MATERIE PRIME, oro. Niger: il ministro delle Miniere visita i siti auriferi di Dan Issa – 25 novembre 2024. Nel corso della sua visita di lavoro nella regione di Maradi, il ministro delle Miniere, commissario colonnello Ousmane Abarchi, accompagnato dal governatore della regione, ha ispezionato due giacimenti auriferi situati nella municipalità rurale di Dan Issa, Dipartimento di Madarounfa. Prima tappa è stato il sito estrattivo di Kondago, chiuso nel 2021 dopo essere stato sfruttato in maniera intensiva e attualmente assegnato alla società Rowa United Co. Sarl di Elh Moustapha Aboubacar, che ha ottenuto una concessione per lo sfruttamento meccanizzato su una superficie di 30 chilometri quadrati e ha recentemente avviato le attività di ricerca occupando 140 minatori. Seconda tappa della delegazione è stata il sito di Garatchi Dogon Marké, situato in prossimità dello stato nigeriano di Zamfara. Si tratta di un sito oggi di proprietà del demanio statale che non è stato ancora assegnato in concessione e del quale si starebbe valutando il potenziale, tuttavia si trova in una zona altamente insicura dal punto di vista criminale. Ultima, attesa, tappa è stata quella dell’incontro con i cercatori d’oro e i proprietari dei terreni, ai quali Ousmane Abarchi si è rivolto affermando che l’apertura del sito di ricerca dell’oro di Kondago consentirà al Niger, alla regione e alla municipalità di beneficiare dei proventi dell’estrazione dell’oro, a differenza della situazione precedente in cui questa attività si svolgeva in modo informale. Permangono tuttavia aperte le questioni relative agli indennizzi da conferire quale ristoro ai proprietari terrieri.
MATERIE PRIME, oro. Ciad: 23 morti negli scontri tra esercito e cercatori d’oro illegali – 25 novembre 2024. Almeno 23 persone hanno persola vita domenica scorsa a seguito dei violenti scontri verificatisi nella provincia settentrionale del Tibesti che hanno visto opposti i militari dell’esercito ciadiano e i cercatori d’oro illegali. Le violenze hanno avuto inizio nella prima mattinata a seguito di un controllo di routine effettuato dalle forze armate in una località distante circa 40 chilometri dalla città di Faya. L’esercito ha arrestato 11 persone, tra cui figurano sette cittadini libici e quattro sudanesi. Il governatore della provincia del Tibesti, Mahamat Tochi Chidi, ha annunciato che verrà avviata un’operazione al fine di rafforzare le condizioni di sicurezza nella regione e gestire meglio lo sfruttamento delle risorse minerarie. Episodi simili si erano già verificati, in particolare il 17 novembre, quando 21 persone vennero uccise negli scontri tra l’esercito e i minatori illegali. La provincia del Tibesti, confinante con la Libia, viene spesso descritta come una zona senza legge nella quale la fanno da padroni i trafficanti di droga. A causa della sua vasta estensione e della sua conformazione desertica, lo Stato non è in grado di controllare il territorio.
MOZAMBICO, elezioni e violenze: Human Rights Watch denuncia la morte di almeno 10 bambini dopo il voto – 25 novembre 2024. Almeno dieci bambini sono stati uccisi e decine feriti dalle forze di sicurezza in Mozambico a seguito delle violenze esplose dopo le elezioni. La notizia è stata resa nota lunedì scorso da Human Rights Watch. I disordini rinvengono la loro causa nel rifiuto da parte dell’opposizione dei risultati delle elezioni del 9 ottobre, che hanno dato la vittoria al Frelimo, partito al potere dall’indipendenza del Paese. Le manifestazioni di massa che hanno fatto seguito sono state duramente represse dalla polizia. L’organizzazione non governativa che si occupa della garanzia dei diritti umani ha accusato la polizia di arrestare e detenere centinaia di bambini, spesso per diversi giorni, senza informare le loro famiglie, in violazione del diritto internazionale. Le autorità di Maputo non hanno però replicato a queste accuse. Il presidente Filipe Nyusi ha invece condannato quello che ha definito «un tentativo di creare caos nel paese» e ha annunciato che 19 persone, tra cui cinque membri delle forze di sicurezza, sono state uccise durante gli scontri, mentre più di 800 persone (tra i quali 66 agenti di polizia) sono rimaste ferite. Ma le aggregazioni espressione della società civile riferiscono di un bilancio più pesante: più di 67 morti e circa 2.000 arresti dall’inizio dei disordini. Filipe Nyusi ha invitato il leader dell’opposizione Venancio Mondlane ad avviare i colloqui. È stato quest’ultimo, che si considera il vincitore delle elezioni, a organizzare molte delle proteste. Sebbene abbia lasciato il Mozambico nel timore di venire arrestato, ha tuttavia accettato l’invito al dialogo a condizione che i colloqui si svolgano da remoto e che il procedimento giudiziario aperto nei suoi confronti venga archiviato.
NIGERIA, criminalità e violenze. 30 morti e diversi feriti nello stato di Benue – 26 novembre 2024. Almeno 30 persone sono state uccise e molte altre ferite in tre giorni di attacchi compiuti da bande armate contro agricoltori e comunità locali nello stato di Benue, nella Nigeria centrale. Da sabato a lunedì scorsi centinaia di uomini hanno attaccato le comunità di Katrina Ala aprendo il fuoco su agricoltori e residenti. Le bande armate avrebbero compiuto attacchi anche nella regione di Logo.
FRANCIA, riconfigurazione del dispositivo militare in Africa – 26 novembre 2024. Jean-Marie Bockel, inviato personale del presidente Emmanuel Macron in Africa, ha presentato lunedì all’Eliseo il suo rapporto relativo alla riorganizzazione del dispositivo militare nazionale nel continente africano. In esso viene richiesto un partenariato «rinnovato e costruito in cooperazione» che sia in grado di soddisfare le esigenze degli Stati partner nel rispetto della loro sovranità. In precedenza, nel corso del mandato presidenziale di Nicolas Sarkozy, Parigi aveva concentrato le proprie energie sui quattro paesi africani nei quali aveva basi militari ad eccezione di Gibuti, quindi Senegal, Costa d’Avorio, Ciad e Gabon. Oggi il rapporto Bockel paventa una riduzione della presenza militare francese nell’area, limitandola al mantenimento di un distaccamento di collegamento permanente e adeguando l’offerta di cooperazione nel campo della Difesa ai paesi partner sulla base delle loro esigenze.