È stato pubblicato dal Mipaaf un decreto della D.G. Pesca con il quale vengono ulteriormente aumentate, in alcuni casi raddoppiate rispetto allo scorso anno, le giornate di fermo della pesca a strascico per il 2021.
Una decisione non condivisa al tavolo di consultazione permanente per la pesca e l’acquacoltura, istituito per la formale consultazione delle rappresentanze di settore, e assunta in un momento di gravissima difficoltà per il comparto, peraltro in assenza di un ministro in carica. Il provvedimento di fatto determina l’insostenibilità del fare impresa nel settore: la riduzione delle giornate operative prevista, porta la produttività al di sotto della soglia di redditività, ma anche della sola sopravvivenza delle imprese.
La misura, che penalizza fortemente la pesca italiana, non risulta peraltro coordinata con analoghe iniziative per la salvaguardia delle risorse e dell’ambiente marino adottate nel Mediterraneo in ambito europeo e soprattutto extra-Ue.
Un provvedimento che non considera in alcun modo l’impatto derivante al settore dall’emergenza sanitaria nel 2020, e certamente ancora nel 2021, e che con l’introduzione di simili misure porterà inevitabilmente al collasso migliaia di imprese, con conseguente perdita di occupazione diretta e nell’indotto.
Una sofferenza che si estenderebbe a tutta la filiera alimentare e che colpisce, da ultimo, i consumatori italiani.
Per questo, Federpesca metterà in campo ogni iniziativa ritenuta opportuna per tutelare l’imprenditoria armatoriale rappresentata. A partire da un confronto urgente con il Ministro competente del nuovo governo, non appena insediato.