«Volevamo creare un prodotto capace di assicurare la massima protezione, verso sé stessi e verso gli altri, e che potesse anche impattare di meno sull’ambiente» spiega Alberto Abati, Ceo dell’impresa.
Una seconda ondata ha portato nuovamente a un lockdown mirato in alcune regioni italiane, ha fatto anche raggiungere il milione di casi in Italia dall’inizio della pandemia.
Mentre continuano le sperimentazioni per un possibile vaccino, il coronavirus è parte sempre più integrante della nostra attuale quotidianità e con esso l’utilizzo di Dpi (dispositivi protettivi individuali).
Proprio quest’ultimi sono ormai diventati accessori di uso quotidiano e le diverse tipologie sono oggetto di studi per verificarne l’effettivo livello di protezione verso sé stessi e verso gli altri.
Se quindi è possibile utilizzare delle semplici mascherine chirurgiche, così come le FFP2, la scelta di Dpi oggi a nostra disposizione è in costante aumento grazie all’intervento della tecnologia più avanzata in grado di garantire un livello di protezione sempre più alto.
Carbon Mask Pro: l’innovazione dei tecnofilati per una riduzione virale del 98 per cento.
Tecnofilati (https://tecnofilati.it/) impresa italiana del settore tessile che produce filati tecnologici per diverse applicazioni, tra le quali medical, chemical, fashion, military e altre, è stata tra le prime realtà nel pieno del lockdown a convertire a stretto giro la sua produzione creando delle mascherine riutilizzabili per uso privato o in ambito lavorativo.
Al primo modello realizzato la scorsa primavera gli succede oggi la Carbon Mask Pro, una versione aggiornata della sua mascherina in materiale tessile 100% made in Italy, lavabile e pensata per essere usata una decina di volte dopo un lavaggio a 40 gradi.
Il modello si presenta con un doppio strato per una filtrazione più efficace: uno esterno in Resistex Carbon, un filato tecnologico di proprietà di Tecnofilati, che ha proprietà batteriostatiche, uno interno in poliammide entrambi trattati con un finissaggio idrorepellente e antivirale.
Nello specifico quest’ultimo consiste in un trattamento idrorepellente ecologico fluoro free su tutta la mascherina, che garantisce un assorbimento dell’umidità pari a zero.
Lo speciale trattamento idrofobo sia sul tessuto esterno che interno è quindi in grado di garantire un efficace contenimento dei cosiddetti droplets (goccioline).
La Carbon Mask Pro, oltre ai test antibatterici e idrorepellenti, ha superato secondo la normativa ISO18184: 2019 il test anti virale grazie al trattamento “Ultra-fresh KW 48” antibatterico e antivirale a base di zinco piritione, il quale assicura una riduzione virale del 98 per cento.
In ultimo il suo filato è certificato OEKO-TEX Standard 100 che garantisce l’assenza di sostanze nocive a contatto con la pelle. Modifiche anche al design che si presenta più ergonomico e confortevole e disponibile in quattro varianti colore nera, blu, grigia, bianca.
Mascherina riutilizzabile: un gesto concreto verso l’ambiente.
Prima dell’emergenza sanitaria, il tema della salvaguardia dell’ambiente e della sostenibilità era finalmente entrato nelle agende politiche internazionali, consapevoli di come il cambiamento climatico sia una minaccia ormai concreta e sulla bisogna intervenire puntualmente con politiche mirate, trasformazioni del sistema produttivo ed economico e infine con piccoli ma importanti cambiamenti del nostro stile di vita.
La produzione massiccia di Dpi usa e getta sta aggiungendo ulteriori carichi all’emergenza ambientale e mai come ora, in una fase in cui bisognerà ancora convivere a lungo con il virus, è necessario fare scelte più sostenibili anche in materia di protezione e mascherine.
Per cercare quindi di contrastare sia le oggettive difficoltà di smaltimento di una simile quantità di rifiuti indifferenziati, così vengono considerate le mascherine in fase di raccolta e smaltimento, che contenere l’abbandono nell’ambiente delle stesse è necessario puntare ad educare maggiormente i cittadini all’uso di alternative riutilizzabili.
Appare quindi fondamentale sensibilizzare maggiormente sull’uso di mascherine riutilizzabili, lavabili e certificate.
«Oggi la tecnologia sta facendo passi da gigante anche nel comparto tessile, la nostra Carbon Mask Pro è solo uno degli esempi che dimostrano come si possa coniugare innovazione, salvaguardia dell’ambiente e protezione da possibili contagi – sottolinea sempre Abati -, scegliere quindi delle mascherine riutilizzabili, facendo attenzione alle certificazioni che garantiscono qualità e sicurezza, è un gesto concreto che nel nostro piccolo possiamo per non andare a creare un numero esponenziale di rifiuti di difficile smaltimento».
Tecnofilati.
Tecnofilati fa parte della holding Abati Group, un gruppo tessile, che crea e lavora filati innovativi e abbigliamento per diversi settori come medicale, chimico, painting, home living, fashion, militare, wellness e sport.
Con più di quarant’anni di storia, quaranta dipendenti e un centinaio di collaboratori, Abati Group ha un fatturato complessivo di dieci milioni di euro l’anno.