Il progetto del gasdotto era stato inizialmente presentato nel 2016 nel corso della visita ufficiale ad Abuja del sovrano marocchino Mohammed VI, che ebbe luogo nel quadro delle attività diplomatiche tese al rafforzamento della cooperazione in campo energetico in Africa, con una particolare attenzione rivolta alle forniture di gas naturale e allo sviluppo delle energie rinnovabili. Il primo segmento di gasdotto a venire realizzato insisterà sui territori di Marocco, Mauritania e Senegal, paesi nei quali verranno appunto indette le gare relative agli appalti per la costruzione dell’infrastruttura.
FASI DEL PROGETTO E GOVERNANCE
A gestire questa fase iniziale sarà una società privata, che verrà investita dell’incarico della gestione del complesso delle operazioni, sia quelle della costruzione, che quelle successive di verifica del funzionamento dell’opera e di sua manutenzione. La lunghezza della condotta è stabilita in oltre 5.600 chilometri, essa attraverserà 16 stati, principalmente lungo la costa atlantica dell’Africa, per un investimento globale stimato in 25 miliardi di dollari. La capacità massima sarà di 30 miliardi di metri cubi di gas all’anno, un volume in grado di soddisfare la domanda locale e anche una parte significativa di quella europea, dove il gas verrà esportato. Gli studi economici e tecnici effettuati hanno confermato sia la fattibilità che la redditività del progetto, per altro, oltre al flusso di gas naturale sarà possibile associare una condotta dedicata al trasporto di idrogeno verde, nella prospettiva di una maggiore attenzione rivolta verso le energie rinnovabili.
UN PASSO AVANTI NELL’INTEGRAZIONE ENERGETICA AFRICANA
Per quanto concerne invece la governance del progetto, va rilevato come l’Ufficio nazionale degli idrocarburi e delle miniere del Marocco (ONHYM), soggetto competente per lo sviluppo del progetto e la messa in opera della condotta, nel corso di quest’anno istituirà un’autorità di gestione dedicata alla quale verrà demandata la necessaria supervisione, fondamentale ai fini dell’approvazione finale degli accordi raggiunti tra i paesi partecipanti allo sviluppo del progetto, passaggio propedeutico all’avvio dei lavori, che è stato calendato per il 2025. Il gasdotto Nigeria-Marocco si configura dunque come un’opera chiave nel quadro dell’integrazione del continente africano sul piano energetico, oltreché per il rafforzamento del ruolo svolto da Rabat quale hub energetico regionale.