LIBRI, Corea del Nord. Kim Jong-un, «l’Illustre Maresciallo» al vertice del Paese più chiuso del mondo

Geopolitica e storia di una penisola contesa nell’ultimo saggio di Stefano Felician Beccari, “La Corea di Kim. Geopolitica e storia di una penisola contesa”, edito per i tipi della Salerno Editrice

Recensione a cura di Giuseppe Morabito, generale in ausiliaria dell’esercito italiano e attualmente membro del Direttorio della NATO Defence College Foundation – Con il lancio, prima di due missili tattici e poi di due missili balistici (vietati nelle sanzioni imposte alla Corea del Nord) il «dittatore» Kim Jong-un ha nuovamente cercato visibilità sul palcoscenico internazionale. Pyongyang aveva accettato una moratoria sul lancio di missili balistici e sui test nucleari (l’ultimo dei quali, nel settembre 2017, era stato presumibilmente realizzato con un ordigno termonucleare) dopo gli incontri tra il leader nordcoreano e il presidente degli Usa Donald Trump.

Gli incontri, però, con il passare di mesi si sono dimostrati infruttuosi in ragione della distanza tra gli obiettivi che i due leader si ponevano e sulle contropartite alle offerte reciprocamente .

Fin da quando nel 2011 è assurto al potere a seguito della morte del padre, Kim Jong-un ha usato il proprio arsenale missilistico per alimentare, consapevolmente, varie crisi areali principalmente con la Sud Corea, alzando il livello di queste ma senza mai oltrepassare la soglia definita dagli Usa come linea rossa il cui passaggio avrebbe certamente visto il un intervento militare americano decisivo.

Kim è consapevole del fatto che un conflitto aperto con il Sud e con gli Stati Uniti significherebbe la propria fine, ma sa che, fintanto che il suo arsenale sarà sufficiente per minacciare enormi distruzioni, sia al Sud sia, almeno in prospettiva, al nemico storico, il suo regime potrà continuare a governare  quasi indisturbato.

Il valore «assicurativo» dell’arsenale nucleare poi è stato, nelle valutazioni di Kim, certamente confermato osservando le esperienze di altri regimi, dall’Iraq di Saddam alla Libia di Muammar Gheddafi e, anche il trattamento che gli Usa hanno recentemente riservato al regime iraniano, addirittura non riconoscendo più la validità degli accordi sottoscritti.

La Corea del Nord è certamente il paese più singolare del panorama internazionale. Anche se la dirigenza di Pyongyang persegue lo sviluppo di moderni programmi missilistici e nucleari, anche se ha realizzato centri per la guerra chimica e batteriologica e possiede una delle più efficaci strutture di guerra cibernetica (che pare usi con una certa disinvoltura), continua ad avere una struttura istituzionale di stampo quasi medioevale.

Per comprendere meglio questa peculiare realtà e cosa c’è dentro il paese più chiuso al mondo è utile leggere il nuovo volume realizzato da Stefano Felician Beccari, dal titolo “La Corea di Kim. Geopolitica e storia di una penisola contesa” (Salerno Editrice).

L’opera consente di comprendere molte delle caratteristiche del Paese conosciuto come anche «regno eremita» a causa della totale chiusura che lo caratterizza da più di settant’anni.

Il testo di Felician Beccari aiuta a capire in quale quadro si inseriscono le mosse del leader nordcoreano e perché quel paese vive una situazione perennemente sospesa tra pace e guerra sull’orlo del collasso economico.

La lettura consente di capire come la stratificazione della società accompagni tutti i momenti della vita dei cittadini nordcoreani alla cui stragrande maggioranza sono preclusi quei diritti elementari riconosciuti (o almeno pretesi) per buona parte dell’umanità. Un’analisi della Corea del Nord di oggi ove il leader (ed i suoi avi prima di lui) sono ammantati da un’aurea divina.

Un’impronta soprannaturale che parrebbe sgretolarsi in questi giorni per l’effetto combinato delle dure sanzioni internazionali cui il paese è sottoposto da alcuni anni, dei tifoni che hanno spazzato la penisola e degli effetti della pandemia che, ancorché negata dal regime, ha certamente imperversato anche nel «regno di Kim».

Tutti questi eventi hanno minato la già traballante economia nordcoreana i cui proventi vengono destinati per almeno un quarto del Pil a spese militari.

Non è escluso che oggi Kim Jong-un tema più sovvertimenti dall’interno che dall’esterno. Le recenti scuse del leader al proprio popolo per gli obiettivi non raggiunti, la pubblica ammissione sulla gravità della situazione, la rinuncia di partecipare ai prossimi giochi olimpici di Tokio sono indicatori dei timori che si vivono nelle stanze del potere di Pyongyang.

Con le analisi sviluppate da Felician Beccari il lettore può sia comprendere con relativa facilita quale possa essere la mentalità dei nordcoreani, ancorché modellata da un continuo lavaggio del cervello, sia quali siano i paradigmi che governano le scelte strategiche della nomenklatura nordcoreana.

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