Prevalso nelle urne il «no» al referendum proposto dalla destra sovranista che chiedeva di limitare la libera circolazione delle persone con l’Unione europea, una proposta referendaria che se avesse ottenuto il consenso dei cittadini della Confederazione elvetica avrebbe posto vincoli stringenti anche al movimento dei lavoratori stranieri e frontalieri.
Paradossalmente nei risultati di un elettorato in parte ormai stanco di questi frequenti ricorsi allo strumento referendario per decidere sulla questione “stranieri”, ha fatto tuttavia eccezione il Canton Ticino, che confina con la Lombardia ed è popolato in massima parte da genti in tutto e per tutto simili ai brianzoli e ai bergamaschi, dove gli elettori hanno votato a favore della stretta sull’immigrazione nonostante numerosi transfrontalieri siano impiegati nel tessuto economico locale.
Transfrontalieri e concorrenza sul mercato del lavoro. Tra gli argomenti utilizzati dai promotori del referendum c’è quello dell’abbattimento delle retribuzioni di alcune categorie di lavoratori svizzeri provocato dalla concorrenza sul mercato degli stranieri meno pagati.
Un problema cavalcato dal Partito popolare svizzero (Svp), che però si è visto sconfiggere dal voto contrario alla sua proposta del 62% di chi si è recato ai seggi.
Da Bruxelles è giunto il commento positivo riguardo all’esito della consultazione popolare, con il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che ha affermato di accogliere con favore questo risultato, poiché lo vede «come un segnale positivo per continuare a consolidare e approfondire il nostro rapporto con la Svizzera».
I «sì» del Canton Ticino. Come accennato, si è trattato di un’affermazione netta in tutti i ventisei i cantoni della Confederazione elvetica, con quattro sole eccezioni, tra le quali figura il cantone di lingua italiana, cioè il Canton Ticino.
Esso confina con la regione Lombardia e registra una forte presenza di lavoratori frontalieri provenienti dall’Italia. Ebbene, in Ticino gli elettori si sono espressi in stretta maggioranza a favore della limitazione all’immigrazione proposta dalla destra sovranista, con un 53,1% di «sì» a fronte di un 46,9% di «no», confermando un diffuso sentimento di insofferenza riguardo alla situazione.
Tuttavia, se questo atteggiamento anti-italiano in parte permane, va comunque rilevato che i ticinesi comprendono sempre di più l’importanza del lavoro svolto nel loro cantone dai frontalieri.
Ora si pone però con urgenza la soluzione delle varie problematiche aperte riguardo al frontalierato, che dovranno venire discusse insieme da svizzeri e italiani al fine di pervenire a una soluzione che riesca a soddisfare tutti di comune accordo.