Il presepe monumentale in ceramica che verrà allestito in Piazza San Pietro a Roma per le prossime festività natalizie verrà dalla provincia abruzzese di Teramo, l’albero invece dalla Slovenia sudorientale, in particolare dalla località di Kočevje, città sul fiume Rinža, situata in un territorio ricoperto al 90% ricoperto di foreste.
L’abete rosso di Kočevje. L’abete rosso che verrà collocato a San Pietro, che è alto ventotto metri, è cresciuto a sei chilometri dall’imponente foresta vergine Krokar, uno dei sessantatré siti delle faggete primordiali inseriti nel patrimonio mondiale dell’UNESCO. Si tratta di un peccio, pianta che costituisce buon parte del patrimonio forestale dello Stato alpino del Triglav.
Secondo la tradizione cristiana risalente al Medio Evo, l’abete natalizio – un simbologia mutuata da quella germanica – simboleggia quella che per i credenti è l’immortalità del Cristo. Allora, infatti, era in uso tra la gente allestire in prossimità del natale rappresentazioni teatrali a sfondo religioso che riprendevano il ciclo dell’Eden e di Adamo ed Eva, nelle quali sovente veniva ricreato l’ambiente del paradiso terrestre ricorrendo ad abeti decorati da mele rosse. In seguito, gli alberi vennero arricchiti da cibo e candele, sostituite nell’Ottocento dalle palline in vetro soffiato ancora in uso.
Tornando al vaticano, l’albero di natale del 1982 venne acquistato ai Castelli Romani. Esso misurava 14 metri e, dopo il periodo delle festività, venne reimpiantato nei giardini vaticani. Dall’anno seguente, molte Regioni e Stati vollero offrire l’albero al papa. Alcuni erano altissimi: 33 metri quello donato dall’Austria nel 2000, 34 metri quello della Calabria (Italia ed Austria vantano il maggior numero di abeti offerti).
Allo scopo vengono sempre scelti abeti anziani, il cui espianto favorisce gli alberi vicini. Dopo lo smontaggio il legno viene recuperato per farne oggetti venduti a scopi benefici.
Il presepe monumentale di Castelli. La tradizione del presepe in Piazza San Pietro è recente, poiché risale al 1982, quando il papa allora assiso sullo scranno petrino, il polacco Giovanni Paolo II, stabilì che esso venisse allestito di fronte all’obelisco.
Castelli, in provincia di Teramo, è una località nota per la sua produzione di ceramiche fin dal XVI secolo. Il suo presepe monumentale, quello che verrà allestito a piazza San Pietro sarà formato da statue di ceramica di grandezza maggiore di quella naturale. L’opera è stata realizzata dagli alunni e dai docenti dell’Istituto d’arte “F.A. Grue”.
La collezione è composta da cinquantaquattro statue, delle quali soltanto una parte verranno esposte ia San Pietro, collocate a fianco di una pedana luminosa della superficie di 125 metri quadrati che circonda in leggera pendenza parte dell’obelisco. Le sculture rappresentano i Magi, l’angelo con le ali aperte e sotto di lui Gesù, Maria e Giuseppe.
Natale in tempo di pandemia. Al momento ancora non si conoscono le modalità mediante le quali avverranno le prossime celebrazioni dell’importante festa della cristianità, di sicuro, a causa delle misure di sicurezza imposte dal rischio di contagi, non avranno luogo accrediti per il corpo diplomatico, ma si esplora l’ipotesi della celebrazione di riti con un limitato numero di fedeli.
Al riguardo, il Governatorato dello Stato di Città del Vaticano informa che «quest’anno ancor di più del solito, l’allestimento del tradizionale spazio dedicato al natale in Piazza San Pietro vuole essere un segno di speranza e di fiducia per il mondo intero», un messaggio importante in questi tempi difficili.
Presepe e albero verranno inaugurati l’11 dicembre nel corso di una cerimonia in tono minore che vedrà applicate le norme anti-Covid, alla quale comunque presenzieranno il cardinale Giuseppe Bertello e il vescovo Fernando Vérgez Alzaga, rispettivamente presidente e segretario generale del Governatorato vaticano. In mattinata, le delegazioni provenienti dalle città di Castelli e di Kočevje verranno ricevute in udienza da papa Francesco per la presentazione ufficiale dei doni.