AMBIENTE, mutamenti climatici. Transizione «verde»: gli italiani sono disposti a pagare 300 euro all’anno

Un sondaggio evidenzia divisioni chiave e tendenze nell’opinione pubblica del Paese. Dal rilevamento effettuato su un campione di 2.002 cittadini è emerso che la maggior parte di essi sarebbe disposta a contribuire con massimo 25 euro al mese per sostenere il processo di transizione, dimostrando così una certa prudenza nei confronti dei costi personali; inoltre, forte è risultato il supporto bipartisan alle energie rinnovabili, poiché oltre l’80% degli intervistati, indipendentemente dalle proprie convinzioni politiche, sostiene le iniziative relative all’energia solare ed eolica, con un significativo sostegno anche per l’integrazione con il nucleare; infine la comunicazione, alla quale si riconduce il successo delle politiche in materia: strategie climatiche efficaci devono evidenziare benefici immediati e affrontare le preoccupazioni economiche al fine di costruire un sostegno pubblico duraturo

Roma, 3 dicembre 2024 – Come può l’Italia avviare un dialogo sul cambiamento climatico e sul futuro della transizione ecologica? Uno studio recente di Project Tempo, progetto europeo specializzato in ricerca sociale ed elettorale, ha fatto luce sulle tendenze e le divisioni che caratterizzano l’elettorato italiano rispetto alla crisi climatica e alle politiche nazionali necessarie per affrontarla.

GLI ITALIANI E LA TRANSIZIONE «GREEN»

Dopo aver esplorato le crescenti aperture degli italiani verso un mix energetico che integra rinnovabili e nucleare, i nuovi dati sottolineano un ulteriore nodo cruciale: le soglie di disponibilità economica percepite dagli italiani per contribuire alla transizione verde. Nonostante l’urgenza della crisi climatica e una diffusa consapevolezza dell’importanza di un’azione efficace, un tema comune tra tutti i gruppi elettorali è una disponibilità molto limitata a contribuire finanziariamente su base volontaria. Gli italiani fissano il massimo contributo accettabile a circa 25 euro al mese, con solo una parte dell’elettorato disposta a pagare di più. Questi dati evidenziano che i costi personali della transizione verde rappresentano una preoccupazione cruciale per gran parte della popolazione, che percepisce la lotta al cambiamento climatico come un «gioco a somma zero», dove i sacrifici non sembrano generare benefici immediati e tangibili. Un ritorno economico incerto o insufficiente può diventare un ostacolo significativo per i decisori politici.

AMPIO SOSTEGNO TRASVERSALE… MA, OCCHIO AI QUATTRINI

Sebbene gli oneri finanziari siano accolti con questa prudenza, lo studio rivela un ampio supporto trasversale nella transizione a favore di fonti di energia rinnovabile come l’eolica e la solare. Indipendentemente dall’affiliazione politica, la maggioranza degli elettori esprime sostegno per un maggiore utilizzo di energie sostenibili. Il 94% degli elettori di centrosinistra è a favore l’energia eolica, così come lo sono l’86% degli elettori di centrodestra. Partiti come il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle mostrano un sostegno ancora più marcato, rispettivamente con il 95% e il 92% dei loro elettori. Anche tra gli elettori della Lega è stato rilevato un grande sostegno per le rinnovabili, pari  a un 82% di favorevoli all’eolico e un 75% al solare. Questi elettori sarebbero disposti a contribuire con somme minime alla transizione verde: appena il 16% con 25 euro al mese, ma il sostegno aumenta al 27% laddove le politiche verdi non comportino costi aggiuntivi: un impegno cauto ma presente verso un futuro più sostenibile.

DIFFICILE INTEGRAZIONE DELLE DIVERSE PRIORITÀ

In un paese caratterizzato da visioni e priorità diverse, lo studio suggerisce che il successo delle politiche climatiche dipenderà dalla capacità di integrare misure ambientali con strategie economiche in sintonia con le diverse realtà della popolazione. Solo una comunicazione inclusiva, che affronti le preoccupazioni reali degli italiani, potrà superare le resistenze e costruire un consenso stabile su obiettivi più ambiziosi. La sfida sta nel creare una narrazione che evidenzi i benefici immediati e tangibili della transizione verde, coinvolgendo anche i cittadini meno convinti della sua urgenza. Il rapporto si conclude con un messaggio chiaro per le istituzioni: solo un dialogo continuo e trasparente può favorire il sostegno pubblico. Dare voce a timori e aspettative, affrontando concretamente le priorità economiche e sociali del paese, è essenziale per costruire un futuro sostenibile realmente condiviso. Questo percorso, accompagnato da una leadership politica sensibile e pragmatica, può rappresentare una svolta decisiva nella lotta al cambiamento climatico e nella costruzione di un’Italia più coesa e sostenibile.

LA PERCEZIONE DEL PROBLEMA

Al riguardo, Maximo Miccinilli (consulente di Project Tempo) afferma che «i dati mostrano che un’economia debole sembra rafforzare la percezione che il clima rappresenti un problema perché potrebbe aggiungere un onere finanziario senza un beneficio economico immediato. Questo è un grande ostacolo per cambiare la percezione delle politiche a basse emissioni di carbonio come opportunità di crescita economica. Senza dubbio, affinché le politiche climatiche siano ampiamente supportate, il loro valore per le economie familiari deve essere dimostrato. Le grandi narrazioni non bastano. Le politiche di riduzione della CO₂ o gli obiettivi di Net Zero 2050 possono sembrare ‘troppo astratti per entusiasmare le persone’. Si tratta più di politiche climatiche e di economia reale, dell’impatto sulla vita quotidiana. La media di 25 euro al mese (300 euro all’anno) mostra fin dove arriva la disponibilità economica dei cittadini italiani nel contribuire al clima. C’è un’aspettativa che lo sforzo debba provenire da governi e imprese, senza rappresentare un peso finanziario per le persone. Se l’economia prevale, la transizione energetica potrà essere sostenuta con piccoli contributi, ma per ora non c’è intenzione di andare oltre. Questo potrebbe essere un elemento da considerare per i decisori politici in futuro».

ABOUT PROJECT TEMPO

Project Tempo è un’organizzazione indipendente e apartitica senza scopo di lucro che sviluppa strategie politiche per la crescita economica, il sostegno ai lavoratori e la sostenibilità ambientale. Grazie a solide capacità analitiche e progettuali, fornisce dati e soluzioni politiche per promuovere sia la decarbonizzazione che la produttività. L’organizzazione collabora con partner per navigare nei sistemi politici e promuovere tecnologie innovative. Un consiglio internazionale di consulenza e un comitato direttivo garantiscono la qualità e l’indipendenza della sua missione.

METODOLOGIA DEL SONDAGGIO

Campione: Project Tempo ha condotto un sondaggio rappresentativo a livello nazionale in ogni mercato dell’Unione europea e nel Regno Unito, escludendo Cipro, Lussemburgo e Malta; selezione: soltanto i rispondenti di età superiore ai diciotto anni (cioè aventi diritto di voto in tutta Europa) erano idonei al sondaggio; periodo di rilevazione: dal 28 agosto 2024 al 24 settembre 2024 (27 giornate lavorative e 8 non lavorative); lingua: il sondaggio è stato tradotto nella lingua madre di ogni mercato per garantire la partecipazione di tutti i rispondenti a un livello rappresentativo nazionale.

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