Una raffineria privata sino popolare ha acquistato un carico di petrolio da un produttore dell’Africa occidentale a seguito di un accordo di natura commerciale che ha suscitato interesse poiché, generalmente, le piccole raffinerie indipendenti cinesi preferiscono importare petrolio dall’Iran e dalla Russia (paesi sanzionati dagli Stati Uniti d’America) in ragione dei prezzi più bassi e dei tempi di percorrenza delle rotte di spedizione più brevi.
APPROVVIGIONAMENTI CINESI IN AFRICA OCCIDENTALE
La notizia è stata resa nota da Bloomberg e ripresa anche dal periodico specializzato “Africa e Affari” – https://www.africaeaffari.it/africa-la-cina-sceglie-il-greggio-africano-su-quello-russo-e-iraniano/ -, secondo i quali Landbridge Petrochemicals, che ha recentemente ridato avvio alle proprie attività a seguito di una lunga interruzione, ha acquistato due milioni di barili di greggio che verranno consegnati il prossimo gennaio.
IN ATTESA DELLE SCELTE DI TRUMP
L’accordo è stato stipulato in una fase nella quale il mercato petrolifero globale si accinge a conoscere le scelte che in campo energetico assumerà l’amministrazione statunitense che si insedierà a Washington tra poco più di un mese, in particolare quali saranno le politiche di Donald Trump in ordine alle sanzioni imposte a Teheran, che avranno effetti sulle esportazioni di materie prime energetiche. Le banche auspicano che si possano creare condizioni maggiormente rigorose, che aprirebbero spazi alla speculazione.
LE PREVISIONI DEI TRADER
Inoltre, ad avviso dei trader, la scarsità di petrolio iraniano sul mercato spot (a fronte dei timori di un possibile attacco israeliano alle infrastrutture energetiche della Repubblica Islamica) avrebbe indotto le piccole raffinerie indipendenti a rinvenire altrove il greggio di cui necessitano. Per quanto concerne il petrolio iraniano, il greggio leggero è stato fornito alle raffinerie cinesi con un ribasso del prezzo pari a 2 dollari al barile, secondo le quotazioni del Brent all’Intercontinental Exchange, questo rispetto ai 3,50 dollari di un mese fa. Riguardo a quello estratto nelle regioni orientali della Federazione Russa, l’Espo caricato a gennaio è stato offerto a un premio di 1,80 dollari al barile.