L’artista nigeriano Eugene Ebipade Konboye recupera e rigenera materiali polimerici ricavati da ciabatte e infradito richiamando metaforicamente nelle sue opere i passi della vita. È stretta la vicinanza con il percorso riabilitativo che i pazienti percorrono in un ospedale, tra alti e bassi, momenti di fragilità e ripartenze alimentate da nuove speranze.
RESTART
Restart è stata inaugurata all’interno del presidio ospedaliero Villa Bellombra alla presenza della direzione della struttura, del personale sanitario e della proprietà, che all’arte affida un valore e un significato terapeutico. «Sono molto orgoglioso di ospitare questa esposizione, che è la terza dall’apertura della nuova Villa Bellombra a oggi – ha esordito nell’occasione il cavaliere del lavoro Averardo Orta, amministratore delegato del Consorzio Colibrì, del quale Villa Bellombra è fondatrice -, abbiamo volutamente destinato questo spazio ad artisti che con il loro talento sappiano trasmettere un messaggio di positività e di speranza ai pazienti e alle loro famiglie. Questa mostra esprime inoltre una forte attenzione alla sostenibilità, un valore e un impegno che ci accomuna all’artista».
L’ARTE QUALE METAFORA ESISTENZIALE E DI VITA
In linea con le due precedenti esposizioni e i relativi artisti (Angelo Maisto ed Elahm M. Aghili, entrambi impegnati nell’esprimere relazioni tra esseri umani e tra questi e l’ambiente circostante), Eugene Ebipade Konboye approfondisce l’aspetto introspettivo della relazione con sé stessi attraverso la metafora del riciclo quale restituzione di una nuova vita. Un opera artistica in grado di nobilitare la materia di ciò che sembra essere perduto, cioè i rifiuti, come ha sottolineato il critico d’arte Francesco Masani. «I rifiuti da cui Konboye riparte sono resti di tante vite. La pratica di cura è quella di una loro rigenerazione valoriale attraverso l’immagine e Restart invita a ragionare sul percorso dalla prospettiva dell’inciampo, sulla risalita da un punto d’osservazione posto nel futuro. Così da poter collocare nel mezzo l’unica forma di speranza auspicabile, quella che trova in sé stessa la volontà di superarsi».
MATERIALI DA DISCARICHE E CANALI DI SCOLO DI ABEOKUTA
Nei suoi ritratti, Eugene riutilizza le calzature di plastica recuperate da discariche o da canali di scolo della città di Abeokuta, in Nigeria, manufatti che vengono puliti, tagliati e fissati alle tele al pari delle tessere di un mosaico tridimensionale. Una profonda attenzione viene dedicata all’accostamento tra le varie tonalità cromatiche allo scopo di dare vita a colori vivaci che richiamano quelli dei tradizionali vestiti africani. Le tinte forti e brillanti esaltano così il potere simbolico dei rifiuti, considerati la testimonianza di ciò che ha soddisfatto dei bisogni o assecondato delle emozioni. La mostra è frutto dell’iniziativa di The Rooom, concept agency specializzata in tematiche legate alla sostenibilità ambientale, all’innovazione e alla responsabilità sociale. Un progetto realizzato dal Consorzio Colibrì dedicato a tutta la comunità ospedaliera e a coloro i quali vorranno conoscere le opere in esposizione.
Villa Bellombra è in Via Casteldebole, 10/7 a Bologna.