CRIMINALITÀ ORGANIZZATA, contrasto. Europol: Il Joint Action Days (JADS)

Dal 24 al 27 settembre scorso, in trentaquattro paesi, attraverso il coordinamento di Europol è stata concentrata l’attenzione su tre fenomeni in particolare: immigrazione clandestina, traffico illegale di armi da fuoco e narcotraffico

Una squadra compatta formata dalle forze di polizia europee che lavorano insieme per combattere la criminalità organizzata internazionale proveniente dall’Europa sudorientale.

Il Joint Action Days (JADS). Questo è il senso dei Joint Action Days (JADS), che si sono svolti dal 24 al 27 settembre scorso in trentaquattro paesi con il coordinamento di Europol e che hanno concentrato l’attenzione su tre fenomeni criminali in particolare: l’immigrazione clandestina, il traffico illegale di armi da fuoco e ed il narcotraffico. Si tratta di priorità fondamentali dell’EMPACT (European Multi-disciplinary Platform Against Criminal Threats), la piattaforma europea in cui, attraverso piani operativi annuali, viene data concreta attuazione all’azione di contrasto alle minacce ritenute prioritarie in ambito europeo.

L’operazione ha riunito sia stati dell’Unione europea (Austria, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Svezia) che non comunitari (Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Moldavia, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia, Svizzera, Regno Unito, Ucraina e Stati Uniti), oltreché agenzie europee (Europol, Eurojust e Frontex) e partner internazionali istituzionali (Interpol, UNODC, PCC-SEE, CCWP, IPA/2019 contrasto al crimine organizzato nei Balcani Occidentali, SEESAC).

Quasi 9.000 agenti delle forze dell’ordine sono stati impiegati nei JADS, dislocando propri elementi e funzionari della dogana nei porti, negli aeroporti e lungo le frontiere marittime e terrestri.

Successi conseguiti contro i traffici illeciti. Durante i quattro giorni d’azione, più di 390.000 persone e 44.000 veicoli sono stati controllati in località transfrontaliere e in hotspot tipici del traffico criminale.

Sono 166 gli arresti effettuati nei diversi paesi europei così ripartiti:

traffico di armi da fuoco o possesso illegale di armi da fuoco (Firearms trafficking or illegal possession of firearms): 17;

traffico di migranti o immigrazione illegal (Migrant smuggling or illegal immigration): 73;

traffico di droga (Drug trafficking): 37;

armi da fuoco e traffico di droga (Firearms and drug trafficking): 7;

frode documentale (Document fraud): 12;

mandato d’arresto internazionale (International arrest warrant): 1;

altri reati non correlati al JAD (other crimes not related to the JAD): 19.

Sono state, inoltre, sequestrate armi di diverso tipo e un ingente quantitativo di sostanze stupefacenti, oltre a molti documenti falsificati.

Assetto operativo. Il gruppo di lavoro EMPACT sulle armi da fuoco, guidato dalla Guardia Civil spagnola, ha coordinato tutta l’operazione con il sostegno di Europol.

Le aree a rischio più elevato sono state individuate preventivamente a seguito di un lavoro a monte di raccolta e analisi di informazioni tra le autorità nazionali, Europol e i partner istituzionali.

La cornice operativa entro la quale si sono svolti i JADS è stata, infatti, costruita in base a controlli incrociati sulle banche dati per agevolare lo sviluppo delle indagini, i controlli, le analisi, lo scambio di informazioni e la comunicazione in tempo reale.

Nel corso dell’operazione, Europol ha poi istituito un centro di coordinamento virtuale per consentire briefing quotidiani e sostenere lo scambio di informazioni tra i partecipanti.

In Italia

Le attività in Italia. In Italia i Joint Action Days hanno coinvolto la Guardia di Finanza, in collaborazione con l’Agenzia dei Monopoli e delle Dogane, diverse specializzazioni della Polizia di Stato nei rispettivi ambiti di competenza (settore doganale, dell’immigrazione e delle frontiere, dei servizi antidroga e antiterrorismo) e articolazioni interforze come la Direzione centrale per i servizi antidroga e il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia.

Complessivamente sono stati impiegati quasi 4.000 operatori che hanno controllato oltre 120.000 persone e 4.000 veicoli, effettuato 40 arresti e sequestrato oltre 50 chili di sostanze stupefacenti.

Il maggior numero di reati contestati sono stati il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e il traffico internazionale di stupefacenti.

Si tratta peraltro di un’attività che non si esaurisce coi JAD ma che proseguirà, poiché i risultati ottenuti hanno determinato l’avvio di ulteriori indagini.

Il capo del Centro per la criminalità organizzata di Europol, Jari Liukku, ha al riguardo dichiarato: «I criminali della regione dell’Europa sudorientale stanno espandendo sempre più la loro rete di influenza. Europol si impegna a lavorare a stretto contatto con questa area e a sostenere un approccio internazionale coordinato e di sostegno reciproco per affrontare la criminalità grave e organizzata. Questa operazione è un successo straordinario ed mostra una forte cooperazione tra le forze dell’ordine».

In Italia, il prefetto Vittorio Rizzi, vicedirettore generale della Pubblica Sicurezza, ha invece commentato che: «La sicurezza non si è mai fermata per il Covid-19. La rete della cooperazione internazionale di polizia è forte e attiva perché solo unendo informazioni ed operatività di tutti i Paesi possiamo combattere un crimine che è sempre più transnazionale».

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