L’arcivescovo Paul Richard Gallagher, in qualità di segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, ha recentemente partecipato al ministeriale dell’Organizzazione per la Cooperazione e la Sicurezza in Europa OSCE), che ha avuto luogo il 3 e il 4 dicembre scorsi a Tirana, sotto la presidenza di turno del premier albanese Edi Rama.
L’inviato della Santa Sede ha approfittato dell’opportunità per intrattenere una serie di incontri bilaterali, concedendo anche un’intervista all’agenzia di stampa russa TASS, nel corso della quale è tornato sul tema della visione della Santa Sede riguardo al conflitto in Ucraina.
Rispondendo alle domande postegli dai giornalisti russi, egli ha inteso precisare che: «L’Ucraina considera la Russia come un invasore e, neppure le Chiese locali hanno mai mitigato i toni. Diversa è invece la posizione assunta da Mosca, che considera il suo come un ruolo di protezione degli Stati che hanno liberamente deciso di legarsi alla Federazione Russa. Papa Francesco, nel luglio 2019, ha convocato i vescovi e il Sinodo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina a Roma, per un incontro inter-dicasteriale. In quell’occasione, sia il pontefice che il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, avevano definito la situazione in Ucraina come una guerra».
Le dichiarazioni dell’arcivescovo Gallagher sembrerebbero dunque mitigare le posizioni assunte in passato. Parolin ha infatti sottolineato che «la Santa Sede non considera il conflitto nell’Est dell’Ucraina come una mera guerra civile».
«La Santa Sede – ha egli al riguardo affermato – supporta l’implementazione degli accordi, e non intende accusare nessuna delle parti coinvolte, cosa che non significa che la Santa Sede accetti la loro interpretazione».
Gallagher ha sottolineato come la Santa Sede valorizzi ogni tentativo di raggiungere la pace, incoraggiando e ispirando le diverse parti coinvolte nel processo di pace a porre in atto tutti gli sforzi possibili al fin di velocizzare «un ritorno alla tanto desiderata pace».