Il 16 novembre i libici verranno chiamati alle urne per le elezioni municipali, consultazione che viene ritenuta un importante banco di prova ai fini della stabilità e dell’unità del Paese nordafricano, un momento decisivo in direzione della possibile transizione democratica, che presupporrebbe il riavvicinamento politico tra le fazioni rivali e che ha luogo in una fase delicata caratterizzata ancora da profonde divisioni.
ELEZIONI IMPORTANTI IN UNA FASE DELICATA
I seggi verranno aperti in 58 municipalità delle varie regioni della Libia, dove non si vota più ormai da dieci anni. Ad avviso dell’Alta commissione elettorale nazionale (HNEC), ente competente della gestione della consultazione elettorale, sono state predisposte le condizioni per garantire lo svolgimento delle operazioni di voto in sicurezza, malgrado perdurino le tensioni tra le amministrazioni di Tripoli e Bengasi. Esse vengono regolate da una nuova normativa emessa dalla Commissione elettorale lo scorso mese di ottobre che ha suddiviso in tre livelli le circoscrizioni elettorali, a seconda della grandezza delle municipalità: piccoli, medi e grandi comuni, statuendo altresì il numero dei consiglieri che siederanno nei consigli comunali, composti rispettivamente da sette, nove e undici membri sulla base della popolazione residente.
LA NUOVA NORMATIVA VIGENTE IN MATERIA DI VOTO
Tale suddivisione è stata concepita allo scopo di garantire una rappresentanza adeguata in tutte le aree del Paese, rispettando le proporzioni demografiche e i residenti non registrati di ciascuna municipalità. Le elezioni avranno luogo mediante un sistema misto che prevede sia le liste che le candidature individuali, in linea con la legge 59/2012 recante disposizioni realtive all’amministrazione locale. Dunque, a oggi in totale vengono previste 142 circoscrizioni elettorali distribuite nell’intero territorio libico: 37 in Cirenaica, 28 nel Fezzan (sud-ovest) e 77 in Tripolitania. Le operazioni di voto del 16 novembre verranno rese possibili dal lavoro di più di cinquemila persone, che a vario titolo verranno assegnate a 352 centri e 777 seggi.
OSSERVATORI AI SEGGI
Sempre secondo la HNEC, si sono registrati 1.273 osservatori locali e 4.333 rappresentanti di lista e dei candidati, figure che monitoreranno l’andamento delle elezioni e la loro regolarità. Essi verranno affiancati da osservatori internazionali, oltreché da delegati di diversi paesi e organizzazioni, che saranno autorizzati a recarsi all’interno dei seggi al fine di assicurarsi della correttezza delle operazioni di voto. La presenza di osservatori (sia locali che internazionali) viene considerata una garanzia di trasparenza e correttezza, oltreché un importante elemento di sostegno della fiducia da parte della popolazione al processo elettorale.
UN TEST FONDAMENTALE AI FINI DEL FUTURO
Come accennato, questa consultazione elettrorale si svolgerà in un clima di divisione tra l’Oriente e l’Occidente del Paese, diviso tra due governi rivali che esercitano un controllo territoriale e politico distinto, uno da Tripoli e l’altro da Bengasi. Si tratta di una frattura che viene aggravata dal persistente divampare di conflitti locali, seppure la HNEC abbia trovato la collaborazione dei ministeri dell’Interno delle due diverse amministrazioni, aspetto che dovrebbe garantire un adeguato livello di sicurezza durante le operazioni di voto. In ogni caso si tratta di un test fondamentale riguardo alle future elezioni presidenziali e legislative, da anni rese impossibili dal conflitto e dalle incertezze di natura politica.
IL SOSTEGNO DELLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE
«Il successo delle elezioni municipali potrebbe aprire la strada a una nuova fase politica – ha dichiarato all’Agenzia Nova Abu Bakr Marda, membro della HNEC -, tuttavia, molto dipenderà dalla effettiva disponibilità delle varie fazioni libiche a rispettare i risultati e a sostenere un eventuale processo di pacificazione». Il sostegno della comunità internazionale viene considerato essenziale per il successo delle elezioni, che viene ritenuto dai libici un forte incentivo per la stessa Commissione elettorale. L’Alta commissione elettorale ha ricevuto supporto tecnico e finanziario da vari attori internazionali, inclusa l’Italia che figura tra i suoi principali sostenitori, al terzo posto tra i donatori con quattro milioni di euro versati dall’inizio delle attività della HNEC.
IL PUNTO DI VISTA DELLA FARNESINA
Il 12 novembre scorso l’ambasciatore italiano a Tripoli, Gianluca Alberini, ha preso parte a un incontro con Emad Sayeh (presidente di HNEC) assieme ai principali donatori internazionali, nel corso della riunione il diplomatico ha evidenziato l’importanza di svolgere le elezioni amministrative locali, considerate un passo fondamentale in vista della futura organizzazione di quelle politiche nazionali, un risultato auspicato dalla comunità internazionale e dal popolo libico. Lo stesso Alberini ha sottolineato inoltre come queste elezioni rappresentino una «tappa cruciale per il consolidamento democratico e la stabilizzazione del Paese. La comunità internazionale ha a lungo sostenuto l’importanza di elezioni trasparenti e inclusive come strumento per consolidare la pace e favorire una transizione democratica in Libia».
CONDIZIONI ALLA BASE DI UN PROCESSO ELETTORALE COMPLETO
Ad avviso di Nicola Orlando, rappresentante dell’Unione europea in Libia e già inviato speciale italiano nel Paese nordafricano che ha incontrato anch’egli Sayeh, «consigli municipali e sindaci competenti e responsabili sono essenziali per fornire servizi efficaci alle comunità locali e l’Unione europea resta impegnata a sostenere questo importante processo democratico attraverso l’UNDP Libia». In effetti, un successo delle elezioni locali, per le quali è prevista una seconda tornata nel gennaio 2025, potrebbero incoraggiare i libici e i loro leader politici a procedere in direzione di elezioni presidenziali e legislative, ma tutto questo è subordinato al raggiungimento di un accordo politico che consenta il varo di un governo di unità nazionale. A questo proposito la Camera dei Rappresentanti e l’Alto Consiglio di Stato hanno recentemente discusso una serie di proposte di riforma, tuttavia permangono profonde divergenze tra le diverse fazioni. Si ritiene dunque che soltanto in presenza di una volontà comune e grazie alla cooperazione delle forze di sicurezza sull’intero territorio libico potranno consentire lo svolgimento di un processo elettorale completo.