USA, presidenziali 2024. Tornano le richieste di abolire il collegio elettorale che rende indiretta l’elezione alla Casa Bianca

In cinque occasioni il voto popolare è stato ribaltato

Il sistema elettorale che elegge il presidente degli Stati Uniti d’America è maggioritario. I nomi dei candidati alla Casa Bianca compaiono sulla scheda, ma gli elettori non votano direttamente per i candidati alla Presidenza degli States, bensì attraverso rappresentanti in ogni Stato denominati “grande elettori”.

Questi sono 538 in totale, ovvero tanti quanti il numero dei membri al Congresso più tre ulteriori rappresentanti del distretto di Washington. Ogni Stato dell’Unione ha un numero di variabile di “grandi elettori” proporzionale alla popolazione che vi risiede. Chi vince il voto popolare, conquista tutti i voti elettorali di quello Stato.

DUE ECCEZIONI PROPORZIONALI

Le uniche eccezioni sono rappresentate da Nebraska e Maine, che utilizzano un sistema misto, assegnando cioè alcuni dei loro grandi elettori in base ai risultati nei singoli distretti congressuali, mentre il resto viene assegnato al candidato che vince a livello statale.

Vince la Casa Bianca il ticket formato da Presidente e Vicepresidente che si porta a quota 270 voti elettorali. Nella remota ipotesi che nessuno raggiunga questo traguardo – come potrebbe avvenire in una corsa con tre o più candidati – sarà il Congresso ad eleggere il presidente.

COMPENSARE IL VOTO DELLE CITTA’

Nel ‘700 questo era un meccanismo che permetteva di equilibrare il potere del Presidente con quello del Congresso. Senza questo filtro, il voto del presidente sarebbe stato appannaggio delle decisioni assunte dagli abitanti delle grandi città rispetto a quelli delle cittadine rurali.

Il collegio elettorale rende ovviamente alcuni Stati più importanti di altri. Gli Stati con il maggior numero di grandi elettori sono la California che ne vanta 54, il Texas con 40 e la Florida con 30. Mentre otto Stati, tra cui il distretto di Washington, ne hanno solo tre.

VOTO POPOLARE RIBALTATO NEL 2000 E 2016

E’ accaduto cinque volte nella storia che il vincitore del voto popolare, perdesse la Casa Bianca per il voto elettorale. Nel 2016, Hillary Clinton con Trump e nel 2000 con Al Gore sconfitto da George W. Bush. Altri tre casi risalgono all’800. Ciò spiega perché i candidati rinuncino a fare campagna negli Stati in cui non sono competitivi.

L’elezione del presidente degli States passa dunque attraverso una manciata di Stati in cui il voto è pronosticato in equilibrio. Nella corsa alla Casa Bianca 2024, l’elezione dipende da chi vincerà in sette Stati: Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, North Carolina, Georgia, Nevada e Arizona.

RIFORMARE IL SISTEMA E’ POSSIBILE

L’intenzione dei “padri fondatori” era quella di cercare di dare la giusta rappresentanza ai singoli Stati e agli elettori per come questi erano distribuiti nel territorio, dando rilievo al voto di quanti risiedevano fuori dai grandi centri abitati ai quali veniva data facoltà di ribaltare il consenso cittadino.

In molti vogliono emendare la Costituzione, alcuni attraverso una strada più veloce: il National Popular Vote Interstate Compact, a cui hanno aderito 17 Stati. Insieme sommano 209 voti elettorali a meno di 61 per conferire forza legale al patto, tramite il quale il vincitore del voto popolare entrerebbe direttamente alla Casa Bianca

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