RICERCA, oceanografia. La nave rompighiaccio “Laura Bassi” a Trieste per un refitting d’eccezione

L’unica rompighiaccio oceanografica da ricerca italiana, di proprietà dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS), riceverà nuove dotazioni in vista della sua prossima campagna in Artico

La nave rompighiaccio Laura Bassi, l’unica nave rompighiaccio oceanografica da ricerca italiana, di proprietà dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS), di rientro dalla missione in Antartide, è arrivata questa mattina a Trieste presso lo stabilimento giuliano di Fincantieri, cioè l’Arsenale triestino San Marco (ATSM), presso il quale verrà sottoposta a un importante e delicato lavoro di completamento del suo equipaggiamento scientifico per lo studio e l’esplorazione dell’intero ecosistema marino.

Al termine delle operazioni di allestimento, della durata di circa due mesi, la nave rompighiaccio (N/R) Laura Bassi troverà impiego nella sua prima campagna scientifica in Artico.

I lavori sull’unità più importante dell’OGS verranno effettuati da Fincantieri, che opererà insieme a un gruppo di aziende del territorio.

Nuova strumentazione

La N/R Laura Bassi verrà equipaggiata con un complesso di nuove strumentazioni che la renderanno ancora più performante nelle campagne scientifiche e di conseguenza più attrattiva per il sistema della ricerca nazionale e internazionale.

Nel dettaglio, si prevede l’installazione di due nuovi sistemi di mappatura tridimensionale del fondale marino, degli ecoscandagli scientifici con cui poter “mappare” banchi di pesce fino a profondità abissali e di innovativi sistemi che permettono di “vedere” all’interno della terra per oltre 3.000 metri.

Verranno inoltre installati sistemi di campionamento e carotaggio del fondo marino e strumenti che misurano le correnti in profondità mentre la nave è in navigazione.

L’operazione è stata resa possibile grazie ai contributi afferenti al Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) e allo stesso OGS, che per questo ha ricevuto un finanziamento specifico dal Ministero.

Campagne scientifiche in Artico

La N/R Laura Bassi giunge a Trieste al termine della sua seconda spedizione al Polo Sud nell’arco di dodici mesi, la trentaseiesima spedizione del PNRA, finanziato dal Ministero dell’Università e Ricerca e gestito dall’ENEA per la pianificazione e l’organizzazione logistica, e dal CNR per la programmazione e il coordinamento scientifico.

Al termine dei lavori la nave si dirigerà a Nord, per la sua prima campagna scientifica in Artico della durata prevista di due mesi.

«Siamo particolarmente orgogliosi di poter equipaggiare la N/R Laura Bassi con nuove strumentazioni, – ha dichiarato Nicola Casagli, Presidente dell’OGS – la nave, acquistata poco più di un anno fa, si è già confermata un’infrastruttura di enorme valore per tutto il sistema dalla ricerca italiana e la collaborazione con Fincantieri, che con OGS condivide non solo i natali triestini ma anche il puntare all’eccellenza, ci consentirà di ampliare ulteriormente la sua capacità scientifica».

«Abbiamo trovato in Fincantieri un partner dalla solida esperienza in grado di capire le nostre esigenze tecniche e le urgenze temporali che ci obbligano a far effettuare l’attività di equipaggiamento rapidamente e tra una campagna scientifica e l’altra», ha proseguito quindi Franco Coren, direttore del Centro gestione infrastrutture navali dell’OGS.

Sfide sotto il profilo ingegneristico

«Questa operazione rappresenta un forte riconoscimento delle nostre capacità», ha affermato Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri, che ha poi aggiunto: «Ogni progetto che riguardi unità destinate a operare specificamente ai poli, gli ambienti marini più estremi del pianeta, richiede infatti i più alti standard tecnologici che l’industria possa esprimere, e ciò vale soprattutto per una nave all’avanguardia come la Laura Bassi. Siamo consapevoli che la collaborazione con un partner di prestigio internazionale come l’OGS consolidi le nostre referenze anche in ambito scientifico».

Agostino Vidulli, direttore dell’ATSM di Fincantieri ha infine commentato: «Il refitting comporterà delle autentiche sfide sotto il profilo ingegneristico. Il focus sarà l’asportazione di una porzione del fondo dello scafo di circa quaranta metri quadri e la ricostruzione della stessa annettendo una struttura sommersa per l’alloggio delle strumentazioni di ricerca. Questa fase dovrà essere condotta con assoluta precisione poiché da essa dipenderà l’accuratezza dei futuri rilevamenti, ma siamo certi che saremo all’altezza di un compito tanto ambizioso».

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