Annalaura di Luggo costruisce intorno a questa dichiarazione la sua proposta espositiva, laddove la rappresentazione visiva del fascio di luce dell’Oculus del Pantheon diviene la chiave di apertura di cinque ideali porte sante. Il pubblico, invitato a bussare concretamente a esse, viene traghettato in un’altra dimensione. Ad affiancarlo nel viaggio sono persone con disabilità, che accompagnano l’osservatore in un pellegrinaggio di speranza. Dei moderni Virgilio, illuminati e trasfigurati dalla Luce che aprono uno sguardo inedito sulla bellezza interiore.
SPES NON CONFUNDIT
L’intervento installativo prende spunto dall’affermazione «Spes non confundit» ovvero «la speranza non delude» che apre la bolla papale del Giubileo del 2025. Oculus-Spei è un invito a compiere un percorso spirituale e culturale attraverso la scoperta dei quattro angoli del mondo simbolicamente rappresentati dalle quattro vele che compongono il logo del Giubileo. Il viaggio culmina in una quinta porta, quella del carcere di Rebibbia, che Papa Francesco ha scelto come porta santa aggiuntiva del Giubileo. Qui il fruitore è posto di fronte a sé stesso in virtù di un sistema di telecamere gesture recognition in tempo reale, uno spazio trasformativo dove, ancora una volta, è la luce ad attivare una riflessione profonda sulla nostra condizione di esseri umani. Il viaggio tra le porte sante diventa così una metafora di una spiritualità universale nel segno di un impegno per le pari dignità di tutti, nell’ottica di una solidarietà espressa attraverso il linguaggio dell’arte, perché come ha dichiarato il pittore tedesco Gerhard Richter, «l’arte è una forma di speranza». Un’affermazione che trova una perfetta aderenza nel lavoro della di Luggo, poiché interventi come quello pensato per Il Pantheon rappresenta una vera e propria forma di resistenza ai progressivi processi di omologazione della società contemporanea sempre più ammaliata da luoghi comuni.
ARTE COME FORMA DI SPERANZA
Oculus-Spei è una lente d’ingrandimento sul valore dell’arte intesa sia come sguardo critico dissolvente che con lucidità disvela le molteplici contraddizioni del reale e sia come “sguardo” rinnovato che può aprirci la vista (interiore) a possibili orizzonti. Annalaura di Luggo ci spinge ad una visione analitica dei temi trattati non negando mai la matrice cristiana del suo lavoro, ma ben consapevole quanto l’Arte, nel senso laico del termine, sia capace di andare oltre quel conformismo dilagante che seduce costantemente il nostro presente. Le cinque porte che contaminano lo spazio diventano forme enigmatiche in grado di suscitare l’immaginario degli astanti; sono totem arcaici che con il loro disvelamento offrono una rivelazione epifanica. Ed è la forza generatrice dell’arte a materializzare sulla superficie del monolite, un deus ex machina pronto ad accompagnare l’uomo verso un percorso di conoscenza. Soltanto così l’arte diventa davvero una forma di speranza.
ANNALAURA DI LUGGIO
Annalaura di Luggo (1970) è nata a Napoli dove vive e lavora. Il suo percorso si muove prevalentemente tra ricerca multimediale, fotografia, video e regia. Le sue opere e le sue installazioni sono realizzate attraverso la fusione di tecnologia e manualità e dialogano con il fruitore che è spesso protagonista dell’azione. Questo è portato a riflettere su questioni sociali e ambientali. Annalaura di Luggo ha affrontato temi come i diritti umani (“Never Give Up”, Carcere minorile di Nisida; “Human Rights Vision” per la Fondazione Kennedy di New York), la cecità (“Blind Vision” presentato alle Nazioni Unite ed al Consolato Italiano di New York), il mondo animale (“Sea Visions / 7 punti di vista”), la natura e la biodiversità (“Genesis” per la 58ma. Biennale di Venezia). Il progetto, denominato Napoli Eden, con l’utilizzo di alluminio riciclato per la costruzione di quattro grandi installazioni pubbliche site-specific ha incoraggiato il dibattito sulla sostenibilità nel capoluogo campano, ispirando la realizzazione del docu-film “Napoli Eden”, diretto da Bruno Colella, che ne racconta il processo creativo. “Napoli Eden” si è qualificato alle nominations agli Oscar 2021 per la categoria Best Documentary Feature. L’alluminio riciclato e la monumentalità sono presenti anche nell’intervento installativo in “Collòculi > We Are Art”, una grande iride scultorea capace di trasmettere contenuti multimediali ed immersivi.
NARRAZIONE TRA VIDEO, ARTE E CINEMA SPERIMENTALE
Il lavoro è stato presentato in anteprima presso la Fondazione Banco Napoli del capoluogo campano e al Museo Archeologico Nazionale di Napoli | MANN. Le fasi di realizzazione di Collòculi sono il focus del documentario “We Are Art Through the Eyes of Annalaura”, diretto dalla stessa artista, la cui narrazione oscilla tra video arte e cinema sperimentale. Il documentario si è qualificato per la “Consideration” agli Oscar 2023, nella categoria Best Documentary Feature e Best Song. Vasta la sua bibliografia, con interventi dei maggiori critici d’arte e personalità internazionali del mondo della cultura e dello spettacolo, tra cui Paul Laster, Stephen Knudsen, Rajsa Clavijo, Timothy Hardfield, Paco Barragán, Stefano Biolchini, Hap Erstein, Francesco Gallo, Irene Galuppo, Aldo Gerbino, Giulia Gueci, Marcello Palminteri, Demetrio Paparoni, Gabriele Perretta, Antonello Tolve, Vincenzo Trione, Andrea Viliani. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero. Tra le mostre personali più recenti si ricordano: “Multum animo vidit” presso il PAN-Palazzo delle Arti, Napoli; “Oscurità e sommersione”, presso il Complesso Monumentale dello Steri a Palermo; “Collòculi / Intro-Spectio”, Museo Nazionale Romano-Terme di Diocleziano; Collòculi @Pompeii, Parco Archeologico di Pompei. Il suo lavoro è trattato da numerose gallerie in Italia e all’estero, ed in particolare da JUS Museum / Arti Contemporanee (Napoli) che promuove le sue opere attraverso mostre pubbliche e private e nelle principali fiere d’arte. Ha realizzato installazioni permanenti (Museo dell’Istituto P. Colosimo di Napoli, Museo del Carcere di Nisida), temporanee ed interattive (Nazioni Unite, New York; MANN Museo Archeologico Nazionale, Napoli; Fondazione Banco Napoli, Napoli e Chieti; Salone Nautico Internazionale, Genova; Museo Nazionale Romano-Terme di Diocleziano, Roma: Parco Archeologico di Pompei, etc.) volte a modificare la percezione dello spazio e le coordinate visive del reale.
INFO
Annalaura di Luggo: Oculus-Spei, installazione multimediale interattiva a cura di Ivan D’Alberto; organizzazione: Pantheon e Basilica di Santa Maria ad Martyres, Jus Museum Galleria d’Arte; coordinamento scientifico: Gabriella Musto; info progetto: www.oculus-spei.it; inaugurazione 3 dicembre 2024 dalle ore 18:30 alle ore 21:00; anteprima stampa: 3 dicembre 2024 alle ore 11:30 presso il Pantheon, in Piazza della Rotonda a Roma; l’evento aavrà luogo dal 4 dicembre 2024 al 3 febbraio 2025 tutti i giorni dalle ore 09:00 alle ore 19:00 (ultimo ingresso consentito alle ore 18:30); giorni di chiusura: 25 dicembre 2024 e 1 gennaio 2025; dal 4 dicembre l’installazione sarà visibile durante i consueti orari di visita del Pantheon previo acquisto del biglietto di ingresso;
info e biglietti: dms-rm.pantheon@cultura.gov.it
prenotazione della visita: www.museiitaliani.it/musei