POLITICA, incarico di governo a Draghi. Uomini contro, le voci fuori dal coro: Cremaschi (Potere al Popolo) la «vede brutta»

Critico sull’ex presidente della Bce e su CGIL, CISL e UIL, il battagliero ex sindacalista prevede tempi cupi, poiché dando per scontato il varo del nuovo governo - «sono tutti allineati 5 stelle inclusi», afferma – si profila una «distruzione e successiva rigenerazione schumpeteriana» voluta dal capitalismo. «Draghi? Il G30 è lui…»

Eravamo partiti per parlare con lui quasi esclusivamente di lavoro ed economia, cioè proroga del blocco dei licenziamenti, riforma degli ammortizzatori sociali, politiche attive per il lavoro, atteggiamento della Confindustria, eccetera, poi però, inesorabilmente si è precipitati nella politica e nelle concrete prospettive dell’esecutivo che il Presidente del Consiglio dei ministri sta cercando i varare.

Intanto, il punto della situazione

La conversazione con Giorgio Cremaschi, sindacalista che fu al vertice della Fiom e che oggi è attivo in politica con Potere al Popolo, è avvenuta subito dopo che Draghi aveva ricevuto le delegazioni di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, e quando ancora si stavano consultando altre organizzazioni della piccola e media impresa, dell’universo ambientalista e del terzo settore.

Egli non ha usato mezzi termini nel definire la situazione attuale che, in una del tutto particolare «congiuntura astrale», ha visto miracolosamente allinearsi sulle posizioni «atlantiste» ed «europeiste» praticamente tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento, inclusi i leghisti putiniani e i pentastellati filocinesi, seppure per questi ultimi si attenda il responso del «sacro blog», quella piattaforma Rousseau che da domattina alle dieci propinerà i suoi iscritti un ridicolo pronunciamento il cui esito parrebbe già scritto, e il cui quesito è oltremodo suggestivo.

Partito trasformista italiano… ma va bene così

Per quanto concerne i leghisti per il momento è andato tutto come previsto: chiusi a chiave negli sgabuzzini di via Bellerio gli “sciamani padani” e i kagebešnik di Parabiago, si è imposta la linea pragmatica delle “partite Iva”, molto più inclini  dare retta a Giorgetti e Zaia piuttosto che a segretari di partito avventuristi gasati da temporanee elevate percentuali nei sondaggi d’opinione, che poi, alla fine, si sono rivelati trasformisti come il loro «padre nobile» Umberto Bossi.

La Lega ha subito dimostrato a Draghi di essere idonea a fare parte a pieno titolo della maggioranza bulgara che con ogni probabilità voterà la fiducia al suo governo, infatti oggi al Parlamento europeo ha votato a favore del Recovery, Resilience and Facilities Plan, andando così contro, dall’oggi al domani, ai suoi alleati sovranisti di gruppo parlamentare a Strasburgo.

Rimangono fuori i «patrioti» di Fratelli d’Italia, un’ambigua opposizione che però non li esclude da ciò he resta della coalizione di centro-destra.

La Spectre manovra nell’ombra

Torniamo ora all’intervista con Cremaschi. L’esponente di Potere al Popolo ha espresso chiaramente la propria opinione sul futuro capo del Governo, includendolo nel «gotha» del capitalismo finanziario internazionale, uno dei «motori del liberismo più selvaggio».

Affrontando con l’intervistato il tema relativo al Presiedente del Consiglio incaricato è stato inevitabile parlare anche del recente documento presentato all’ultima riunione del cosiddetto G30.

In essa, le agenzie della centralizzazione capitalistica mondiale, hanno ritenuto necessario l’impiego del Recovery Plan in funzione di “Piano Marshall” dopo le profonde recessioni provocate dalla pandemia, uno strumento per uscire dalla crisi senza però continuare ad applicare il modello tedesco della deflazione secolare.

Primum vivere, deinde philosophari

Insomma, si è bloccata la riproduzione del sistema capitalistico e, allora, bisogna uscire dalla crisi attraverso politiche economiche diverse da quelle varate in Europa negli ultimi venti anni.

Ma quali? Il G30 ha indicato la traccia: erogazione di finanziamenti esclusivamente alle imprese in grado di sopravvivere sul mercato e di svilupparsi in parallelo ricorrere a un robusto e capillare sistema di welfare state onde evitare eccessivi picchi di tensioni sociali, potenzialmente sempre pericolosi.

Ed ecco qui apparentemente spiegato il Draghi «punta di lancia» dell’establishment che guarda con favore al Reddito di cittadinanza del Movimento 5 stelle, dichiarandosi disponibile a mantenerlo in vigore, in quanto oggi oggettivamente indispensabile, seppure si renda necessario apportarvi alcune migliorie.

Draghi? «Il G30 è lui…»

Ad avviso di alcuni analisti dell’area del socialismo riformista, il G30 sarebbe «la cuspide di ciò che rimane del capitalismo internazionale finanziarizzato», sempre secondo loro gli ispiratori di esso sarebbero «i presidenti della Bce, quelli delle banche centrali dei maggiori Paesi e la Federal Reserve americana» e Mario Draghi sarebbe «uno dei più autorevoli interpreti e partecipi del capitalismo americano». Uno di questi analisti si è spinto addirittura oltre e, con una vena di neanche tanto malcelata malignità, è giunto ad affermare che «Draghi dice quello che gli scrivono quelli del G30».

Ebbene, al riguardo abbiamo chiesto l’opinione di Cremaschi e lui ci ha risposto che: «Draghi non dice quello che gli scrivono quelli del G30, Draghi scrive lui le cose del G30, perché Draghi è il G30…»

Di seguito è possibile ascoltare l’audio integrale dell’intervista con Giorgio Cremaschi (A302)

A302 POLITICA, LAVORO: MANDATO DI GOVERNO A MARIO DRAGHI.  Uomini contro, le voci fuori dal coro: GIORGIO CREMASCHI, già segretario generale della Fiom e attualmente esponente di Potere al Popolo, la «vede brutta».
Critico sull’ex presidente della Bce e su CGIL, CISL e UIL, il battagliero ex sindacalista prevede tempi cupi, poiché dando per scontato il varo del nuovo Governo – «sono tutti allineati 5 stelle inclusi», afferma – si profila una «distruzione e successiva rigenerazione schumpeteriana» voluta dal capitalismo. «Draghi? Il G30 è lui…»
La conversazione con insidertrend.it è avvenuta subito dopo che il Presidente del Consiglio incaricato aveva ricevuto le delegazioni di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, quando ancora si stavano consultando altre organizzazioni della piccola e media impresa, dell’universo ambientalista e del terzo settore.
Egli non ha usato mezzi termini nel definire la situazione attuale che, in una del tutto particolare «congiuntura astrale», ha visto miracolosamente allinearsi sulle posizioni «atlantiste» ed «europeiste» praticamente tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento, inclusi i leghisti putiniani e i pentastellati filocinesi, seppure per questi ultimi si attenda il responso del «sacro blog», quella piattaforma Rousseau che da domattina alle dieci propinerà i suoi iscritti un ridicolo pronunciamento il cui esito parrebbe già scritto, e il cui quesito è oltremodo suggestivo.
(10 febbraio 2021)
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