a cura di donna immagine città – Salomè, del 1922, è l’adattamento della pièce di Oscar Wilde. Prodotto da Alla Nazimova e diretto con manierismo simbolista dal suo compagno di cinema e teatro Charles Bryant, una delle particolarità è nella recitazione che sfrutta ogni parte del corpo, quasi come fosse una danza.
SALOMÈ, GENERE E IDENTITÀ
Al riguardo Louis Delluc affermò: «Non abbiamo tempo di isolare le sue pose e i suoi gesti. Riusciamo solo a notare, frettolosamente, che queste pose e questi gesti sono belli, voluti e normali, vivi e stilizzati, e tra loro complementari. Ogni cosa è stata concepita come un insieme». Un lavoro in anticipo sui tempi, uno stile decisamente artificiale e opposto a quello hollywoodiano, e questo ne decretò l’insuccesso, e la condanna all’oblio. O almeno fu così per molti decenni, poi, negli ultimi anni, Salomè è stato rivalutato e celebrato come un film cult queer. Da questa nota cinematografica, e altre che vorrà suggerirci il critico cinematografico Maurizio G. De Bonis, partiremo per parlare con gli ospiti del tema relativo al genere e all’identità.
PREGIUDIZI E DISCRIMINAZIONI
Una serata dedicata a comprendere i pregiudizi, gli stereotipi, la discriminazione che subisce la comunità LGBTQIA+, con una particolare attenzione alla transfobia nel corso della quale si cercherà, altresì, di chiarire concetti come «intersex» e sfatare miti come il binarismo di genere. Il luogo della discussione online sarà la app gratuita vocale Clubhouse, mentre il titolo della room (si chiamano «room» le trasmissioni di tipo radiofonico che si tengono su Clubhouse): Salomè e la danza dei Generi. Contro transfobia e omofobia; data e orario: martedì 26 novembre 2024 dalle ore 21:00 alle ore 23:00.