ENERGIA, nucleare. Sviluppo di Small Modular Reactor: ENEA coordina un progetto da 4 milioni di euro

I reattori modulari refrigerati ad acqua leggera (LW-SMR) sono più avanzati rispetto a quelli ad acqua leggera di maggiori dimensioni (LWR), poiché grazie alle attività di ricerca condotte negli ultimi decenni, oltreché alle notevoli esperienze operative maturate nel settore degli LWR, è stato possibile rinvenire soluzioni di sicurezza di livello superiore. Gli LW-SMR si caratterizzano per una riduzione sia della potenza unitaria, che dei tempi di realizzazione e del rischio economico finanziario, inoltre, offrono il vantaggio di una semplificazione sul piano costruttivo e una elevata sicurezza intrinseca

Potenziare le conoscenze e favorire lo scambio di know how al fine di generare energia in modo sicuro e sostenibile attraverso il ricorso agli Small Modular Reactor (SMR), piccoli reattori nucleari modulari refrigerati ad acqua leggera (LWR)(¹), questo è l’obiettivo che si sono posti gli scienziati applicatisi allo sviluppo del progetto SASPAM-SA(²), attività coordinata dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) e co-finanziata con più di quattro milioni di euro nell’ambito di Horizon Euratom. Allo sviluppo di questo progetto partecipano complessivamente ventitré partner di tredici paesi europei, tra cui, per l’Italia, si segnalano il Politecnico di Milano, Sapienza Università di Roma e l’azienda SinTec.

SMALL MODULAR REACTOR (SMR)

I reattori modulari refrigerati ad acqua leggera (LW-SMR) sono più avanzati rispetto a quelli ad acqua leggera di maggiori dimensioni (LWR), poiché grazie alle attività di ricerca condotte negli ultimi decenni, oltreché alle notevoli esperienze operative maturate nel settore degli LWR, è stato possibile rinvenire soluzioni di sicurezza di livello superiore. Gli LW-SMR si caratterizzano per una riduzione sia della potenza unitaria, che dei tempi di realizzazione e del rischio economico finanziario, inoltre, offrono il vantaggio di una semplificazione sul piano costruttivo e una elevata sicurezza intrinseca in virtù dell’adozione di sistemi automatici, che quindi entrano in funzione senza la necessità dell’intervento umano.

CRESCENTE INTERESSE PER QUESTE TECNOLOGIE

Sottolinea al riguardo Fulvio Mascari, membro del Dipartimento Nucleare dell’ENEA e coordinatore del progetto, che «i reattori SMR, disponibili e installabili in un orizzonte temporale massimo di dieci anni, rappresentano una delle principali opzioni per includere il nucleare nel mix energetico di un paese, soddisfacendo in questo modo le necessità di de-carbonizzazione tra il 2040 e il 2050, ed è per questa ragione che in Europa si assiste a un crescente e fortissimo interesse per tecnologie del genere. Diverse attività sono in atto, come questo progetto, al fine di identificare le attività di ricerca e sviluppo da portare a termine per supportare e velocizzare i processi autorizzativi, inclusi alcuni criteri per la scelta del sito di installazione».

I PROCESSI AUTORIZZATIVI

Per fare il punto su progressi e azioni a breve termine nel campo degli SMR ad acqua e favorire anche il coordinamento tra organizzazioni internazionali, ENEA ha organizzato l’evento International Workshop on SMR Safety for a Sustainable Short term Deployment, al quale grazie al sostegno di ENEN2Plus (European Nuclear Education Network) hanno partecipato, tra gli altri, sedici giovani ricercatori. «Malgrado l’aumento della sicurezza intrinseca di questi reattori, nel processo autorizzativo è obbligatoria una dimostrazione della loro sicurezza anche e soprattutto nei confronti dell’ambiente esterno – aggiunge Mascari -, in questo contesto le ricerche degli ultimi anni e la conoscenza consolidata, in termini di dati sperimentali e strumenti computazionali sviluppati e validati, costituiscono un bagaglio di conoscenze e know how preziosissimo e fondamentale ai fini del processo autorizzativo».

PARTNER EUROPEI

Gli altri partner europei del progetto sono: TRACTEBEL (Belgio); INRNE e TUS (Bulgaria); JRC- Joint Research Center (Commissione europea); CNRS, IRSN e EDF (Francia); FZJ, KIT, RUB e GRS (Germania); LEI (Lituania); SURO (Repubblica Ceca); RATEN (Romania); CIEMAT (Spagna); KTH (Svezia); VTT (Finlandia); PSI (Svizzera); SSTC-NRS (Ucraina).

info: fulvio.mascari@enea.it

NOTE

(¹) Reattori ad acqua leggera (LWR, Light Water Reactors) sono il tipo più comune di reattori nucleari e utilizzano acqua naturale (non arricchita con isotopi di idrogeno pesante come il deuterio) per svolgere due funzioni: rallentare i neutroni prodotti dalla fissione nucleare in modo che possano sostenere una reazione a catena più efficiente e refrigerare il nucleo del reattore, rimuovendo il calore generato dalla fissione per trasferirlo a un sistema che può convertirlo in elettricità.

(²) SASPAM-SA (Safety Analysis of SMR with Passive Mitigation strategies – Severe Accident) https://www.saspam-sa.eu

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