AFRICA, Mali. Ennesima crisi: i militari arrestano i vertici politici del Paese

Responsabili del colpo di stato sarebbero gli stessi uomini della giunta militare che aveva assunto il potere, gruppo comandato dal generale Assimi Goita. Il fatto di ieri avviene a poche ore dalla formazione del nuovo esecutivo, che era seguita alle dimissioni (rassegnate ma poi respinte) del primo ministro Ouane

Mali senza pace: nuovo colpo di mano dei militari. Il presidente Bah Ndaw e il primo ministro Moctar Ouane sono stati condotti con la forza in una base dell’esercito a Kati, località situata non lontano dalla capitale Bamako.

Un portavoce dell’esercito ha in seguito reso noto che: «Il presidente e il primo ministro sono stati tradotti nella base per questioni che li riguardano», questo lo scarno comunicato dei militari, che rifiutano la nuova compagine governativa insediatasi ieri dopo la fase di transizione.

La struttura di Kati rappresenta il cuore dell’apparato militare del Paese africano, si tratta dello stesso luogo dove, in precedenza, era stato rinchiuso il precedente presidente Ibrahim Boubachar Keita allo scopo di costringerlo a rassegnare le dimissioni dal suo incarico.

Responsabili del colpo di Stato sarebbero gli stessi uomini della giunta militare che aveva assunto il potere, gruppo comandato dal generale Assimi Goita. Il fatto di ieri avviene a poche ore dalla formazione del nuovo esecutivo, che era seguita alle dimissioni (rassegnate ma poi respinte) del primo ministro Ouane.

I militari non hanno approvato il rimpasto di governo che ha visto l’esclusione di alcuni esponenti a loro vicini, i colonnelli Sadio Camara e Modibo Konè, rispettivamente ministro della difesa e della sicurezza, sostituiti con altri due militari evidentemente sgraditi alla giunta, i generali Doucourè e Mamadou Lamine.

Il governo che era stato formato ieri includeva anche due esponenti dell’Unione per la Repubblica e la democrazia (URD), principale formazione politica componente il cartello del Movimento 5 Giugno (M5), formazione che aveva alimentato la protesta che portò al rovesciamento di Keita.

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