Metalmeccanici: rinnovato il Ccnl artigiani area meccanica; oltre 500.000 lavoratori hanno più salario e più diritti – Roma, 20 novembre 2024. È stato firmato nella tarda serata di ieri presso la sede di CNA di Roma il rinnovo del Ccnl Artigiani area meccanica 2023-26 con Confartigianato, Casartigiani, Clai e Fim, Fiom, Uilm. A un anno e mezzo dalla presentazione della piattaforma sindacale, 500.000 lavoratori impiegati nei settori dell’artigianato metalmeccanico, della installazione di impianti, del settore orafo, argentieri, autoriparazioni e odontotecnici, del restauro trovano la copertura contrattuale salariale e normativa fino al 31 dicembre 2026. «Questo rinnovo contrattuale rappresenta una positiva anomalia – hanno dichiarato al riguardo Ferdinando Uliano e Massimiliano Nobis, rispettivamente segretario generale e segretario nazionale di Fim Cisl -, infatti avviene prima della naturale scadenza della vigenza del 31 dicembre 2026. È stata una trattativa molto impegnativa, anche il settore dell’area meccanica degli artigiani è coinvolto dal processo di trasformazione dei settori della cosiddetta grande industria, automotive ed elettrodomestico su tutti. Le parti contraenti hanno sempre comunque convenuto, durante i confronti, che un buon rinnovo contrattuale avrebbe sostenuto aziende e lavoratori nel creare le condizioni per mantenere alta la competizione delle circa 122.000 imprese del settore. L’adeguamento complessivo del 14,8% dei minimi contrattuali permette di salvaguardare il potere d’acquisto delle buste paga delle tute blu artigiane. Positivo l’aumento delle ore di formazione da otto a sedici per ciascun lavoratore e il riconoscimento dello scatto di anzianità anche per i lavoratori apprendisti. Ora come Fim Cisl nazionale avvieremo una campagna di sostengo alla contrattazione di secondo livello in tutte le regioni del paese. Sosterremo inoltre la Cisl nel promuovere le condizioni per la nascita del Fondo pensione complementare per gli oltre un milione di addetti del settore artigianato».
Ad avviso di Rocco Palombella e Luca Colonna, leader sindacali della Uilm, «con un aumento salariale del 14,8%, il CCNL degli artigiani area meccanica tutela le retribuzioni dei lavoratori. La sottoscrizione del rinnovo del Ccnl area meccanica è un passo avanti importante che mira a tutelare i 500.000 lavoratori metalmeccanici della installazione di impianti, del settore orafo, argentieri, autoriparazioni e odontotecnici, del restauro e delle attività subacquee. Parliamo di 122.000 imprese artigiane che fanno parte del grande patrimonio italiano e che costituiscono il vanto del Made in Italy. Il rinnovo stabilisce un incremento salariale di 216 euro al livello medio e di diritti fondamentali. La trattativa avviata a marzo 2023 aveva già visto un anticipo di 96 euro medi (il 6,6% di incremento sui minimi tabellari) e con questo accordo abbiamo aggiunto ulteriori 120 euro medi da qui al 31 dicembre 2026 (un incremento compressivo del 14,8% nella vigenza quadriennale). Con l’anticipo del dicembre 2023, abbiamo evitato la carenza contrattuale e tutelato le retribuzioni dei lavoratori e delle lavoratrici. Per gli aspetti normativi abbiamo previsto l’inquadramento professionale per i metalmeccanici che operano nelle strutture marine (subacquei), aumentato da otto a sedici le ore di formazione in orario di lavoro da qui al 2026, allungato il periodo di preavviso in caso di licenziamento o dimissioni e introdotto gli scatti di anzianità anche per gli apprendisti. Adesso parte il percorso democratico che porterà, ci auguriamo, alla validazione dell’ipotesi di accordo».
Automotive, crisi e scelte di Stellantis: per i sindacati «non più rinviabile un tavolo a Palazzo Chigi, se non dovesse avvenire ci auto convochiamo con i lavoratori del settore» – Dopo l’incontro avuto giovedì scorso al Ministero dell’Industria e del made in Italy (Mimit), riteniamo che non sia più rinviabile la necessità di avere un tavolo presso la Presidenza del Consiglio con i vertici aziendali ai massimi livelli. Se questo non dovesse avvenire, siamo costretti ad auto-convocarci con i lavoratori del settore presso Palazzo Chigi. Questo il commento espresso oggi sulla questione dal segretario generale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano, che ha aggiunto: «La situazione, come abbiamo ripetuto al Mimit e come da tempo stiamo denunciando, ora sta precipitando: abbiamo oltre 25.000 lavoratori che rischiano già a inizio anno, di essere licenziati a causa del mancato rifinanziamento degli ammortizzatori. Vista la situazione del settore, evidente anche dagli ultimi dati sulle vendite, si fa sempre più preoccupante. Sono a rischio di chiusura interi impianti industriali nel nostro paese e di molte aziende del settore della componentistica auto legate al motore endotermico, collegate a Stellantis o dipendenti in gran parte dalla Germania, dove già sono state annunciate le chiusure di tre impianti. Stellantis, ancora oggi, non ci ha fornito un piano industriale adeguato e chiaro per l’Italia, e da parte del Governo non sono state messe in campo misure specifiche per il settore in grado di metterlo in sicurezza. Chiediamo, anche a fronte dello sciopero e della manifestazione che, come sindacati metalmeccanici insieme a Fiom Cgil e Uilm, abbiamo messo in campo, che la Presidente del Consiglio ci convochi e apra un tavolo per avviare un confronto che possa mettere in sicurezza l’industria dell’auto nazionale e con essa le migliaia di lavoratori e aziende che vi operano. Non è possibile che i massimi vertici di Stellantis fuggano dalla responsabilità di aumentare gli investimenti nel nostro paese, a partire dalla nuova piattaforma small, alla giga factory di Termoli, a nuovi modelli e a un impegno concreto sull’indotto».