L’Autorità di Informazione Finanziaria vaticana (AIF) cambierà il suo nome per divenire Autorità di Supervisione e Informazione Finanziaria (ASIF), questo nel quadro – si afferma dall’interno delle Mura leonine -, di «un rafforzamento del ruolo del presidente nel proporre ed elaborare gli obiettivi strategici dell’organismo». Viene inoltre prevista l’istituzione di una Sezione che avrà competenza sulla regolamentazione e gli affari legali.
Mediante un proprio chirografo, il pontefice ha reso ufficiali le modifiche già annunciate al momento della presentazione del Rapporto AIF 2019.
Il cambio della denominazione era già stato discusso in precedenza, quando si affrontarono le problematiche relative alla nuova legge antiriciclaggio vaticana stabilita da Bergoglio con il motu proprio dell’8 agosto 2013, confermato successivamente nella legge XVIII che entrò in vigore quello stesso anno, ispirata al principio «di meglio definire le nuove funzioni».
Tuttavia, allora si decise di mantenere la denominazione originale, questo dietro suggerimento del cardinale Attilio Nicora, che a quel tempo ne era l presidente, l quale porporato ebbe a sottolineare come «il nome AIF aveva già ottenuto credito internazionale e dava il senso della continuità dell’impegno della Santa Sede».
Da fonti interne al Vaticano si afferma che questa operazione sottenderebbe a un ritorno al passato, poiché «nello statuto approvato nel 2014, il ruolo del presidente era stato delineato appositamente in funzione di una chiara distinzione dei ruoli», un presidente di garanzia che «assumesse la direzione operativa a capo di un consiglio in grado di elaborasse delle strategie».
Ora – sottolineano le medesime fonti -, «i poteri del direttore paiono essere più limitati e il consiglio esecutivo potrebbe anche creare conflitti di interessi, perché i suoi membri, rimasti in due dopo le dimissioni di Marc Odendall e Juan Zarate, ricoprono anche altri incarichi».
Per il momento, comunque, la struttura dell’AIF permane la medesima, con il suo consiglio direttivo formato dal presidente e da quattro consiglieri e da una direzione ricoperta da un direttore e un vicedirettore. Quest’ultima figura era stata inclusa nello statuto nel 2014; sia il direttore che il suo vice vengono nominati dal Segretario di Stato per un mandato di cinque anni, mentre il presidente viene nominato direttamente dal papa.
«Il ruolo del direttore sembrerebbe più limitato nel nuovo statuto – affermano i critici -, infatti, se nello statuto del 2014 egli figurava come colui che “dirige, organizza e controlla l’Autorità”, oltre ad “adottare anche istruzioni e linee guida in materia di organizzazione e attività del personale, presentando proposte in materia di regolamenti, bilanci e sanzioni al consiglio direttivo, ora, alla luce di questa riforma, fa le stesse proposte direttamente al presidente dell’Autorità».
In una intervista concessa alla stampa vaticana, il presidente dell’ASIF Carmelo Barbagallo, ricevuto in udienza dal pontefice lo scorso 23 novembre, ha sottolineato come «il nuovo statuto, nel confermare il ruolo di governo del consiglio, rimarca quello propositivo del presidente nell’elaborazione della strategia dell’Autorità e, aspetto altrettanto importante, rafforza la sua responsabilità nella supervisione».
Secondo Barbagallo, dunque il ruolo della direzione viene rafforzato, seppure lo statuto sembri piuttosto rinviare tutto al presidente.
La novità verrebbe dunque rappresentata dall’istituzione di un ufficio di Regolamentazione e Affari Legali, che si affiancherebbe a quelli già esistenti di Vigilanza e Informazione finanziaria. Sulla base dello statuto, le funzioni degli uffici sono definiti da regolamenti interni, tuttavia questi non sono ancora stati definiti e, si afferma da oltre Tevere, verranno emanati prossimamente.
Sempre secondo l’attuale presidente dell’ASIF, «in linea con le migliori pratiche internazionali, è stato costituito l’Ufficio Regolamentazione e Affari legali, che si occuperà di tutte le questioni di natura giuridica, inclusa la regolamentazione. In questo modo sono stati separati i compiti di definizione delle regole da quelli di esercizio dei controlli».
Barbagallo segnala infine la novità relativa alle assunzioni, in quanto d’ora in avanti si prevede che l’ASIF «dovrà procedere secondo le regole degli organismi della Curia romana, attraverso la Commissione indipendente di valutazione per le assunzioni di personale laico presso la Sede Apostolica (CIVA)», che – sempre secondo Barbagallo – serve «per avere un maggiore controllo nelle decisioni di assunzione, evitando il rischio di arbitrarietà».
Notano tuttavia alcuni attenti osservatori delle dinamiche vaticane che, in ogni caso, l’AIF sotto la presidenza di Barbagallo ha già assunto del personale e, nel rapporto AIF del 2019, si «vantava» di aver raddoppiato il proprio organico.