MEDIO ORIENTE, conflitti. Quale sarà il futuro della regione?

Lo scontro in atto coinvolge sia potenze regionali che globali e mette in discussione interessi di varia natura nonché la sopravvivenza al potere di governi, regimi e dinastie. Una lotta senza esclusione di colpi che riguarda da molto vicino anche il territorio europeo, quello italiano in particolare. Della tematica se ne occuperanno gli esperti chiamati a Roma dalla NATO Defense College Foundation

La NATO Defense College Foundation, in collaborazione con il Policy Center for the New South, la NATO Political Affairs and Security Policy Division e il NATO Defense College, organizza una conferenza di estremo interesse: “The Middle East: What kind of future?”.

L’evento, fortemente voluto dall’ambasciatore Alessandro Minuto Rizzo, avrà luogo lunedì 27 luglio presso la Sala delle Belle Arti del Rome Cavalieri Waldorf Astoria Hotel, in via Alberto Cadlolo 101 a Roma.

Le registrazioni inizieranno alle ore 14:00, mentre i lavori termineranno alle 18:30.

L’iniziativa è il sesto appuntamento di “Arab Geopolitics”, evento concepito nel 2011 durante la turbolenta fase delle “Primavere arabe”, essa richiama periodicamente decisori politici e analisti provenienti dal mondo arabo allo scopo di approfondire e  discutere gli sviluppi strategici nella regione, nonché le loro implicazioni per la sicurezza internazionale.

Nel corso del suo intervento iniziale, Gilles Kepel, uno dei maggiori esperti europei d’Islam politico e Medio Oriente, delineerà il complesso quadro geopolitico della regione, nella quale negli ultimi mesi la fragilità strutturale dei Paesi è stata ulteriormente aggravata dalla pandemia da Covid-19.

Rintracciando le cause profonde dei conflitti che attualmente dilaniano il Golfo Persico, il Levante e il Nord Africa, Kepel indicherà possibili vie per superare le crisi.

La geopolitica regionale verrà approfondita durante la prima sessione, attraverso le discussioni sulle guerre in Libia, Siria e Yemen, con un focus particolare sul ruolo svolto dalla comunità internazionale e sulle interferenze esterne nelle dinamiche in atto.

In particolare, Giovanni Romani (capo della Sezione Medio Oriente e Nord Africa della Divisione Political Affairs and Security Policy NATO HQ) tratterà gli effetti dell’instabilità regionale sull’agenda politica della NATO rispetto al suo fianco sud e sui partenariati dell’Alleanza in Nord Africa e Medio Oriente (MENA).

Maurizio Caprara (giornalista che scrive di politica estera sul “Corriere della Sera”) modererà la seconda sessione, dedicata all’evoluzione del ruolo della società civile nel mondo arabo e delle sue rivendicazioni.

Tra gli interventi previsti quello di Sofia Barbarani, giornalista freelance, che esaminerà le peculiarità della nuova ondata di proteste dal 2019 in Libano, Iraq, Algeria e Sudan, quello di Robert Watkins, capo della Divisione Medio Oriente e Nord Africa (DCAF) Ginevra, che indagherà se e come sono cambiati i rapporti di potere tra gli apparati militari e la società civile dal 2011 a oggi.

Parteciperanno inoltre alla discussione Youssef Cherif (vice direttore del Columbia Global Centers, Tunisi) Younes Abouyoub (direttore della Divisione di Governance e State-Building nella Regione MENA, Nazioni Unite, New York), Maged Abdelaziz (osservatore permanente alle Nazioni Unite, Lega Araba, New York), Mohammed Loulichki (senior fellow, Policy Center for the New South, Rabat).

Working language: english, tuttavia al pubblico non anglofono verrà garantita la traduzione in italiano.

La conferenza sarà disponibile anche in streaming.

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