AFRICA, conflitti e negoziati. In Angola nuovo incontro tra RDC e Ruanda per rilanciare il processo di pace

Dal novembre 2021 l’M23 (Movimento 23 marzo), gruppo armato sostenuto dal Ruanda, controlla vaste porzioni delle regioni orientali della Repubblica Democratica del Congo (RDC), area ricca di materie prime (minerali) però flagellata da decenni di violenze. Goma, capitale del Nord Kivu, città che conta più di un milione di abitanti e quasi altrettanti sfollati interni, è attualmente circondata da gruppi armati ribelli e unità dell'esercito ruandese

13 dicembre 2024 – João Lourenço, presidente dell’Angola e mediatore designato dall’Unione Africana per la soluzione del conflitto tra Kinshasa e Kigali, nel corso della sua visita ufficiale a Pretoria (Sudafrica) che ha avuto luogo nella giornata di ieri, ha dichiarato che al termine di questo vertice potrebbe essere firmato un accordo di pace. «Speriamo che questo incontro porti alla firma o all’impegno a firmare presto un accordo di pace duraturo tra i due paesi vicini», ha egli affermato al riguardo.

IL CONTROLLO DEL TERRITORIO DAPARTE DEL M23

Dal novembre 2021 l’M23 (Movimento 23 marzo), gruppo armato sostenuto dal Ruanda, controlla vasti settori delle regioni orientali della Repubblica Democratica del Congo (RDC), area ricca di materie prime (minerali) però flagellata da decenni di violenze. Goma, capitale del Nord Kivu, città che conta più di un milione di abitanti e quasi altrettanti sfollati interni, è attualmente circondata da gruppi armati ribelli e unità dell’esercito ruandese. Alla fine di ottobre la RDC e il Ruanda avevano sugellato un’intesa che stabiliva le condizioni del ritiro dei soldati ruandesi e la neutralizzazione da parte delle unità militari congolesi delle Forze Democratiche per la Liberazione del Ruanda (FDLR). Quest’ultimo è un gruppo armato composto da ex leader hutu coinvolti nel genocidio dei tutsi del 1994, che viene percepito da Kigali come una minaccia persistente.

CONOPS: IL NUOVO DOCUMENTO «PER LA PACE»

Il documento (noto come CONOPs, Concepts of Operations), stabilisce un termine di novanta giorni per la neutralizzazione delle FDLR e la revoca delle misure difensive adottate dal Ruanda. Un primo «piano armonizzato» concepito allo scopo di uscire dalla crisi era stato elaborato in agosto e prevedeva anch’esso la neutralizzazione delle FDLR quale precondizione per il ritiro delle truppe di Kigali. Ma in seguito la RDC ha respinto tale approccio, chiedendo che le operazioni venissero effettuate simultaneamente. Mercoledì scorso, rivolgendosi al parlamento congolese, il presidente Félix Tshisekedi ha ribadito come la RDC continui ad affrontare ribellioni persistenti, incluse le aggressioni dell’esercito ruandese e dei gruppi terroristici come l’M23.

SCONTRI ARMATI E TREGUE VIOLATE

L’ultimo incontro tra i presidenti della RDC e del Ruanda risale allo scorso ottobre a Parigi. Sebbene ne fosse previsto uno durante il vertice della Francofonia, esso non ha avuto luogo e i due leader non si sono scambiati una parola nonostante la loro vicinanza fisica. La situazione permane dunque fragile nella RDC orientale, dove i ripetuti numerosi cessate il fuoco e le tregue dichiarate sono state puntualmente violate. Alla fine di luglio è stato firmato l’ultimo cessate il fuoco dopo due anni e mezzo di scontri e rotture di accordi, tuttavia, esso è già stato compromesso dalle nuove offensive dell’M23 e dai continui scontri tra ribelli e forze armate congolesi verificatisi nelle ultime settimane.

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