VATICANO, comunicazione. L’Osservatore romano «letto» attraverso le carte private di Mario Agnes, che diresse il quotidiano d’oltre Tevere per trentacinque anni

Il «detto» e il «non detto», quello che i palazzi della Curia lasciano trasparire tra le righe degli articoli pubblicati sulla testata della Santa Sede che esce tutti i giorni tranne i lunedì, sempre al pomeriggio, post-datata al giorno successivo. Un giornale che è in stampa dal lontano 1861 e che dal 1984 al 2007 venne diretto da «un cattolico papale senza tentennamenti e riserve»

Il «detto» e il «non detto», quello che i palazzi della Curia lasciano trasparire tra le righe degli articoli pubblicati sulla testata della Santa Sede che esce tutti i giorni tranne i lunedì, sempre al pomeriggio, post-datata al giorno successivo. Questo giornale che è in stampa dal lontano 1861 è preziosa fonte di informazione per comprendere molti aspetti delle dinamiche internazionali e, a volte, di quelle tormentate ma apparentemente placide che hanno luogo nel microcosmo interno al perimetro delle Mura leonine.

Unicuique suum

Un giornale che, inevitabilmente, ha ispirato scrittori, romanzieri e cineasti (si pensi a Leonardo Sciascia e al film “A ciascuno il suo” di Elio Petri. Unicuique suum, appunto, il motto che campeggia sulla testata organo della Santa Sede.

Nella recensione fattane per l’agenzia di informazioni ACI Stampa dalla collega Caterina Maniaci, giornalista di formazione cattolica, vengono evidenziati numerosi aspetti d’interesse riportati all’attenzione dal saggio “L’Osservatore: trentacinque anni della Chiesa nelle carte private di Mario Agnes”, opera di Ignazio Ingrao, prefata da Andrea Riccardi postfata da Andrea Monda, edito da San Paolo Edizioni e arricchito da due interviste, una con Walter Veltroni e l‘altra con il cardinale Leonardo Sandri.

Un «filtro» della visione dell’intero mondo, della storia, presente, passata e futura

«Un giornale – afferma la Maniaci – attraverso il quale filtra la visione dell’intero mondo, della storia, presente, passata e persino futura».

Secondo la giornalista di ACI Stampa «L’Osservatore Romano è appunto questo, non solo e semplicemente il giornale del Papa, così come viene universalmente definito», che ci tiene a sottolineare come il giornale «sì, certo, viene pubblicato  nella  Città del Vaticano e l’editore è il Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, tuttavia non è un organo ufficiale della Curia romana, poiché ha una propria linea editoriale. Si può affermare che sia il giornale ufficiale della Santa Sede, ma limitatamente alla pubblicazione dei documenti ufficiali; esso offre la copertura a tutte le attività pubbliche del Papa, pubblica editoriali scritti da esponenti importanti della Chiesa e stampa i documenti ufficiali della Santa Sede».

Il saggio di Ignazio Ingrao

Come accennato, il saggio di Ingrao, che è un vaticanista del Tg1, affronta principalmente il periodo durate il quale la direzione era affidata a Mario Agnes, scomparso nel 2018 all’età di ottantasei anni. A venire analizzate sono le sue carte private, un esame attento che viene corroborato da una serie di testimonianze numerose, da quella resa da Walter Veltroni a quella di Andrea Riccardi e, quindi, quelle di Angelo Scelzo, Ciriaco De Mita, Fausto Bertinotti e padre Grieco.

Alla fine ne esce un ritratto di Mario Agnes, come afferma ancora la Maniaci, «saldamente inserito nel paesaggio formato da quarant’anni di storia della Chiesa e dell’Italia fittamente intrecciate tra di loro».

Agnes, come era

Ella dunque, sulla personalità dell’Agnes aggiunge: «Sempre austero negli atteggiamenti, fedele alla scelta di “basso profilo”, era un uomo che poi, nel privato, poteva lasciarsi andare a battute argute, a volte persino taglienti, bagliori improvvisi capaci di illuminare “angoli nascosti” della realtà che l’Osservatore doveva invece raccontare senza commenti. Retroscena, parole dette fuori dall’ufficialità,  episodi minimi o straordinari consegnati alla memoria, all’archivio segreto di un’anima, non alla storicità del quotidiano. E che ora, grazie al lavoro di ricerca e di ricostruzione di Ingrao, possiamo ritrovare nella loro reale portata e scoprire lati inediti di situazioni e protagonisti che credevamo di aver già opportunamente catalogato. Senza dimenticare che alla guida di Mario Agnes il giornale si arricchì dei suoi editoriali spesso pungenti, di interventi autorevoli e per nulla scontati».

Mario Agnes non voleva mai apparire sotto i riflettori, a differenza del fratello Biagio, per anni direttore della Rai, la radiotelevisione di Stato.

Una figura severa ma non rigida

«La sua era una figura severa ma non rigida, amata dai suoi giornalisti e collaboratori, accuratamente scelti e selezionati».

Riccardi, storica figura della Comunità di Sant’Egidio, nella prefazione al volume sottolinea come Agnes non si sentì mai un protagonista nella storia della Chiesa, «ma in realtà quel ruolo lo svolse».

Si rifletta anche soltanto sulla sua lunga esperienza di presidente dell’Azione cattolica, quando raccolse il difficile testimone da Vittorio Bachelet, guidando la maggiore associazione  italiana dal 1973 al 1980, anni tormentati e cruciali della storia italiana, per i cattolici caratterizzati – il commento è sempre della Maniaci – «dal desiderio di partecipazione politica e da quello di fedeltà alla “scelta religiosa», ma «la sua – e questa è invece l’osservazione di Riccardi – era piuttosto la mentalità del militante, pronto al servizio nelle situazioni in cui veniva chiamato».

L’impegno politico nella Roma del rinnovamento

Nel 1976 Paolo VI lo volle presidente della società editrice del quotidiano Avvenire, quelli furono anche gli anni del suo impegno in politica, nelle file della Democrazia cristiana come consigliere comunale a Roma. Per la capitale della Repubblica italiana erano gli anni di un rinnovamento politico fortemente voluto dai romani, un desiderio di cambiamento coronato dalla vittoria del Partito Comunista alle elezioni amministrative, che aprì la strada alle Giunte di sinistra che espressero sindaci Giulio Carlo Argan e Luigi Petroselli, quest’ultimo prematuramente scomparso.

Petroselli, «il sindaco di tutti i romani» che, assieme alla Giunta e al Consiglio comunale incontrò il Pontefice nel corso di un’udienza in Vaticano.

Gli anni all’Osservatore Romano

Infine, a partire dal 1984 la direzione de l’Osservatore Romano, che si protrasse fino al 2007.

«Anni straordinari – conclude la sua recensione la Maniaci -, ricchi di avvenimenti e di incontri, sempre attentamente archiviati e conservati nei mille documenti in cui potevano essere rievocati, dalle lettere ai verbali delle riunioni, dalle bozze degli articoli ai messaggi e ai biglietti di auguri. Da questa messe di ricordi e testimonianze, emergono tante figure straordinarie, con cui Agnes aveva intrecciato rapporti non solo professionali, ma anche di autentica amicizia. Tra tutte spicca quella di papa Giovanni Paolo II, che sempre gli accordò fiducia e stima, soprattutto nei momenti difficili nel corso dei quali, assieme al fratello Biagio, fu oggetto di attacchi feroci. Del resto, come lo definisce Riccardi, è stato un cattolico papale, senza tentennamenti e riserve».

Condividi: