AMBIENTE, emissioni climalteranti. Aviazione civile: modificare il tragitto del 3% dei voli dimezzerebbe il riscaldamento climatico da scie di condensazione

Secondo lo studio analitico effettuato da Transport & Environment sarebbe sufficiente un minimo sovrapprezzo pari a due euro applicato a ogni biglietto per un volo intercontinentale a coprire la spesa e ridurre così l’impatto delle «contrail», le emissioni non CO₂ dell’aviazione che pesano di più sul clima

a cura di   Florentina Ricciarelli – Basterebbe dunque soltanto modificare l’itinerario di una piccola parte dei voli, il 3%, per abbattere entro il 2040 più del 50% degli agenti che provocano l’effetto climalterante, le contrail, cioè le scie di condensazione lasciate nei cieli dagli aerei al loro passaggio. Ecco cosa è emerso dal nuovo report di Transport & Environment, principale organizzazione indipendente europea per la decarbonizzazione dei trasporti.

UN PICCOLO INCREMENTO DEL PREZZO PER RIDURRE LE CONTRAIL

Sulla base dell’analisi effettuata da T&E il carburante addizionale utilizzato per «allungare» gli itinerari ed evitare così la formazione di scie, corrisponderebbe soltanto a un incremento pari allo 0,5% dei consumi su base annua dell’intera aviazione civile globale; i singoli voli la cui rotta andrebbe modificata, a fronte di un incremento di carburante del 5% circa, potrebbero così ridurre dell’80% l’effetto climalterante delle scie. Evitare la formazione di contrails è una no regrets strategy, infatti, l’effetto climatico netto è sempre positivo poiché i benefici derivanti dalla mancata formazione di scie sono sempre maggiori, tra le 15 e le 40 volte, rispetto agli impatti delle emissioni addizionali di CO₂ generate dal cambio delle traiettorie di volo. Si prevede inoltre che tali benefici aumenteranno con il miglioramento delle tecnologie di osservazione (satelliti e telecamere da terra), di previsione metereologica e relative ai sensori di umidità.

INCIDENZA DI LATITUDINE E ORARI DEI VOLI SULL’IMPATTO DELLE SCIE

La geografia e la latitudine del volo comportano una forte incidenza in termini di impatto climatico delle scie. I voli sopra il Nord America, l’Europa e la regione dell’Atlantico settentrionale nel solo 2019 hanno causato oltre la metà del riscaldamento globale derivante da contrail. Anche gli orari di volo  concorrono a determinare gli effetti climatici delle scie: quelle formate dai voli serali e notturni hanno l’impatto maggiore. Altrettanto vale per la stagionalità: le scie con l’effetto più pronunciato tendono a formarsi in inverno. Carlo Tritto (Sustainable Fuels Manager di T&E Italia) spiega al riguardo che «all’industria aeronautica viene offerto un modo semplice ed estremamente economico per ridurre il proprio impatto sul clima. Alcuni operatori del settore tendono a ignorare il problema delle scie di condensazione, ma i benefici climatici associati alla loro mancata formazione sono enormi, e le soluzioni per mitigare il fenomeno migliorano di giorno in giorno. Identificando e modificando le traiettorie di quei pochissimi voli che causano la gran parte dei contrail, possiamo avere un effetto immediato sugli impatti climatici dell’aviazione. Non è più ora di discutere se sia necessario farlo, ma di come farlo».

RIDURRE LE CONTRAIL COSTEREBBE POCO

Evitare la formazione di scie è particolarmente economico. Lo studio rileva che deviare la traiettoria di un volo intercontinentale da Roma a Montreal al fine di ridurre la formazione di scie e utilizzando una stima conservativa, costerebbe appena 2,09 euro a biglietto (o meno di un euro per un volo intraeuropeo quale potrebbe essere la relazione tra Milano e Stoccolma). Questo valore tiene conto sia dei costi legati all’incremento di carburante, sia  a quelli di tutte le tecnologie necessarie per evitare la creazione di contrail (sensori di umidità, satelliti, eccetera). Per ogni tonnellata di CO₂ equivalente abbattuta, questa strategia è oltre quindici volte più economica di altre soluzioni climatiche come la cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS). Evitare la formazione di scie di condensazione è una soluzione che andrebbe adottata su larga scala nell’arco di questo decennio, agendo con decisione per limitare l’impatto del settore aereo nel breve termine.

LA STRATEGIA T&E PER RIDURRE L’INQUINAMENTO DA SCIE

La strategia elaborata da T&E allo scopo di ridurre l’inquinamento da scie si basa su monitoraggio, prevenzione e finanziamenti. Compagnie aeree, start up e altri soggetti stanno già sviluppando progetti concepiti al fine della riduzione della formazione di contrail. Nel 2023 è stato condotto un test su settanta voli nei quali è stata evitata la formazione del 54% di contrail con una penalità (nei termini del consumo di carburante) stimata al 2% per i vettori esaminati nel corso del test. Per garantire che la prevenzione della formazione di scie avvenga su larga scala, T&E raccomanda che il monitoraggio delle stesse avvenga su tutti i voli in partenza e in arrivo nell’Unione europea a partire dal 2027 e che le autorità regolatorie adottino misure di prevenzione della formazione di contrail nello spazio aereo europeo. L’Unione europea dovrebbe inoltre finanziare la ricerca in questo campo e offrire incentivi a produttori e compagnie aerei che per primi si impegneranno su questo fronte, almeno sin quando le tecnologie non diventeranno il nuovo standard.

LAVORARE PER RIDURRE L’IMPATTO CLIMATICO

«Lavorare sulle contrail per ridurre l’impatto climatico dell’aviazione – conclude Tritto -, sono poche le soluzioni climatiche che possono essere attuate così rapidamente, a costi così contenuti e con un impatto minimo su industria e consumatori. Chiediamo ai decisori politici e all’industria aeronautica di agire ora, fianco a fianco, per assicurare che tra dieci anni i nostri cieli siano liberi da scie di condensazione. È l’occasione del decennio per ridurre l’impatto climatico dell’aviazione: per questo è necessario agire subito». Infatti, le scie di condensazione sono le non-CO₂ emissions a impatto maggiore: le emissioni e gli effetti climalteranti dell’aviazione diversi rispetto a quelli delle sole emissioni di CO₂ sono almeno pari a queste ultime. In particolare, sono proprio le scie di condensazione generate dai velivoli che volano in condizioni di aria fredda e umida ad avere l’impatto maggiore tra le cosiddette «non-CO₂ emissions». La maggior parte di queste scie si dissolve in pochi minuti, tuttavia, in determinate condizioni possono persistere nell’atmosfera, diffondersi e diventare cirri artificiali, capaci di determinare un effetto netto di riscaldamento. Un importante  studio di riferimento ha stimato che il forzante radiativo effettivo delle scie di condensazione relativo all’anno 2018 è stato maggiore di quello della CO₂ storica emessa dal settore dal 1940 al 2018. Infine, T&E ammonisce che, sebbene evitare le scie porterebbe a significativi benefici per il clima, non rende comunque meno urgente la riduzione delle emissioni di CO₂ del settore dell’aviazione, il cui impatto sul clima rimane significativo.

NOTE AGGIUNTIVE

Alcuni studi dimostrano che il beneficio climatico sarebbe più di cento volte superiore alla penalità in termini di CO₂.

Il costo di abbattimento associato alla mancata formazione di scie di condensazione si attesta a 20 euro/tCO₂eq abbattuta contro i 360 euro/tCO₂eq associato alla CCS.

Lo studio condotto da T&E ha scattato una fotografia dell’atmosfera relativa all’anno 2018, misurando in seguito sulla base di essa l’impatto climatico della CO₂ e delle scie di condensazione dell’aviazione.

Da un lato, la «CO₂ dell’aviazione nel 2018» è la CO₂ accumulata da decenni nell’atmosfera. Essa provoca un determinato impatto di riscaldamento istantaneo (ERF), misurato in W/m², che chiamiamo impatto X.

Dall’altro lato, nella «foto» dell’atmosfera é presente anche una certa quantità di scie di condensazione (contrail). Le scie appena create dagli aerei non si accumulano, ma l’impatto istantaneo da esse generato sul riscaldamento (ERF) risulta maggiore dell’impatto X della CO₂ accumulata tra il 1940 e il 2018.

Sebbene non sia un concetto facile da spiegare è però scientificamente valido (la formulazione proviene infatti da scienziati climatici italiani) e da un’idea dell’impatto climatico spropositato delle scie.

In questo studio sono state fatte una serie di assunzioni molto conservative, che risultano in un costo stimato per la mancata formazione di scie di condensazione tra le tre e le dieci volte superiori ad altre fonti scientifiche, con minori benefici climatici associati. Con delle assunzioni meno conservative, i costi sarebbero inferiori e i benefici climatici superiori, rendendo ancora più attrattiva la strategia di evitare la formazione di contrail.

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