GERMANIA, politica. Angela Merkel: «Potenziare ulteriormente l’Europa come forza solidale, efficiente e determinante»

La cancelliera tedesca, nel suo discorso tenuto presso la Fondazione Konrad Adenauer, è intervenuta sul tema della Politica estera e di sicurezza durante la fase di presidenza tedesca del Consiglio dell'Unione europea. «L'Unione europea deve rafforzarsi internamente per poter agire in maniera efficiente verso l’esterno»

Lo scorso 27 maggio, nel corso del suo discorso tenuto presso la Fondazione Konrad Adenauer (KAS), la cancelliera della Repubblica federale tedesca Angela Merkel ha descritto l’agenda di politica estera e di sicurezza della fase di presidenza tedesca del Consiglio dell’Unione europea.

Un turno di presidenza influenzato dai devastanti effetti della pandemia di Covid-19 che, tuttavia, non ha fatto scomparire dall’orizzonte le problematiche preesistenti alla diffusione dei contagi del virus, che sono state invece esacerbate dalla grave crisi sanitaria.

Dopo il discorso della Merkel ha avuto luogo un confronto tra gli esperti presenti, che ha visto al centro della discussione gli obiettivi e le priorità prefissati per il periodo di presidenza tedesca del Consiglio.

Uscire più forti dalla pandemia. All’inizio del suo intervento, quando ha fatto riferimento alle grandi sfide e alla forza di trasformazione connaturata alla grave crisi sanitaria, la cancelliera ha affermato che le decisioni che ha dovuto prendere a causa del coronavirus sono state le più dure dall’inizio del suo mandato.

«Il virus – ha ella sottolineato – è un affronto alla democrazia e la pandemia ha modificato in modo radicale molte cose, compresi i programmi relativi alla presidenza del Consiglio dell’Unione europea».

«L’Europa in questa crisi deve stare più vicina e dare prova di essere una forza solidale – ha quindi aggiunto -, poiché questo è l’unico modo per uscire più forti dalla pandemia. Mentre all’inizio si è trattato soprattutto di un sostegno legato all’approvvigionamento di dispositivi medici o della gestione dei pazienti, adesso bisogna concentrarsi maggiormente sull’attenuazione delle conseguenze economiche».

In questo passaggio la Merkel ha inteso porre in risalto in particolar modo l’iniziativa franco-tedesca finalizzata alla ripresa economica dell’Europa, nonché la conferenza internazionale dei donatori avviata dalla Commissione, che ha consentito di raccogliere circa otto miliardi per la messa a punto, tra l’altro, di un vaccino per il coronavirus.

Il desiderio della cancelliera è che l’Unione europea agisca come forza responsabile non solo al suo interno, ma anche quando si rivolge verso l’esterno. Infatti, la pandemia porterà a un aggravamento di molti focolai di crisi presenti nel mondo e sarà dunque uno stress test per la Politica estera e di sicurezza comune. «In questo contesto – ha concluso -, l’Unione europea può fungere da ancora di stabilità, assumendosi la sua responsabilità a livello globale e sostenendo proattivamente una cooperazione multilaterale basata su delle regole».

Unione europea e attori globali. Un focus importante della presidenza del Consiglio europeo – è stato annunciato – sarà quello concentrato sul rapporto tra Unione europea e repubblica Popolare cinese.

Allo specifico riguardo la Merkel ha sottolineato che la Cina è uno dei principali attori della politica globale, sempre più determinato a occupare una posizione di leadership nell’architettura internazionale.

Per quanto concerne le relazioni con Pechino, ad esempio, resta ancora in sospeso il completamento dell’accordo sugli investimenti, ma anche progressi comuni nei settori della protezione del clima e dell’ambiente, della salute globale e delle rispettive relazioni con l’Africa.

«La Repubblica Popolare – ha poi aggiunto – è anche un partner dal quale ci dividono differenze fondamentali in termini di diritti umani e principi liberali, questo però non rappresenta un deterrente contro la cooperazione, ma richiede piuttosto un dialogo aperto, critico e costruttivo».

Altro tema centrale della presidenza è inoltre la relazione con l’Africa. Nel vertice tra Unione europea e Africa che si terrà nel prossimo ottobre verrà affrontato anche il tema dell’ammortizzazione degli effetti della pandemia da Covid-19, che in molte parti del continente africano potrebbero risultare molto pesanti.

«È però anche importante imparare dall’Africa – ha quindi aggiunto la cancelliera tedesca – e affrontare temi come il clima, la migrazione, lo sviluppo sostenibile, la pace e la sicurezza. L’Europa ha bisogno di partner e alleati per fronteggiare le immense sfide. Gli Stati Uniti rimangono il partner più importante, anche se la cooperazione internazionale in molti ambiti quali il commercio, il clima e la lotta alla pandemia sono oggi di difficile gestione, ma gli Stati Uniti e la NATO rimangono comunque un pilastro importante per la sicurezza europea».

Ella ha inoltre sottolineato che «l’Europa non è neutrale, ma è parte a livello politico dell’Occidente e si impegna sempre per la difesa di questi valori nel mondo».

Infine la Russia. La Merkel ha voluto ricordare come si sia impegnata sin dall’inizio del suo mandato nel favorire il dialogo pacifico con Mosca.

«La Russia ha però ha distolto sempre lo sguardo da questo dialogo, per esempio attraverso l’annessione della Crimea, in piena violazione del diritto internazionale, oppure con attacchi ibridi contro le democrazie occidentali, tra le quali la stessa Germania. Durante la presidenza del Consiglio la Germania vuole anche provare a dare nuovi impulsi alle relazioni tra l’Unione europea e la Russia, proseguendo nel solco di un dialogo critico e costruttivo».

Nel conclusione il proprio discorso la cancelliera ha infine ricordato le parole dello statista della ricostruzione tedesca, Konrad Adenauer: «L’unità dell’Europa era un sogno di pochi e divenne una speranza per molti: oggi è una necessità per tutti noi».

Passi pragmatici in avanti. Nella successiva discussione condotta dal Presidente della Fondazione Konrad Adenauer, professor Norbert Lammert, il tema centrale è stato quello della politica di sicurezza comune europea.

L’ambasciatrice francese Anne-Marie Descôtes ha sottolineato come negli ultimi anni siano stati registrati importanti progressi e iniziative, come ad esempio la fondazione del PESCO o del Fondo europeo per la Difesa.

La diplomatica ha inoltre accolto con favore il fatto che la Germania, durante la sua presidenza del Consiglio dell’Ue, darà ampio risalto ai temi relativi alla sicurezza e alla difesa, poiché «negli ultimi anni si è infatti appreso quanto sia importante, in tale riguardo, procedere con un atteggiamento pragmatico».

Dal canto suo, il vicepresidente del gruppo parlamentare CDU/CSU, Johann Wadephul, ha affermato che all’inizio della pandemia gli Stati membri dell’Ue hanno reagito in un’ottica prevalentemente nazionale, fatto questo che ha portato a chiusure in parte inappropriate dei confini.

Dopo questa fase di irritazione iniziale si è avuta però una chiara presa di coscienza, ha inoltre aggiunto il politico, che nel parlamento tedesco fa parte della commissione per la difesa.

Egli ha poi condiviso l’opinione dell’ambasciatrice francese circa l’importanza di compiere passi pragmatici in avanti. Oltre alla pandemia in corso, ci sono numerose minacce che richiedono che l’Europa sia in grado di agire con un impegno politico su scala globale.

Il rapporto con la Cina. Alla domanda dell’ex presidente del Bundestag Lammert che si è chiesto quanto siano cambiate le relazioni tra l’UE e la Cina a seguito della pandemia di Covid-19, il direttore dell’Istituto MERICS, Mikko Huotari, ha risposto che la fiducia dell’Unione nei riguardi della Cina è in costante diminuzione, tuttavia, l’attuale crisi evidenziato il peso della Repubblica Popolare.

«Un certo cambiamento di paradigma nei confronti della Cina e una perdita di ingenuità avevano già avuto inizio in Europa prima della crisi – ha egli aggiunto -, dal punto di vista di Pechino è nel suo stesso interesse screditare le relazioni tra l’Unione europea e gli Stati Uniti.

«Diviene dunque molto importante trovare una posizione comune all’interno dell’Ue nei confronti di Pechino – ha rimarcato ancora l’ambasciatrice francese -, perché soltanto uniti sarà possibile affrontare la Cina su un piano di parità. Ed è per questa ragione che quando Xi Jinping si è recato in visita a Parigi, il presidente francese Emmanuel Macron ha invitato all’evento, oltre alla cancelliera tedesca Merkel, anche altri rappresentanti politici europei. I tentativi da parte della Cina di mettere gli stati membri dell’Unione europea gli uni contro gli altri devono essere affrontati in modo risoluto».

Anche il deputato al Reichstag Johann Wadephul, membro della commissione parlamentare difesa, ha sottolineato che formazioni come la “17+1” rappresentino un grave ostacolo per una posizione uniforme nei confronti della Cina.

«Il confronto con Pechino non vuole essere incentrato sullo scontro – ha affermato -, a differenza degli Stati Uniti si tenta di condurre il dialogo in modo diverso , ma la condizione fondamentale è ci si rappresenti uniti come Europa».

Opportunità e sfide del vicino continente africano. L’ambasciatrice francese ha inoltre aggiunto di essere contenta che la Germania durante il suo periodo di presidenza del Consiglio Ue vorrà concentrarsi maggiormente sul continente africano, poiché la regione del Sahel presenta enormi sfide che l’Europa può affrontare solo unita.

Il presidente della KAS ha posto con accento critico la questione riguardo l’impegno tedesco nella regione del Sahel, cioè se esso non sia piuttosto simbolico e se la Repubblica federale tedesca non possa fare di più a livello militare per alleggerire il carico dei suoi partner attivi nell’area.

Wadephul, parlamentare al Bundestag, ha sottolineato che l’imminente prolungamento del mandato della Bundeswehr prevede comunque una migliore ripartizione dei ruoli.

«In questo contesto – ha specificato – è però necessario comprendere che l’Africa, in quanto continente vicino all’Europa, oltre alle grandi sfide a più livelli offre anche importanti opportunità e la Cina lo ha compreso già da molto tempo».

Allargamento dell’Unione europea a nuovi Paesi membri. Guardando ai Balcani occidentali, l’ambasciatrice francese ha affermato che si tratta di una regione che appartiene inequivocabilmente all’Europa, ma, «a causa dello stato attuale dell’Unione europea, resta incerta la possibilità che la porta per l’adesione di nuovi membri possa restare aperta».

Il dibattito sul futuro dell’Europa che avrà inizio in estate dovrà necessariamente affrontare queste importanti tematiche e, secondo il vicepresidente del gruppo parlamentare KDU/CSU, si dovrà guardare alla prospettiva dell’adesione dei Paesi dei Balcani occidentali.

Condivisione nucleare: una scomoda questione sociopolitica. Alla fine della discussione, l’attenzione è stata concentrata sulle questioni relative alla condivisione nucleare e a una possibile cooperazione con la Francia.

Johann Wadephul ha affermato che la questione della condivisione nucleare è particolarmente difficile, tuttavia, il piano di deterrenza nucleare inteso nella forma di prevenzione della guerra riveste in ogni caso una rilevanza fondamentale.

«Poiché la Germania ha fondamentalmente scelto di abbandonare i suoi armamenti nucleari – ha egli aggiunto -, non resta che volgere lo sguardo verso quei partner con i quali in questa tematica vi può essere una collaborazione. Perciò, in tale contesto ovviamente si intende relazionarsi con la Francia».

Al riguardo, anche l’ambasciatrice francese ha sottolineato come si debba procedere in un’ottica ispirata al pragmatismo.

I partecipanti al dibattito hanno infine convenuto che l’Unione europea dovrà uscire dalla crisi generata dal coronavirus più forte di quanto non lo fosse prima di entrarvi.

È stato questo il pensiero che ha fatto da filo conduttore nel discorso pronunciato dalla cancelliera Merkel. La gestione comune della crisi occuperà un posto centrale durante il periodo di presidenza tedesca del Consiglio dell’Ue, mentre per quanto riguarda le altre priorità stabilite a Berlino – ovvero le relazioni dell’Ue con Cina, Africa e Russia, la lotta ai cambiamenti climatici e la Brexit – è stato ritenuto ovvio che si tratta di sfide che non possono essere risolte durante una sola presidenza del Consiglio, ma le si dovrà affrontare congiuntamente anche in seguito.

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