IMPRESE, Made in Italy. Export, un patto da 1,4 miliardi di euro

Firmato oggi alla Farnesina un patto per le esportazioni. Stanziate dal Governo risorse straordinarie per 1,4 miliardi di euro, destinate al rafforzamento degli strumenti per l’internazionalizzazione delle imprese. Prevista attività promozionali di ampio respiro

Il Patto per il made in Italy prevede una «nuova strategia per l’internazionalizzazione del nostro sistema produttivo.

Una strategia certamente ambiziosa, ma solida», ha spiegato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Si tratta – ha egli continuato – «di una strategia di sostegno pubblico alle imprese che si affacciano sui mercati internazionali, che potrà contare su risorse straordinarie messe a disposizione dal governo per imprimere al sistema produttivo un nuovo slancio».

All’incontro, che ha avuto luogo alla Farnesina, hanno preso parte la responsabile delle Politiche agricole alimentari e forestali Teresa Bellanova, il ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri, quello delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli, il responsabile dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi, il ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo Dario Franceschini e la responsabile per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione Paola Pisano.

Presenti alla firma anche i principali enti preposti al sostegno all’internazionalizzazione del sistema produttivo, tra i quali Agenzia Ice, Gruppo Cdp, Sace, Simest, Invitalia e Commissario generale per Expo Dubai 2020, Confindustria e venti associazioni rappresentative del sistema imprenditoriale.

La ripartenza dell’economia italiana, travolta all’emergenza Covid-19, nella strategia dell’esecutivo dovrebbe trovare nel patto per l’export un importante appiglio.

Un patto che, come ha spiegato Di Maio, «si regge su sei pilastri», a partire dalla «comunicazione, perché la ripartenza non potrà prescindere dall’avvio di un grande re-branding nazionale».

Le altre linee di intervento prioritarie saranno: la formazione e l’informazione, l’e-commerce, il sistema fieristico, la promozione integrata, la finanza agevolata. «Abbiamo superato il periodo più buio di questa crisi sanitaria: ora il Paese può ripartire, con cautela ma con coraggio.

E, finalmente, il motore del made in Italy, asset strategico per eccellenza dell’economia e della imprenditoria italiane, può tornare a correre», ha sottolineat Di Maio. Il documento ha recepito le istanze presentate dalle associazioni di categoria e le imprese per il rafforzamento della loro proiezione all’estero.

Secondo Gualtieri il patto per l’export rappresenta «un salto di qualità per sostenere uno dei vettori fondamentali della crescita del nostro Paese».

Il patto, ha ricordato il responsabile dell’Economia, «è stato un processo inclusivo e approfondito» che ha portato a un risultato strategico.

«Durante i momenti più difficili della crisi da coronavirus – ha egli aggiunto – il lavoro non si è interrotto, ma è stato rilanciato sia dal punto di vista delle risorse necessarie, sia sotto il profilo della ricognizione, preparazione, organizzazione e riforma dei meccanismi». Gualtieri ha poi affermato: «Bene ha fatto Di Maio a battersi per avere le risorse» nei decreti varati dal governo.

«Sottoscrivo questo patto di impegno per l’export con molta convinzione, necessario a tutelare la nostra reputazione e tornare promuovere la qualità, la sicurezza, l’affidabilità del made in Italy». Lo ha dichiarato il ministro Bellanova, infatti, secondo la responsabile del dicastero dell’Agricoltura è necessario «investire di più e meglio nei rapporti internazionali, anche dotando le nostre ambasciate di personale specializzato. Daremo il nostro contributo di idee e proposte nella cabina di regia, nei gruppi di lavoro e con l’Ice per affrontare in modo nuovo il tema che abbiamo davanti».

Bellanova ha precisato che «per l’agroalimentare parliamo di un valore di esportazione che nel 2019 ha toccato il record storico di oltre 44 miliardi di euro, che rappresenta un pilastro della sostenibilità economica. Alla logica dei dazi – ha aggiunto – opponiamo la logica della collaborazione e della competizione regolamentata».

«Abbiamo voluto che nel patto ci fosse un forte richiamo alla lotta al falso e all’Italian sounding – ha infine concluso il ministro -, piaghe che sono vero e proprio furto di identità che nel solo agroalimentare pesano per oltre cento miliardi di euro».

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