Tikhanovskaya, che ha dichiarato di temere per Protassevich addirittura la pena di morte, ipotesi non del tutto escludibile, poiché la Bielorussia è l’ultimo paese europeo dove è ancora in vigore la pena capitale.
I MESSAGGI DI CONDANNA
Denunciando un “atto di terrorismo di stato”, il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha chiesto al presidente del Consiglio europeo Charles Michel che l’Unione europea discuta «dell’applicazione di sanzioni immediate» contro la Minsk. Un vertice dei capi di stato e di governo dei ventisette è stato fissato in agenda per le giornate di lunedì e martedì, questo mentre la Germania ha chiesto a Lukashenko una «spiegazione immediata» sul dirottamento dell’aereo.
Gli Usa, per bocca del segretario di Stato Antony Blinken, hanno condannato fermamente «il dirottamento forzato di un volo tra due Stati membri dell’Unione europea», chiedendone il rilascio immediato. «Questo atto scioccante – ha egli aggiunto -perpetrato dal regime di Lukashenko ha messo in pericolo la vita di oltre centoventi passeggeri, inclusi cittadini statunitensi», ha aggiunto. I rapporti iniziali che suggeriscono il coinvolgimento dei servizi di sicurezza bielorussi e l’uso di aerei militari bielorussi per scortare l’aereo sono profondamente preoccupanti e richiedono un’indagine approfondita».
LE REAZIONI DI VILNIUS E DI MOSCA
L’episodio ha mandato ha alimentato il clima di tensione in Lituania, dove il presidente Gitanas Nauseda ha definito «abominevole» il dirottamento. «Il regime è dietro tutto questo – ha ufficialmente dichiarato – e chiedo urgentemente la liberazione di Protasevich», invitando la NATO e gli alleati europei a reagire «immediatamente» al rischio generato all’aviazione civile internazionale da parte del regime bielorusso.
Dal canto suo, il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov ha considerato «ragionevole» l’approccio di Minsk di fronte alle critiche seguite all’intercettazione del volo.