Francisco Javier Bautista Lara, ex vicedirettore della polizia nazionale del Nicaragua e dall’agosto 2020 nominato ambasciatore del Nicaragua presso la Santa Sede, è stato destituito dal suo incarico.
La decisione è avvenuta con un «accordo presidenziale» pubblicato il 12 febbraio nella gazzetta ufficiale nicaraguense. Nel documento, il presidente Daniel Ortega ha ordinato di «terminare senza effetto la nomina del compagno Francisco Javier Bautista Lara dall’incarico di ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica del Nicaragua presso la Santa Sede».
Bautista Lara aveva sostituito nell’incarico Karol Suyen Paguaga Estrada, destituita a luglio 2020 dopo solo quarantasei giorni nella carica. Uno dei fondatori della polizia sandinista nel 1979 è stato mandato in pensione nel 2005 su decisione dell’ex presidente Enrique Bolaños.
Dopo il pensionamento ha mantenuto un profilo basso, ma durante le rivolte sociali dell’aprile 2018, iniziate come proteste riguardo una riforma delle pensioni, si era schierato fortemente a favore dello status quo del presidente Ortega.
In una lettera inviata al cardinale Leopoldo Brenes, arcivescovo di Managua, e ai vescovi della Conferenza episcopale nicaraguense, Bautista Lara esortò i presuli a non definire come «prigionieri politici» i cittadini detenuti dal regime durante le proteste, perché questi – sempre secondo l’ex vice capo della polizia – avevano «commesso delitti».
Bautista Lara lascia dunque il difficile incarico di tramite tra il Governo del suo paese e la Santa Sede, mentre da Managua non si è mancato di accusare la Chiesa di golpe. I vescovi hanno fatto da mediatori, salvo poi dover fare marcia indietro quando sono stati accusati di favorire le proteste. Da allora, si sono moltiplicati gli attacchi alle chiese.