ECONOMIA, Italia. Ripartenza e finanziamenti europei: l’impasse politica e i pregiudizi ideologici rischiano di bloccare la ripresa

MES, Recovery Fund, Piano nazionale di riforme strutturali e andamento dell’economia mondiale: il commento del professor Mario Baldassarri, economista e già viceministro della Repubblica, attualmente presidente del Centro Studi Economia Reale

MES (meccanismo europeo di stabilità), è denaro che sarebbe disponibile immediatamente, ma che parte delle forze politiche della maggioranza ritiene dannoso per l’economia del Paese accettare., ma che secondo l’opinione del professor Mario Baldassarri – già viceministro dell’Economia e attualmente presidente del Centro Studi Economia Reale – «sarebbe assurdo non utilizzare, poiché il problema non è se usare i fondi del MES, ma usarli subito e bene, rispettando l’unico vincolo posto a fronte dell’erogazione: impiegare quel denaro in spese dirette o indirette in campo sanitario, che vuol dire anche interventi sugli istituti scolastici in vista dell’imminente avvio dell’anno scolastico».

Ad avviso di Baldassarri essi sono estremamente conveniente sotto il profilo dei tassi di interessi e, inoltre, sono molto meno vincolanti «della follia rappresentata dall’alternativa proposta da qualcuno, che ha indicato la strada dell’emissione di titoli del debito pubblico da collocare poi sui mercati finanziari, cioè esporre il Paese a condizioni che potrebbero mutare sensibilmente nel giro di quarantotto ore, con conseguenti aggravi nei termini dei loro tassi di interesse».

Nella consueta trasmissione “Capire per conoscere”, che Radio Radicale trasmette ogni lunedì mattina, egli ha poi concluso la trattazione dell’argomento affermando che «sul Mes il Paese sta pagando un dazio alla situazione politica e a una pregiudiziale puramente ideologica».

Questo a fronte dei rischi che l’economista marchigiano prospetta per il prossimo autunno, quando potrebbe verificarsi un riacutizzarsi della pandemia, un peggioramento delle condizioni complessive che troverebbe il sistema sanitario deficitario rispetto a quelle risorse che, se non si accettassero i miliardi del Mes, sarebbero inadeguate a porre nelle condizioni di fronteggiare la nuova emergenza.

È dunque percorribile l’ipotesi relativa alla cosiddetta «formula spuria», classica invenzione della politica italica entrata nel lessico di parlamentari, retroscenisti e commentatori, cioè la richiesta di soltanto una parte dei fondi previsti dal Mes così da limitare i danni?

«È un colpo al cerchio e uno alla botte – ha commentato Baldassarri -, perché chiederne ventisei di miliardi invece che trentasette? Cosa cambierebbe da questo punto di vista?»

Nel corso della trasmissione andata in onda lo scorso lunedì 17 agosto Baldassarri ha poi approfondito il tema della spesa sanitaria e, successivamente, affrontato anche quello, sempre strettamente legato alla cosiddetta ripartenza economica, delle imprese e della disoccupazione, nonché di una possibile riforma fiscale strutturale, che –  secondo Baldassarri – «non è ovviamente realizzabile facendo ricorsoi ai finanziamenti europei, che per altro sono una tantum, ma bisognerà impostarla facendo riferimento al bilancio pubblico e ai tagli possibili di sprechi, spese clientelari, tangenti e peculato».

Particolare attenzione è stata dedicata al Piano nazionale di riforme, documento che dovrebbe accompagnare il DEF (Documento di economia e finanza), atteso dalla Commissione europea. In esso vanno indicati gli indirizzi di politica economica del Governo per il prossimo triennio, anche in ragione della concessione dei finanziamenti emergenziali post-pandemia.

Baldassarri afferma che: «A oggi l’Italia è l’unico Paese europeo che non ha presentato questo documento. Il Governo Conte 2 ha presentato un documento di oltre trecento pagine nel quale è stato inserito di tutto e di più, ma che non è un piano nazionale di riforme. Si tratta di un elenco generico della spesa tirato fuori dai cassetti impolverati di tutti i ministeri».

Un ritardo grave, secondo l’intervistato, «per la semplice ragione che i fondi europei, soprattutto quelli del Recovery Fund, non è che li incassiamo e poi ci facciamo quello che ci pare, perché sono condizionati e legati proprio ai piani di riforme e di investimento che andranno a finanziare a stato avanzamento lavori, quindi sono necessari concreti progetti di riforme e progetti di investimenti che indichino costi, tempi e modi di realizzazione. Soltanto a fronte di tali precise indicazioni verranno erogati i 209 miliardi di euro all’Italia».

Una impasse della politica che è dovuta alla situazione che precede le elezioni regionali di settembre, che tutti attendono.

Analizzato, infine, il quadro economico globale ed europeo, con un raffronto al prodotto interno lordo italiano e al relativo potere d’acquisto pro capite dei cittadini.

È possibile ascoltare l’audio integrale della trasmissione sia di seguito su questo sito che sul sito di Radio Radicale all’indirizzo Internet www.radioradicale.it

A259 – ECONOMIA, RIPARTENZA E FINANZIAMENTI EUROPEI: IMPASSE POLITICA E PREGIUDIZI IDEOLOGICI RISCHIANO DI BLOCCARE LA RIPRESA. Il commento del professor MARIO BALDASSARRI, economista, già viceministro della Repubblica e attualmente presidente del Centro Studi Economia Reale.

Secondo Baldassarri «sarebbe assurdo non utilizzare i fondi del Mes, poiché il problema non è se usarli, ma usarli subito e bene, rispettando l’unico vincolo posto a fronte dell’erogazione: impiegare quel denaro in spese dirette o indirette in campo sanitario, che vuol dire anche interventi sugli istituti scolastici in vista dell’imminente avvio dell’anno scolastico»; inoltre, «sul Mes il Paese sta pagando un dazio alla situazione politica e a una pregiudiziale puramente ideologica».

Affrontati anche gli argomenti concernenti i ritardi sulla presentazione alla Commissione europea del Piano nazionale di riforme strutturali, del Recovery Fund e dell’andamento futuro dell’economia mondiale ed europea, con le indefettibili comparazioni sulle previsioni relative al prodotto interno lordo italiano (Pil).

Queste e altre considerazioni sono state svolte nel corso della trasmissione “Capire per conoscere” mandata in onda da Radio Radicale il 17 agosto 2020, durante la quale l’ex viceministro dell’Economia ha risposto alle domande postegli dalla conduttrice, il giornalista Emilio Targia.

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