LIBIA, cooperazione bilaterale con l’Italia. Il Capo di stato maggiore della Difesa Portolano in visita a Tripoli

Si è trattato della sua prima visita nel Paese nordafricano dalla nomina al vertice delle Forze armate nello scorso mese di ottobre. Egli ha partecipato a un vertice con il suo omologo libico, Generale Mohamed Ali Elhaddad, il cui scopo è stato quello di implementare le capacità delle istituzioni locali, oltreché le altre forme di cooperazione in essere, quali il supporto sanitario e umanitario, la security force assistance, la stability policing, la formazione e l’addestramento. Portolano si è inoltre recato in visita dai militari italiani impegnati nell’ambito delle missioni MIASIT (bilaterale, concepita allo scopo di fornire assistenza e supporto al Governo di accordo nazionale libico) e Mediterraneo sicuro

Tripoli, 23 dicembre 2024 – È noto come nel quadro del consolidamento delle relazioni bilaterali tra Italia e Libia la Difesa italiana partecipi al complessivo sforzo di sostegno del processo di normalizzazione istituzionale del Paese nordafricano negli scorsi anni dilaniato da una sanguinosa guerra civile e, attualmente, alla ricerca di un equilibrio che riduca ulteriormente le tensioni.

PORTOLANO A TRIPOLI

Allo scopo, il generale Luciano Portolano, capo di stato maggiore della Difesa, si è recato quest’oggi in Libia per una breve ma importante visita nel corso della quale ha incontrato i vertici militari del Governo di accordo nazionale libico. Nell’occasione, ha anche avuto modo di recare di persona un saluto al centinaio di militari italiani impegnati nella missione bilaterale di assistenza e supporto alla Libia (MIASIT). Per l’elemento apicale delle Forze armate si è trattato della prima visita nel Paese nordafricano dalla sua assunzione dell’incarico, che aveva avuto luogo lo scorso mese di ottobre. Accompagnato dall’ambasciatore d’Italia in Libia, Gianluca Alberini, e dal generale Luigi Tufano, responsabile della missione italiana nel Paese nordafricano, il Capo di stato maggiore ha incontrato il suo omologo libico del Governo di unità nazionale (Gun), generale Mohamed Ali Elhaddad, con il quale ha affrontato le tematiche relative all’implementazione delle capacità delle istituzioni locali, oltreché delle altre forme di cooperazione in essere, quali il supporto sanitario e umanitario, la security force assistance, la stability policing, la formazione e l’addestramento.

IL SOSTEGNO ITALIANO AL GOVERNO LIBICO

Come è logico, data la posizione geografica e le tradizionalmente intense relazioni tra l’Italia e la Libia, Roma in tutti questi anni di crisi seguiti alla deposizione del colonnello Muhammar Gheddafi ha fornito a Tripoli assistenza e supporto in varie forme. Nel 2016, durante la fase critica della guerra civile, la Difesa italiana allestì un ospedale da campo a Misurata, terza città del paese che allora si trovava sotto la minaccia delle milizie di Islamic State, struttura poi dismessa nel 2022. In seguito, la presenza militare è stata ridotta quantitativamente in termini di personale e rimodulata nelle funzioni, avviando una cooperazione tecnica affidata a un centinaio di uomini, impiegati principalmente nelle attività di formazione del personale locale in vari settori, inclusi quello sanitario e delle operazioni speciali. La crescente collaborazione in campo militare ha luogo attraverso la citata MIASIT, che vede i militari italiani interfacciarsi con il personale delle forze di sicurezza libiche allo scopo di fornire un continuo sostegno alle istituzioni governative di Tripoli.

DALLA SIRIA ALLA CIRENAICA: LE FORZE RUSSE DA HAFTAR

Tuttavia, malgrado gli scontri a fuoco si siano ridotti notevolmente, il Paese nordafricano permane sostanzialmente diviso, con i due governi tra loro rivali insediati l’uno a Tripoli (il Governo di accordo nazionale, che è stato riconosciuto dall’Onu) e l’altro a Bengasi sotto la guida del generale Khalifa Haftar. Questi potrebbe presto ricevere sul territorio sotto il suo controllo uomini e materiali d’armamento russi, poiché il Cremlino si trova a dover fare fronte alla perdita delle basi strategiche delle quali aveva fruito fino alla deposizione di Bashar a-Assad. Questo spostamento a Occidente nel Mediterraneo, reso possibile dalla disponibilità della Cirenaica controllate dall’Esercito nazionale libico di Haftar, rafforzerebbe la presenza militare di Mosca a ridosso del fianco sud della NATO. Al riguardo, vengono segnalate ridislocamento dalle basi russe in Siria alla Libia orientale di componenti di radiolocalizzazione dei sistemi missilistici antiaerei S-400 e S-300, inoltre è possibile che Mosca decida di potenziare le strutture di cui dispone a Tobruk allo scopo di farvi attraccare le proprie navi da guerra. Non va poi dimenticata l’attiva presenza in Libia dei paramilitari della Wagner, che collaborano con le forze di Haftar. La situazione è dunque in evoluzione e non è detto che il Cremlino ottenga tutto quello che vorrebbe, colmando così il vuoto apertosi con la cacciata da Tartus, Latakia e Khmeimin.

 

Di seguito alcune immagini dell’incontro avuto oggi a Tripoli dal generale Luciano Portolano, capo di stato maggiore della Difesa, con il suo omologo libico, generale Mohamed Ali Elhaddad. La visita nel Paese nordafricano ha avuto lo scopo di implementare le capacità delle istituzioni locali oltreché le altre forme di cooperazione in essere, quali il supporto sanitario e umanitario, la security force assistance, la stability policing, la formazione e l’addestramento.L’ufficiale elemento apicale delle Forze armate italiane ha inoltre visitato i militari italiani che operano nell’ambito delle missioni MIASIT (bilaterale, concepita allo scopo di fornire assistenza e supporto al Governo di accordo nazionale libico) e Mediterraneo sicuro

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