AEROSPAZIO, velivoli da combattimento. Saab ripara i Gripen danneggiati ricorrendo alla stampa in 3D

Ai fini della completa implementazione di queste capacità si renderanno necessari ulteriori test e gli accordi sugli standard dei materiali. Nel frattempo la ricerca sui materiali prosegue, i tecnici scandinavi perseguono l’obiettivo della crescente disponibilità operativa dei jet fighters sul campo di battaglia studiando l’applicazione di moderni materiali, flessibili e in grado di resistere al freddo delle alte quote di volo

Saab ha condotto con successo un test relativo al ricorso a componenti di ricambio stampate in 3D in teatro di operazioni quali ricambi o componenti destinati ai propri velivoli. Il volo di prova ha avuto luogo nei cieli sovrastanti gli impianti industriali del Gruppo svedese a Linköping, venerdì 19 marzo. Il Gripen in questione è stato dotato di un portello di ricambio precedentemente stampato in 3D utilizzando il polimero di nylon PA2200.

Si è trattato di un ulteriore passo in avanti nella direzione dell’autoproduzione di pezzi di ricambio e parti di rispetto direttamente in zona di operazioni mediante lo stampaggio in 3D, cioè qualcosa che si rivelerà di aiuto nel caso si rendesse necessario effettuare delle riparazioni rapide degli aerei da combattimento che subiranno danni nel corso di operazioni condotte in teatri distanti dalle basi principali, ottenendo così un notevole vantaggio nei termini del risparmio di tempo.

L’esperimento

Poiché al computer 3D non esisteva un modello del portello del velivolo, scelto quale ricambio per l’effettuazione del test, è stato rimosso dalla fusoliera dell’aereo il portello originale, che è stato successivamente inserito in uno scanner. Un processo propedeutico alla stampa in 3D della copia esatta del pezzo, perfettamente intercambiabile nel velivolo.

«L’ispezione iniziale post-volo del portello è stata molto positiva e non ha mostrato cambiamenti strutturali visivi avvenuti dal volo – ha commentato Håkan Stake, contract manager per il supporto a Gripen C/D e responsabile del progetto di sviluppo -, il potenziale di questo approccio significa che il personale di manutenzione sul campo può ottenere l’accesso ai pezzi di ricambio montati individualmente e non è più necessario ricorrere a correzioni di emergenza, né cannibalizzare altri velivoli in avaria al fine di asportarne le loro parti, riducendo ulteriormente il numero di parti di rispetto anche ai fini dello snellimento della catena logistica militare, oltreché i tempi delle riparazioni, che, conseguentemente, incidono su quelli dell’effettivo impiego operativo riducendoli».

La ricerca futura

Ai fini della completa implementazione di queste capacità si renderanno necessari ulteriori test e gli accordi sugli standard dei materiali. Nel frattempo la ricerca sui materiali prosegue, infatti i tecnici scandinavi, nel quadro del consorzio AMEXCI, mirando a una sempre maggiore soddisfazione dei severi requisiti imposti dalle condizioni di aeronavigabilità, perseguendo l’obiettivo della crescente disponibilità operativa delle macchine sul campo di battaglia grazie ai moderni materiali alternativi al PA2200, flessibili e in grado di resistere al freddo delle alte quote di volo.

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