PAKISTAN, terrorismo. Attacco alla Borsa di Karachi: una decina i morti, inclusi i quattro assalitori

L'attacco è stato poi rivendicato dal gruppo separatista Baluchistan Liberation Army, che lotta da anni per l'indipendenza della provincia sudoccidentale pakistana, regione economicamente depressa al confine con quella del Sindh e si oppone al progetto cinese del porto di Gwadar

Attacco terroristico alla Borsa di Karachi, la città ritenuta “capitale finanziaria” del Pakistan. La polizia non ha ancora fornito un bilancio preciso delle vittime, tuttavia i morti sarebbero almeno dieci, inclusi gli operatori di borsa, le guardie della sicurezza della struttura e i quattro componenti del commando di assalitori.

Sul posto sono immediatamente giunti gli uomini dell’unità speciale della polizia, che hanno circondato l’edificio ed eliminato i quattro terroristi. Questi ultimi erano armati con granate e fucili automatici, ma, probabilmente sono stati n grado soltanto di aprire il fuoco all’ingresso dell’edificio, poiché recavano al seguito anche scorte di cibo, aspetto che indurrebbe a ritenere che avessero pianificato un  assedio della durata prolungata all’interno della Borsa, con il presumibile sequestro di ostaggi.

Una squadra di artificieri è stata dispiegata per individuare eventuali cariche esplosive collocate nei paraggi.

In seguito è stata fatta pervenire alla stampa una rivendicazione, ad attribuirsi la paternità dell’attacco è stato il gruppo militante separatista Baluchistan Liberation Army (BLA).

Con essa è stata diffusa ai media una fotografia che ritrae quattro uomini con giubbotti antiproiettile e uniformi di foggia militare che vengono indicati come gli assalitori.

Il gruppo armato lotta da anni per l’indipendenza della provincia sudoccidentale del Baluchistan, regione economicamente depressa al confine con quella del Sindh, dove appunto si trova la moderna e ricca città di Karachi.

Secondo le autorità della sicurezza di Islamabad, il BLA avrebbe trovato rifugio oltre il confine, in Afghanistan, da dove negli anni recenti ha condotto una serie di attacchi, tra cui quello al consolato cinese del novembre 2018, quando due persone furono uccise.

Al riguardo, va tenuto presente che in Baluchistan si trova il porto di Gwadar, parte del gigantesco progetto della Repubblica Popolare cinese per collegare l’Asia meridionale e centrale con la Cina e il BLA si oppone al progetto.

Intanto nel Kashmir indiano, nel distretto di Anantnag, le forze di sicurezza di Nuova Delhi hanno ucciso tre militanti separatisti.

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