AFRICA, Ghana. La scomparsa di Jerry John Rawlings, ex presidente e figura carismatica nel continente africano

Amico di Fidel Castro e Muammar Gheddafi, fu un leader che per due decenni mantenne il potere nel proprio Paese caratterizzandone nel bene e nel male la tormentata storia: dapprima come golpista, poi ripristinando le libertà democratiche

Tre giorni fa è morto  all’età di settantatré anni a seguito di una breve malattia l’ex presidente del Ghana Jerry John Rawlings, personalità alla guida del Paese africano per venti anni, dapprima a capo di un regime militare e in seguito nelle vesti di presidente eletto.

La notizia è stata resa pubblica da un esponente di vertice del suo partito politico, John Mahama, candidato del National Democratic Congress (NDC) alle prossime elezioni presidenziali indette per il mese di dicembre.

Fu indubbiamente una delle figure di maggiore spessore del continente africano, un leader che per due decenni mantenne il potere nel Ghana, caratterizzandone nel bene e nel male la tormentata storia.

Dapprima golpista a capo di una giunta militare, amico di Fidel Castro e Muhammar Gheddafi, nel corso della sua parabola politica ripristinò in seguito le libertà democratiche nel proprio Paese, allineandosi quindi alle indicazioni del Fondo monetario internazionale.

Militari, golpe e democrazia. «Jay-Jay» Rawlings era nato il 22 giugno del 1947 ad Accra dall’unione di una donna ghanese di etnia Ewe e un uomo scozzese. Nel 1968 entrò all’accademia militare conseguendo alcuni anni dopo il grado di tenente pilota. Tuttavia, la sua carriera militare nella componente da caccia dell’aeronautica ghaniana sarebbe ben presto sfumata nell’impegno politico.

Infatti, fortemente colpito e indignato dal livello di corruzione dei militari che avevano preso il potere in Ghana nel 1972, si schierò contro di essi organizzando a sua volta un golpe, ma il suo tentativo (sarebbe stato il primo) fallì il 15 Maggio 1979 e lui venne arrestato.

Tre settimane dopo venne liberato dalla prigionia da altri ufficiali oppositori del regime militare, che lo sostennero nel secondo colpo di stato che Rawlings organizzò, un’azione che quella volta ebbe però successo e portò al rovesciamento del presidente in carica, il generale Fred Akuffo.

Sorprendentemente, dopo avere assunto la guida del neocostituito Consiglio delle forze armate rivoluzionarie (CFRA) e aver intrapreso una vasta campagna di epurazioni nel corso della quale numerosi appartenenti al regime precedentemente al potere vennero sommariamente giustiziati, egli, promosso nel frattempo al grado di capitano, ristabilì in parte le libertà democratiche restituendo il potere ai civili.

Per il paese africano si sarebbe trattato però di una parentesi di breve durata, poiché il 30 dicembre del 1981 lo stesso Rawlings avrebbe riassunto personalmente il potere nel Paese grazie all’ennesimo rovesciamento del presidente in carica, che in quel caso era Hilla Limann.

Illuminato sulla 700 19th St NW di Washington. Ebbene, sospesa la costituzione fino a quel momento in vigore e con lei anche le attività dei partiti politici, che in Ghana vennero banditi, soltanto dopo due anni Jay-Jay, folgorato sulla strada di Washington (quella dove ha sede il Fondo monetario internazionale) abbracciò il liberalismo economico, avviando il suo Paese verso una fase di politica economica improntata all’austerità, captando in questo modo il favore delle istituzioni finanziarie internazionali.

Una svolta che, unitamente alle pressioni internazionali che venivano esercitate sul governo di Accra affinché si pervenisse a una democratizzazione del regime.

Fu così che nel 1992 venne promulgata una nuova carta costituzionale e vennero contestualmente indette nuove elezioni, alle quali il nuovo partito politico di Rawlings, il National Democratic Congress (NDC), si affermò.

Nasceva dunque la IV Repubblica ghaniana, che vide formalmente restaurati i diritti civili quali, tra gli altri, la libertà di stampa.

Quattro anni dopo, a seguito di consultazioni elettorali Rawlings venne rieletto, ma si sarebbe trattato dell’ultima volta, dato che sulla base del dettato costituzionale che lui aveva precedentemente elaborato in Ghana non era previsto un terzo mandato presidenziale.

Figura di spessore internazionale. Fu così che il capitano dell’aviazione da caccia, divenuto nel corso della sua vita politica sia golpista che restauratore delle libertà democratiche, lasciò il potere. Avvenne nel 2001, un evento che viene ricordato come raro in Africa, perché ebbe luogo in modo pacifico e, soprattutto, volontariamente dopo quasi diciannove anni di governo ininterrotto.

Il futuro della sua compagine partitica non avrebbe conosciuto le stesse fortune del suo fondatore, infatti, il delfino e vicepresidente di Jaj-jaj, John Atta-Mills, nonostante il sostegno ricevuto perse le elezioni contro il suo avversario John Kufuor, candidato del partito di opposizione New Patriotic Party (NPP).

Rawlings, che in passato aveva ricoperto per due volte la carica di presidente della Comunità degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS) durante il suo mandato, occupandosi negli anni Novanta delle problematiche delle non lontane Liberia e Sierra Leone, dopo il ritiro dalla vita politica, a partire dal 2010 svolse un ruolo di rappresentanza nelle vesti di inviato speciale dell’Unione Africana (UA) in Somalia, nel tentativo di attirare l’attenzione della comunità internazionale sul conflitto tra le forze di pace africane e gli islamisti di shabab.

Fu un periodo durante il quale tenne una serie di conferenze nelle università europee, in particolare a Oxford, affrontando i temi della povertà e dello sviluppo in Africa, continuando a godere di una grande popolarità tra i ghanesi, che in un moto di idolatria lo soprannominarono addirittura «Junior Jesus», un po’ come era accaduto per il burkinabè Thomas Sankara.

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