MAROCCO, Piano Mattei. Le opportunità aperte da Rabat per accelerarne l’attuazione

La crescente influenza esercitata da Rabat nel continente africano, in particolare sui paesi francofoni costituisce un potenziale vantaggio per l’Italia nel quadro dell’attuazione del Piano Mattei, in quanto il Regno nordafricano si è andato affermando quale attore chiave nella regione in virtù della sua consolidata rete di relazioni di natura sia economica che culturale, oltreché grazia al ruolo centrale svolto dalle sue imprese nei settori bancario ed energetico

La crescente influenza esercitata da Rabat nel continente africano, in particolare sui paesi francofoni costituisce un potenziale vantaggio per l’Italia nel quadro dell’attuazione del Piano Mattei, in quanto il Regno nordafricano si è andato affermando quale attore chiave nella regione in virtù della sua consolidata rete di relazioni di natura sia economica che culturale, oltreché grazia al ruolo centrale svolto dalle sue imprese nei settori bancario ed energetico.

LA CONSOLIDATA RETE DI RABAT NELLA FINANZA AFRICANA

Gli istituti bancari marocchini sono presenti nelle economie dell’Africa occidentale e centrale, dove garantiscono una solida struttura finanziaria e un capillare network in grado di facilitare l’accesso a mercati altrimenti difficili da penetrare da parte degli operatori europei. Roma si trova quindi nelle condizioni di beneficiare delle istituzioni finanziarie di Rabat avvalendosi delle competenze e della penetrazione in profondità nel tessuto economico africano di queste ultime. L’opportunità che viene evidenziata è quella relativa alla creazione di una presenza attiva per Istituzioni e imprese muovendo da una base minima se non addirittura inesistente facendo perno sull’expertise marocchino.

RENDERE OTTIMALI LE CONDIZIONI DI INTERVENTO

Inoltre, enti e operatori del Regno nordafricano, nello specifico settore si sono costruiti una reputazione caratterizzata dai due requisiti indefettibili dell’affidabilità e della stabilità, rafforzando i propri legami con i paesi francofoni in modo da attrarre gli investitori internazionali. Dunque, avviando una proficua collaborazione con le imprese marocchine, i partner italiani si troverebbero nelle condizioni di utilizzare appieno queste preesistenti relazioni, orientando ove possibile i propri interessi con quelli di Rabat, al fine di intraprendere iniziative congiunte che rispettino le sensibilità locali e vengano quindi accettate dalle popolazioni e dai governi africani con i quali si intende collaborare.

IL MEDITERRANEO PERMANE AL CENTRO DI TUTTO

Qualora il Piano Mattei varato da Roma ricevesse un pieno sostegno da Rabat si creerebbero le condizioni ideali per una sua efficace e rapida implementazione, con il risultato di porre l’Italia in una posizione di maggiore forza nella regione, un importante sostegno nella competizione sui mercati africani con gli altri attori di respiro internazionale. Si tratterebbe di una sinergia in grado di rivelarsi determinante ai fini del consolidarsi di un partenariato strategico finalizzato allo sviluppo economico e alla stabilità complessiva. È innegabile che il Mediterraneo permanga un teatro di sfide complesse, in primo luogo concernenti la sicurezza e il fenomeno migratorio. Su questo stesso bacino si affacciano sia l’Italia che il Marocco, ergo, si rende necessaria una gestione comune dei problemi.

UN APPROCCIO AL PROBLEMA DELL’IMMIGRAZIONE ILLEGALE

Si rifletta sui flussi illegali di migranti, una questione certamente complessa che richiede un approccio lucido e pragmatico nel senso della indefettibilità della gestione multilaterale dei problemi connessi e della imprescindibilità della collaborazione con i paesi dai quali i flussi originano, come con quelli di transito e, financo, di destinazione. In questo contesto, la cooperazione tra Italia e Marocco risulta complessiva, in quanto, oltre agli aspetti di natura economica, concerne anche quelli relativi alla sicurezza e alla stabilità regionale. La particolare posizione geografica del Regno nordafricano in questo senso risulta strategica, così come il suo ruolo di ponte tra Africa ed Europa.

DIALOGO SUI PIANI CULTURALE E RELIGIOSO

Infine, ma non ultimi per importanza, i temi culturali e religiosi, strettamente connessi alla promozione del dialogo e dell’integrazione. Un esempio deriva dalle relazioni con l’Istituto Mohammed VI per la formazione degli imam, dei predicatori e delle guide religiose. Fondato in Marocco nel 2015, rinviene le proprie competenze nella formazione dei leader religiosi sulla base di un Islam moderato e tollerante, informato ai principi della convivenza pacifica. In Italia vive una nutrita comunità musulmana, che potrebbe trovare nel modello veicolato diuturnamente dall’Istituto Mohammed VI un’opportunità per formare guide religiose in grado di integrarsi pienamente nella società italiana, contribuendo al suo sviluppo, favorendo al contempo il dialogo interculturale e il contrasto dei fenomeni di radicalizzazione.

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