CRIMINALITÀ, ‘ndrangheta. Basso Lazio, confisca del patrimonio della ‘ndrina dei Tripodo

Nel quadro dell’operazione «Cleaning» la Guardia di Finanza di Roma ha eseguito il decreto col quale la Corte di Appello aveva confermato il provvedimento precedentemente emesso dal Tribunale di Latina su richiesta della Direzione distrettuale antimafia

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito il decreto con il quale la Corte di Appello della capitale aveva confermato un analogo provvedimento di confisca che era stato precedentemente emesso dal Tribunale di Latina su richiesta della Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Roma.

Esso ha a oggetto beni immobili, autoveicoli e quote societarie per un valore complessivo di circa 2,8 milioni di euro riconducibili a Carmelo Giovanni Tripodo, ritenuto al vertice di una ‘ndrina attiva per anni nel territorio del Basso Lazio, dove egli ha dimorato per trenta anni.

Deceduto nel 2019, il Tripodo, che era di origini calabresi, è stato capo e promotore di un’associazione di stampo mafioso che ha gestito e controllato illecitamente attività economiche e commerciali, condizionando il rilascio di concessioni, autorizzazioni, appalti e servizi pubblici, come accertato all’esito di indagini coordinate dalla Dda di Roma nel quadro delle operazioni di polizia «Damasco» e «Damasco 2», culminate con il suo arresto, effettuato nel 2009.

Per questi motivi, nel giugno di quattro anni dopo l’elemento apicale di questa ‘ndrina attiva al di fuori della Calabria è stato condannato per il delitto associativo di cui all’articolo 416-bis del Codice penale, oltre a reati in materia di traffico di stupefacenti e intestazione fittizia di beni, nonché per alcuni abusi di Ufficio in concorso con un amministratore pubblico del Comune di Fondi.

Fondi non è una località qualsiasi, poiché in essa insiste uno tre maggiori mercati ortofrutticoli del Paese, assieme a quello di Vittoria, in provincia di Ragusa, e a quello di Milano. Tutti e tre importanti luoghi di business nei quali nel passato le organizzazioni mafiose non hanno mancato di infiltrarsi e condizionarne illecitamente, a propri fini di lucro le dinamiche fino a imporre dei veri e propri monopoli.

Tornando al caso di specie, gli approfondimenti di natura patrimoniale effettuati dai militari in forza al GICO del Nucleo di polizia economico finanziaria hanno consentito di documentare la palese sperequazione tra gli esigui redditi dichiarati dal Tripodo e dai membri del suo nucleo familiare e il patrimonio, costituito da società e immobili, in parte intestati a prestanome, frutto del reimpiego dei profitti derivanti dalle attività illecite.

Il provvedimento di confisca della Corte di Appello di Roma, che a seguito del decesso del Tripodo medesimo è stato emesso nei confronti dei suoi eredi, ha ad oggetto: tre società e il relativo compendio aziendale, operanti nei settori delle pulizie e del trasporto merci per conto terzi; un vasto patrimonio immobiliare composto da quindici tra case e locali commerciali, oltre a nove terreni situati nel territorio del comune di Fondi e tredici automezzi.

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