USA. La politica estera dell’amministrazione Biden e cosa cambierà per l’Europa e il mondo

Il risultato delle presidenziali statunitensi è ancora sub-judice e la transizione verso l’amministrazione di Joe Biden procede lentamente, ma si comincia ad intravedere quale sarà la politica estera di Washington e quali nuovi scenari potrà aprire.
L’Europa non era in cima alle priorità di Trump e dobbiamo ritenere che non sarà preminente nell’agenda di Biden. Interesse degli Usa è quello di allineare gli alleati europei alle politiche anti cinesi. Mentre il contenimento della Russia è un problema che gli Usa hanno affidato al vecchio continente e alla Nato.
METTERE FINE ALLE GUERRE INFINITE
L’idea di Biden di mettere fine alle guerre infinite, porrà l’Unione europea nell’obbligo di assumersi nuove responsabilità negli assetti del Medio oriente, dell’Africa e del Mediterraneo. Quanto alla Nato, essa dovrà essere potenziata con le risorse degli alleati europei, come già auspicato da Trump.
RITROVARE LA COESIONE DELLA NATO
Costituisce un obiettivo della nuova amministrazione statunitense far ritrovare alla Nato una coesione che gli atteggiamenti della Turchia hanno in qualche misura minato. Un atteggiamento troppo duro nei confronti di Erdogan potrebbe però avvicinare quest’ultimo alla Russia e questo sembra un prezzo troppo alto da pagare.
RINUNCIARE AL FRANCKING
Il francking, la tecnologia per estrarre il petrolio, nota anche come fratturazione idraulica, ha consentito agli Usa di guadagnare l’autosufficienza energetica perseguita da Obama già nel suo primo mandato e raggiunta da Trump. Firmando gli accordi sul clima di Parigi, Biden dovrà mostrarsi coerente con le scelte ambientali e rinunciarci.
TORNARE IN FORZE NEL GOLFO
Se ciò dovesse avvenire, questo imporrebbe agli Usa di tornare ad importare petrolio dai Paesi del Golfo. In questo teatro gli Stati Uniti, oggi presenti soprattutto con la funzione di sterilizzare l’Iran, potrebbero tornare in forze, con il rischio di generare un ritorno dell’islamismo radicale.
CONTRO LA CINA PER I DIRITTI UMANI
La Cina rimane il problema principale per gli Stati Uniti e dunque gli sforzi dell’amministrazione andranno ancora in direzione del contingentamento cinese. L’amministrazione Biden sarà più attenta ai diritti umani e su questo terreno (Hong Kong, Uiguri nello Xinjiang, Tibet) troverà più di un motivo di scontro con la Cina.
L’INTERESSE PREMINENTE E’ IN ASIA
Per fronteggiare il ruolo di Cina e Corea del nord, anche nel caso di un ridimensionamento delle cifre che il bilancio destina al Pentagono, dobbiamo ritenere che è in quest’area geo-politica di interesse preminente che saranno indirizzate le maggiori risorse della difesa statunitense.
LA PANDEMIA FERMA LA GLOBALIZZAZIONE
Da ultimo, ma non ultimo, il virus cinese Covid-19 e la conseguente epidemia che ha messo una seria ipoteca sulla globalizzazione economica. Inaugurata con Clinton, proseguita con Bush Jr. e cavalcata da Obama, essa è difficilmente riproducibile nelle forme che hanno consentito la crescita dell’economia mondiale.

Condividi: