ESTERI, cronache africane. Ultimi aggiornamenti dal continente

Agricoltura: organismi geneticamente modificati; economia: a Gaborone (Botswana) la prossima conferenza economica africana (ECA); Somalia, questione separatismo Somaliland: il ministro degli esteri di Mogadiscio incontra l’ambasciatore danese; SUDAN: il generale al-Burhan critica l’ONU e accetta il sostegno russo; Egitto, interscambio commerciale e finanziario con i sauditi: Riyadh investirà cinquanta miliardi di dollari al Cairo; Burkina Faso, terrorismo: congelati i beni di 113 persone sotto accusa; tra di esse figura Paul-Henri Damiba; Niger, terrorismo: tre lavoratori uccisi a seguito di un attacco armato alla diga di Kandadji

AGRICOLTURA: organismi geneticamente modificati – In Senegal la legge che regolamenta la materia era stata varata nel giugno del 2022, ora il governo di Dakar è impegnato nell’esame, in vista della successiva approvazione, del decreto attuativo della nuova normativa in materia di biosicurezza. Nella regione saheliana il Burkina Faso nel 2012 aveva adottato una normativa in materia allo scopo di facilitare la ricerca e la commercializzazione dei prodotti geneticamente modificati, aprendo così la strada al cotone ogm, nonché alla ricerca e allo sviluppo di altri prodotti, quali i fagioli resistenti alla piralide (Bacillus thuringiensis) e il riso resistente ai batteri della peronospora. Nel 2020 la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS) aveva poi varato un piano regionale per la biosicurezza, questo mentre quasi contestualmente sia il Senegal che la Mauritania approvavano leggi regolamentanti la specifica materia. Al medesimo scopo, il Niger nel 2021 aveva poi istituito un apposito comitato tecnico-scientifico. Tuttavia, nonostante tutti questi sviluppi nel settore, numerosi molti africani non risultano sufficientemente informati riguardo alle biotecnologie, permanendo così scettici riguardo alle applicazioni in agricoltura degli organismi geneticamente modificati.

ECONOMIA, a Gaborone (Botswana) la prossima conferenza economica africana (ECA) – 20 novembre 2024. La Conferenza economica africana (ECA) 2024, un importante evento co-organizzato dalla Banca africana di sviluppo, dalla Commissione economica per l’Africa delle Nazioni Unite (ECA) e dal Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP), si terrà a Gaborone, in Botswana, dal 23 al 25 novembre. All’evento parteciperanno leader africani, manager di imprese, accademici, ricercatori ed esperti; tema conduttore dei lavori sarà la garanzia del futuro economico dell’Africa di fronte alle crescenti incertezze. La Conferenza offrirà l’opportunità di discutere le pressanti sfide economiche e di rafforzare la resilienza di fronte alle crescenti pressioni globali. Quattro i tavoli principali: l’impatto dell’incertezza sullo sviluppo dell’Africa, la resilienza attraverso soluzioni africane, i finanziamenti innovativi in ​​tempi di incertezza e l’uso della tecnologia per sviluppare strategie predittive; inoltre, verrà affrontato il potenziale ruolo dell’innovazione e delle soluzioni apportate dai giovani ai fini del rafforzamento della resilienza nei vari settori di interesse. Attraverso discussioni e analisi di esperti, la Conferenza economica africana del 2024 fornirà raccomandazioni pratiche per aiutare i paesi africani a costruire un futuro stabile e prospero, affrontando un contesto globale sempre più complesso.

SOMALIA, questione separatismo Somaliland: il ministro degli esteri di Mogadiscio incontra l’ambasciatore danese – 20 novembre 2024. Ahmed Moallim Fiqi, ministro somalo degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, ha avuto un incontro con l’Ambasciatore danese a Mogadiscio, con il quale ha affrontato le problematiche relative alle elezioni in Somaliland e alle preoccupazioni che i risultati di esse hanno ingenerato. Andersen ha ribadito il rispetto di Copenhagen riguardo all’integrità territoriale e all’unità della Somalia, sottolineando come il Somaliland permanga una regione inseparabile dall resto dello Stato del Corno d’Africa. Martedì scorso erano stati diffusi risultati delle elezioni in Somaliland, che hanno poratto alla nomina di Abdirahman Mohamed Abdullahi (Irro) alla carica di Presidente. Egli, che negli anni Ottanta (quando al potere a Mogadiscio c’era Siad Barre) è stato ambasciatore somalo in Unione Sovietica, ha posto nel suo programma politico l’uscita del Paese dall’isolamento politico ed economico nel quale si trova attualmente, portandolo a ottenere un riconoscimento a livello internazionale. Il presidente uscente Muse Bihi aveva recentemente firmato un memorandum d’intesa con l’Etiopia, affittando ad Adis Abeba venti chilometri di costa in cambio del riconoscimento formale di Stato. Sebbene si sia trattato di un accordo mai reso pubblico, ha tuttavia scatenato egualmente una crisi diplomatica tra la Somalia, che lo considera una violazione della sua sovranità, e l’Etiopia. Una controversia alimentata ad arte anche da attori regionali esterni che nutrono interesse nel sostegno di una parte a danno dell’altra. Allo specifico riguardo, Irro ha espresso dubbi sull’accordo, affermando di non aver avuto accesso al protocollo e che, inoltre, «anche se esso può offrire vantaggi al Somaliland, l’opposizione una volta al potere si prenderà il tempo per esaminarlo con maggiore attenzione». È possibile che si tratti di un approccio cauto alla controversia in vista di una politica più misurata sul riconoscimento internazionale del Somaliland. Il Somaliland, che ha relazioni diplomatiche con Taiwan, costituisce anche un’alternativa strategica alla vicina Gibuti, dove nel 2017 la Cina Popolare ha stabilito la sua prima base militare all’estero. Inoltre, gli Stati Uniti d’America rinvengono nel Somaliland un importante alleato, al pari degli Emirati Arabi Uniti, che tramite il DP World gestisce il porto di Berbera.

SUDAN: il generale al-Burhan critica l’ONU e accetta il sostegno russo – 20 novembre 2024. Il presidente del Consiglio di sovranità di transizione, generale Abdul Fattah al-Burhan, ha accolto con favore il sostegno della Russia. Egli, intervenendo al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha inoltre sottolineato lo stretto contatto del Sudan con i suoi alleati internazionali. Martedì, durante l’apertura della Prima Conferenza Economica a Port Sudan, il generale Al-Burhan ha espresso la disapprovazione del Sudan per il progetto di Risoluzione dell’Onu, organizzazione che, a suo avviso, «fin dall’inizio ha minato la sovranità nazionale del Sudan». Egli ha sottolineato come la decisione non includa alcuna condanna delle milizie illegali, né delle violazioni della sovranità nazionale del Paese africano, non menzionando neppure il sostegno che viene fornito ai movimenti ribelli. Ha inoltre affermato il rifiuto del Sudan di qualsiasi soluzione imposta dall’esterno, definendole «fallimentari».

EGITTO, interscambio commerciale e finanziario con i sauditi: Riyadh investirà cinquanta miliardi di dollari al Cairo – 20 novembre 2024. Considerati nel loro complesso, gli investimenti sauditi in Egitto hanno raggiunto la cifra di cinquanta miliardi di dollari, coprendo le spese relative a oltre settemila progetti sviluppati in vari settori, quali quelli dell’edilizia, dell’industria manifatturiera, del turismo e dell’energia. Lo ha recentemente annunciato Mohamed Ali Basha, console commerciale dell’Egitto a Riyadh. «Presto tremila aziende egiziane si stabilranno nel Regno degli al-Saud», ha aggiunto il diplomatico del Cairo intervenendo nel corso della Mostra internazionale della carta e del cartone a Jeddah. Secondo i dati del Saudi Chambers Council, il volume degli scambi tra i due paesi ha raggiunto i 12,8 miliardi di dollari, rendendo l’Egitto il settimo partner commerciale dell’Arabia Saudita. Nel 2023 gli investimenti egiziani hanno pesato per il 30% degli investimenti esteri in Arabia Saudita.

BURKINA FASO, terrorismo: congelati i beni di 113 persone sotto accusa; tra di esse figura Paul-Henri Damiba – 21 novembre 2024. Le autorità militari burkinabe hanno congelato i beni appartenenti a 113 persone accusate di sostegno a organizzazioni terroristiche. Tra di esse figura anche l’ex presidente della transizione, il tenente colonnello Paul-Henri Sandaogo Damiba. La notizia del provvedimento è stata resa pubblica dal ministro dell’Economia di Ouagadougou, Aboubakar Nacanabo, che ha altresì precisato come questa misura concernente le risorse patrimoniali ed economiche delle persone sotto accusa avrà una durata di sei mesi, con possibilità di rinnovo. Durante tale periodo agli interessati viene vietato viaggiare, una limitazione imposta sulla bsae della vigente normativa in materia di riciclaggio e finanziamento del terrorismo. Nell’elenco degli accusati, oltre a Damiba figurano gli ex ministri degli Esteri (Djibrill Bassolé e Alpha Barry), dei giornalisti e dei militari. Si tratta di sanzioni estese ai militanti e ai fiancheggiatori del Gruppo di sostegno all’Islam e ai musulmani (GSIM) e dello Stato islamico nel Grande Sahel.

NIGER, terrorismo: tre lavoratori uccisi a seguito di un attacco armato alla diga di Kandadji – 22 novembre 2024. Martedì scorso tre lavoratori dell’impresa edile nigeriana Morey hanno perso la vita a causa di un attacco compiuto da una banda di criminali comuni giunti in moto nel cantiere di una diga idroelettrica sul fiume Niger nella località di Kandadji, nella regione di Tillabéri, a circa duecento chilometri a nordovest della capitale Niamey, presso il confine con il Mali. Gli aggressori avrebbero aperto il fuoco indiscriminatamente sugli operai presenti nel sito, uccidendone tre e ferendone gravemente altri tre. Nel settembre 2023, un altro attacco allo stesso cantiere costò la vita a sette soldati responsabili della messa in sicurezza dei lavori. Un’operazione congiunta aeroterrestre dei militari nigerini ha in seguito portato alla localizzazione degli attentatori a Watagouna, località in territorio maliano. La regione di Tillabéri è ormai da diversi anni teatro degli attacchi da parte dei gruppi jihadisti affiliati ad al-Qaeda e a Islamic State. La diga di Kandadji, che dovrebbe entrare in funzione nel 2025, avrà una capacità di 130 megawatt e sarà in grado di produrre 629 GWh all’anno, consentendo al Niger di ridurre la propria dipendenza energetica dalla vicina Nigeria.

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