Fonti dell’intelligence israeliana riferiscono che il Corpo dei Guardiani della Rivoluzione Islamica avrebbero trasferito missili e droni a corto raggio in Iraq attraverso il valico di frontiera di Shalamcheh.
Assieme a questi sistemi d’arma sarebbe transitati nel Paese arabo anche il personale in forza alle unità dei Pasdaran preposti alla loro gestione.
In precedenza, in un articolo di stampa pubblicato dal quotidiano kuwaitiano “al-Qabas”, che citava non ben precisate «fonti interne alla Repubblica Islamica dell’Iran», i sistemi d’arma sarebbero i missili guidati Arash, di fabbricazione iraniana, che sarebbero stati consegnati ad alcuni gruppi armati iracheni filo-iraniani attivi nel sud del Paese arabo.
Secondo gli analisti militari dello Stato ebraico, l’hardware di questi sistemi missilistici potrebbe trovare anche un impiego in attacchi diretti contro i territori dei paesi confinanti nelle settimane immediatamente prima e dopo il passaggio delle consegne alla Casa Bianca.
Le medesime fonti, hanno altresì aggiunto che tale possibilità era stata ventilata da Esmail Ghaani, comandante della Qods Force, durante la sua visita in Iraq, una intenzione in ogni caso pubblicizzata anche nelle deliberazioni sulla rappresaglia che Teheran intenderebbe porre in essere dopo l’assassinio dello scienziato nucleare Mohsen Fakhrizadeh, per la quale la teocrazia pone sotto accusa Israele.
La tensione tra Iran e Usa è tornata a crescere la scorsa settimana a seguito dell’attacco missilistico contro l’ambasciata americana a Baghdad, per il quale il presidente Trump ha accusato Teheran.