27 novembre 2024 – Lo Stato ebraico ha presentato ricorso avverso i mandati di arresto spiccati della Corte penale internazionale (CPI) nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e del ministro della Difesa Yoav Gallant. Lo si è appreso da una dichiarazione diffusa dall’ufficio dello stesso premier israeliano, secondo la quale il deposito del ricorso «espone in dettaglio quanto assurda sia stata l’emissione dei mandati di arresto e quanto sia priva di qualsiasi base fattuale o legale».
RICORSO AVVERSO AI MANDATI DELLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE
Sempre nella medesima nota si afferma che «qualora il Tribunale (che ha la propria sede all’Aia, n.d.r.) dovesse respingere questi ricorsi, non farebbe altro che sottolineare agli amici di Israele negli Stati Uniti e nel mondo quanto la Corte penale internazionale sia di parte contro Israele». Mentre lo Stato ebraico presentava ricorso avverso i mandati di cattura spiccati dalla CPI, a Cascais, in Portogallo, l’apertura del decimo Forum dell’Alleanza delle civiltà delle Nazioni Unite (UNAOC), quest’anno da parte di re Filippo VI di Spagna, veniva turbata da una operazione mediatica posta in essere dall’agenzia di stampa algerina APS nei confronti dell’ex ministro degli Esteri israeliano, signora Tzipi Livni, in quanto asseritamente definita «criminale di guerra dell’entità sionista» e per questa ragione «esclusa dai lavori del Forum» a seguito di pressioni esercitate dalla delegazione algerina guidata dal ministro degli esteri Ahmed Attaf e da altri paesi arabi e musulmani che sostengono la causa palestinese. Immediata la stigmatizzazione dell’Alto Rappresentante delle Nazioni Unite per l’Alleanza delle Civiltà, Miguel Angel Moratinos, che ha sottolineato come «il nostro futuro debba essere inclusivo, giusto e rispettoso della dignità di tutti». I leader mondiali hanno chiesto un rinnovato impegno per la pace e la lotta alla disinformazione in un mondo sempre più polarizzato.
POLEMICHE AL DECIMO FORUM DI CASCAIS
Il sovrano di Spagna, Filippo VI, ha aperto i lavori dell’UNAOC affrontando il tema della crescente minaccia costituita dalla disinformazione, che incombe sia sulle persone che sulle società. L’evento è stato però turbato da una sgradevole polemica che ha investito Tzipi Livni. Secondo l’agenzia di stampa algerina APS, la delegazione del Paese nordafricano guidata in Portogallo dal ministro degli Esteri, Ahmed Attaf, avrebbe fatto espellere l’ex ministro degli Esteri israeliana dal consesso internazionale convenuto nella cittadina sul Tago, definendo la signora Livni «criminale di guerra ed ex ministro degli Affari esteri dell’entità sionista», dichiarazione in seguito ripresa dall’APS, che ha altresì specificato che «le diverse delegazioni partecipanti ai lavori hanno espresso sorpresa riguardo alla presenza della Livni alla vigilia dell’apertura del Forum», poiché esso «mirava a promuovere il dialogo tra le civiltà e la convivenza pacifica». Sempre sulla base del resoconto di APS, la situazione venutasi a creare «avrebbe indotto l’Algeria, così come diversi Paesi arabi, musulmani e altre nazioni che sostengono la causa palestinese, a chiedere l’esclusione della Livni dai lavori del forum».
LA MINACCIA COSTITUITA DALLA DEZINFORMACIJA
In seguito, l’Alto Rappresentante delle Nazioni Unite per l’Alleanza delle Civiltà, Miguel Angel Moratinos, è intervenuto sottolineando la necessità di «andare oltre l’eccessivo affidamento alle misure di sicurezza per affrontare le sfide globali. È importante eliminare la violenza e il terrorismo». Egli ha quindi aggiunto che: «Viviamo in un mondo multipolare dove nessuna civiltà è superiore a un’altra», dunque «il nostro futuro deve essere inclusivo, giusto e rispettoso della dignità di tutti i cittadini. E in questo contesto diviene imperativo denunciare e condannare la disinformazione, che mettono in pericolo il dialogo internazionale e la pace tra i popoli».