Egli era intervenuto recentemente commentando la possibilità di un accordo per un cessate il fuoco in Libano, ritenendo che «essendo Hezbollah ancora forte in diverse parti di quel paese, Israele non si dovrebbe precipitare a stipularci una tregua», mentre, a suo avviso, «qualsiasi cessate il fuoco dovrebbe comportare lo spostamento delle unità militari sciite del Partito di Dio a oriente, oltre la linea del fiume Litani, garantendo così il completo disarmo dell’organizzazione terroristica».
LA SITUAZIONE IN LIBANO
Egli ha inoltre posto l’attenzione sull’aspetto della coesione interna al Paese dei cedri, evidenziando che molti gruppi che ne compongono il mosaico religioso e politico, tra i quali cristiani e sunniti, sono oggi interessati a disarmare Hezbollah, giungendo alla conclusione che Israele «dovrebbe unire le forze con queste comunità». Questo, mentre la possibilità per i cittadini yemeniti di fare ingresso in territorio libanese senza bisogno di un visto sul passaporto starebbe facilitando l’afflusso di combattenti Houthi in seguito inquadrati da Hezbollah nelle proprie fila e impiegati contro le forze di difesa israeliane. In misura minore, anche alcuni cittadini sauditi si sarebbero uniti a Hezbollah per combattere nel Libano meridionale.
VITTIME CIVILI E COMBATTENTI CADUTI
Tornando al conflitto in atto nella striscia di Gaza, intervistato da I24News il professor Karmon ha confutato le basi dell’accusa di genocidio mossa allo Stato ebraico, formulate da Hamas e dai suoi alleati sulla base delle informazioni fornite dal Ministero della Salute della Striscia, «dati non verificabili – ad avviso del docente di Herzliya -, che per altro includono tra i morti dai 12.000 ai 15.000 elementi combattenti palestinesi», quindi elementi, seppure molto giovani, organici ad Hamas, Jihad Islamica e altre formazioni paramilitari attive a Gaza. In effetti, se si considerano le cifre (anche considerando plausibili e non in eccesso quelle fornite dal Ministero della Salute di Hamas), il fatto che le forze armate israeliane abbiano annientato diverse brigate combattenti dell’organizzazione islamista radicale, il conto dei caduti torna, poiché si tratterebbe di migliaia di uomini.
STRISCIA DI GAZA: I TUNNEL E GLI SCUDI UMANI
«I civili palestinesi fungono da scudi umani a cui non è permesso nascondersi nell’enorme rete di tunnel costruita negli anni da Hamas – ha aggiunto Karmon nel corso dell’intervista rilasciata a I24News -, con il leader dell’organizzazione, Mousa Abu Marzouk, che ribadisce il fatto che “i tunnel di Gaza sono stati costruiti per proteggere i combattenti di Hamas, non i civili, poiché proteggere i civili della Striscia è un compito delle Nazioni Unite e di Israele”. Ma, dato che Yahyeh Sinwar è morto, il leader palestinese scelto per equilibrare le accuse del Tribunale internazionale con quelle ai leader israeliani è stato individuato nel “fantasma” Mohammed Deif».
ESILIO DORATO A DOHA
Conclude al riguardo il professor Ely Karmon che «Khalil Khaye, vice di Sinwar per Gaza, Zaher Jabarin per la Cisgiordania, Khaled Mashaal per i palestinesi all’estero, Mohammed Darwish, capo del consiglio consultivo della Shura di Hamas, e il segretario dell’ufficio politico, che non viene mai identificato per ragioni di sicurezza, sono i cinque leader che hanno sostituito Sinwar e Hanyeh (questi ultimi due eliminati dagli israeliani, n.d.r.), vivono tutti a Doha, in Qatar, ma tutti quanti loro avrebbero dovuto essere arrestati già da tempo nell’Emirato del Golfo, in quanto responsabili del massacro del 7 ottobre 2024 in Israele, però questo non è avvenuto».