ALGERIA, Giustizia. Estradizione, promulgata la nuova convenzione con la Francia

L’atto compiuto dal paese nordafricano segue quello che aveva avuto luogo nel marzo scorso a Parigi. Nell’accordo è presente una specifica garanzia relativa alla non applicazione della pena di morte nei casi di richiesta di estradizione inoltrati da Algeri

Un passo ulteriore in avanti nella collaborazione in campo giudiziario tra Algeri e Parigi è stato compiuto attraverso la recente promulgazione della nuova convenzione in materia di estradizione tra i due paesi, che sostituisce quella finora in vigore che era risalente al 1964.

L’atto è stato perfezionato il 12 maggio scorso mediante l’emanazione di un decreto presidenziale del presidente algerino Abdelmadjid Tebboune, che porta dunque a compimento il processo che aveva conosciuto un primo importante passaggio nello scorso mese di maggio, con la promulgazione del relativo decreto da parte francese, per mano del presidente Emmanuel Macron dopo che il testo era stato approvato dall’Assemblea nazionale della République e dal Senato.

Sulla base del testo concordato i governo dei due Paesi «si impegnano reciprocamente a consegnare, secondo le regole e alle condizioni stabilite dalla convenzione, le persone perseguite o condannate dalle rispettive autorità giudiziarie competenti».

I reati contemplati nell’accordo bilaterale, che consentiranno dunque l’estradizione delle persone arrestate, sono quelli «punibili dalle leggi dei due Paesi con una pena detentiva di almeno un anno ovvero più severa».

Tra le modifiche di maggiore rilievo del testo previgente figura la previsione di una garanzia di non applicazione della pena di morte per le richieste di estradizione dall’Algeria, pena che, qualora fosse stata inflitta dai tribunali del Paese nordafricano, le autorità di quest’ultimo devono impegnarsi a non applicarla.

Tra il 2014 e il 2019 le richieste di estradizione tra i due Paesi sono state complessivamente trentotto, delle quali trenta in Francia e otto in Algeria.

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