La morte della Pizia, di Friedrich Dürrenmatt, in scena al Teatro Arcobaleno di Roma (Centro Stabile del Classico) da venerdì 15 a domenica 24 novembre per la regia di Giuseppe Marini.
L’OPERA DI FRIEDRICH DÜRRENMATT
Per la terza stagione consecutiva Patrizia La Fonte e Maurizio Palladino tornano a calcare le scene romane diretti da Giuseppe Marini con questo autentico cammeo teatrale tratto dall’omonimo racconto scritto nel 1976 dal drammaturgo svizzero Friedrich Dürrenmatt, opera pubblicata per la prima volta in Italia nel 1988. La traduzione di Renata Colorni per Adelphi, da cui la stessa La Fonte assieme a Irene Lösch ha tratto l’adattamento teatrale approvato da Diogenes Verlag, erede di Dürrenmat, non altera i colori grotteschi e beffardi con cui l’autore, non senza un certo sarcastico divertimento, riesaminando a proprio piacimento i fatti e gli accadimenti inerenti la vicenda di Edipo, ripropose nelle pagine le tante, molte verità espresse dall’oracolo di Delfi nonché quelle che oggi chiameremmo le «fake news» intorno alla vicenda manipolate da oracoli e veggenti.
LA FRAGILITÀ DEI MEZZI DI CONOSCENZA DELL’UOMO
Attraverso una briosa trama tessuta ad hoc su personaggi e attori, nel tentativo di conoscere e capire la realtà, si fa sempre più leggibile il conflitto insanabile tra chi vede la follia del caso e chi cerca di leggere un senso organico nel groviglio degli accadimenti che ci travolgono. Pannychis Undici, sacerdotessa Pizia in carico all’oracolo di Delfi oramai prossima allo scadere dei suoi giorni, viene convocata dal potente Tiresia assieme a Merops, sacerdote e tesoriere del tempio, a render conto di taluni responsi allo scopo di rivedere, al cospetto imbarazzante delle vittime, vicende e profezie delle quali entrambi si sono resi in diverso modo artefici. Edipo, Giocasta, la Sfinge, appaiono sulla scena come visioni rivelatrici della fragilità dei nostri mezzi di conoscenza.
IL MITO SMASCHERATO IN CHIAVE GROTTESCA
La Pizia e Tiresia, a confronto con una realtà che va ben oltre le profezie, esauriranno insieme il loro compito. Verrà dunque il tempo della nuova Pizia, poiché le Pizie e i veggenti passano, mentre i mercanti di notizie sopravvivono. Dürrenmatt smaschera in chiave grottesca il mito e delinea con tinte forti lo smarrimento degli uomini travolti da un groviglio di eventi incontrollabili come i Greci sono costretti a scegliere una loro verità in mezzo a un vortice di oracoli e profezie, lo stesso accade a noi, nel nostro tempo: è umano credere a quello che risponde alle nostre aspettative o che ci tranquillizza nelle nostre certezze. Il testo di Dürrenmatt rimanda al cinismo delle informazioni pilotate e al caos di notizie che oggi ci disorienta anche di più che nel suo tempo. Così abbandonati alla deriva, siamo anche noi costretti a scegliere una nostra verità. La morte della Pizia ha vinto il Premio Franco Enriquez 2024 Città di Sirolo come Miglior regia.
LA MORTE DELLA PIZIA
Progetto Goldstein presenta: La morte della Pizia, di Friedrich Dürrenmatt, in scena dal 15 al 24 novembre 2024 al Teatro Arcobaleno (Centro Stabile del Classico); per la regia di Giuseppe Marini; scena di Alessandro Chiti, costumi di Helga H. Williams; musiche originali di Paolo Coletta; disegno luci di Alessandro Greco; foto di scena di Pino Le Pera; assistente alla regia Giorgia Macrino; traduzione di Renata Colorni, edita da Adelphi; adattamento teatrale di Patrizia La Fonte e Irene Lösch; in accordo con Arcadia & Ricono Ltd, per gentile concessione di Diogenes Verlag.
INFO E PRENOTAZIONI
Teatro Arcobaleno: Via Francesco Redi 1/A Roma
biglietti: prezzo intero 23,00 euro; ridotto 19,00 euro (Cral, associazioni convenzionate, Feltrinelli, Bibliocard, RomaPass, Over 65); ridotto studenti 15,00 euro (al di sotto dei 25 anni di età);
+390644248154
+393202773855