MISTERI ITALIANI, mostro di Firenze. Emersi nuovi elementi sul «rosso del Mugello»

Il caso è stato affrontato ieri nel corso della trasmissione “Far West” andata in onda su Rai 3. Stando a quanto emerso nel corso della trasmissione, l'uomo del Mugello con i capelli rossi avrebbe lavorato alla Procura della Repubblica di Firenze (colui che insidertrend.it definì come il possibile individuo «molto vicino agli ambienti giudiziari fiorentini») e, secondo quanto rifderito dal fratello interpellato nell’indagine giornalistica, potrebbe aver avuto rapporti di amicizia con il giudice Pier Luigi Vigna

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a cura di redazione insidertrend.it – La trasmissione “Far West” condotta dal giornalista Salvo Sottile e mandata in onda da Rai 3 ieri sera, venerdì 24 ottobre 2024, ha avuto quale tema l’irrisolto caso del mostro di Firenze.

MISTERI ITALIANI

Essa ha ripreso per larga parte quanto da noi pubblicato in precedenza in alcuni articoli di stampa e interviste audio su insidertrend.it, riferimenti dei quali in calce forniamo i link. Nel corso della prima parte del programma trasmesso ieri da Rai 3 è stata ricostruita la vicenda relativa alla cosiddetta pista del «rosso del Mugello», in qualche modo tralasciata dagli inquirenti, che tuttavia a detta di alcuni testimoni indicherebbe in un cacciatore la persona rispondente al fotofit a suo tempo ricavato da chi indagò sui casi di omicidio di coppie appartate in campagna.

NUOVI ELEMENTI DI INTERESSE INVESTIGATIVO

Ad avviso di Paolo Cochi, giornalista e già consulente di parte e ricercatore che ha condotto indagini sul caso per un breve periodo anche avendo accesso ai faldoni della Procura della Repubblica di Firenze, collega che in passato insidertrend.it ha ripetutamente intervistato, oggi sarebbero venuti alla luce ulteriori nuovi elementi di «notevole interesse investigativo» riguardanti il vecchio rapporto del 1984 sull’uomo di Borgo San Lorenzo sospettato dai Carabinieri. Cochi ha riferito alla Pubblico Ministero Beatrice Simona Giunti, che attualmente segue il caso, elementi in gardo di porre direttamente in relazione questo sospettato alle attività criminali perpetrate a suo tempo dal mostro nella cintura fiorentina.

PISTE NEGLETTE E VICENDE DA APPROFONDIRE

Tra gli elementi da approfondire vi è il dna presente sulle lettere attribuite al mostro che vennero inviate ai magistrati della Procura della Repubblica di Firenze, competente per  le indagini, oltre a una perizia sulla macchina per scrivere appartenuta al cosiddetto «rosso del Mugello», che sembrerebbe presentare non pochi tratti comuni con i segni di usura e le anomalie grafiche che si evidenziano nelle citate missive. Tra gli episodi episodi inquietanti ricostruiti dai redattori della trasmissione “Far West” di Rai 3 vi è la testimonianza di un’autostoppista (registrazione audio insidertrend.it A288), ragazza che sarebbe venuta a conoscenza della macabra lettera contenente un feticcio indirizzata al magistrato Silvia Della Monica prima ancora che di essa venisse data pubblica notizia dalla stampa.

L’UOMO CON I CAPELLI ROSSI DEL MUGELLO

Stando a quanto emerso nel corso della trasmissione, l’uomo del Mugello con i capelli rossi avrebbe lavorato alla Procura della Repubblica di Firenze (colui che insidertrend.it definì come il possibile individuo «molto vicino agli ambienti giudiziari fiorentini») e, secondo quanto riferito dal fratello interpellato nell’indagine giornalistica, potrebbe aver avuto rapporti di amicizia con il giudice Pier Luigi Vigna.

https://www.insidertrend.it/2021/08/15/altro/misteri-italiani-mostro-di-firenze-duplice-omicidio-del-1968-si-riaccendono-i-riflettori-e-il-solito-minestrone-mediatico-estivo-linizio-della-divulgazione-di-verita-finora-s/

https://www.insidertrend.it/2021/07/05/criminalita/misteri-italiani-mostro-di-firenze-3-il-dossier-dei-carabinieri-mai-divulgato/

A288 – MISTERI ITALIANI, IL MOSTRO DI FIRENZE: UNA PISTA MAI BATTUTA. Le controverse sentenze di condanna di Pacciani e dei suoi «compagni di merende», ancorché discutibili, lasciano tuttavia scoperti gli ultimi tre duplici omicidi dell’assassino seriale che insanguinò la cintura fiorentina fino al 1985.
Ma una traccia in particolare, qualora fosse stata adeguatamente seguita, avrebbe forse potuto condurre alla quarta pistola Beretta rubata in un armeria tanti anni fa. Quella usata dal mostro per compiere i suoi delitti, la famigerata Beretta calibro 22 Long Rifle che sparò cartucce Winchester serie H,  contenute in due scatole da cinquanta colpi, anch’esse rubate. Una pistola che ha lasciato un marchio inconfondibile sui proiettili, un segno sull’ogiva che è stata la firma dell’assassino seriale. Un libro che ha esplorato questa ipotesi, scritto da un giornalista e documentarista attento e meticoloso, Paolo Cochi, ha analizzato dettagliatamente tutta la vicenda del mostro di Firenze giungendo ad alcune sensazionali conclusioni. Un libro che ha esplorato questa ipotesi, scritto da un giornalista e documentarista attento e meticoloso, Paolo Cochi, ha analizzato dettagliatamente tutta la vicenda del mostro di Firenze giungendo ad alcune sensazionali conclusioni. Il titolo dell’opera è “Mostro di Firenze al di là di ogni ragionevole dubbio”, edita per i tipi di Runa Editrice e prefata dalla dottoressa Roberta Bruzzone. Ma questo libro è stato ritirato dal commercio per ordine del Tribunale di Venezia con motivazioni che apparentemente nulla hanno a che fare con la vicenda giudiziaria fiorentina, motivazioni da molti ritenute pretestuose. Perché? Era un libro che dava fastidio a qualcuno?
Ne abbiamo parlato con MARCO BELTRANDI, già parlamentare del Partito Radicale e attuale membro della segreteria della formazione politica che fu di marco pannella. Beltrandi ha lavorato al caso assieme all’autore del libro e quindi è a conoscenza di tutti i particolari di quella ricostruzione, inclusa quella relativa alla presunta, ma a questo punto attendibile, figura del mostro. (23 dicembre 2020).
 
A348 – MISTERI ITALIANI, IL MOSTRO DI FIRENZE: IL DOSSIER DEI CARABINIERI MAI DIVULGATO. Perché uno dei sospettati non venne incluso nell’elenco redatto nel 1984 dalla «Squadra anti-mostro»?
Si tratta di un aspetto importante della vicenda relativa al killer seriale che insanguinò per molti anni con i suoi delitti la cintura fiorentina, un aspetto che non venne mai adeguatamente approfondita da chi avrebbe dovuto farlo. A insidertrend.it l’argomento è stato approfondito da PAOLO COCHI, giornalista e documentarista autore del volume “Mostro di Firenze al di là di ogni ragionevole dubbio”, accurato saggio edito per i tipi di Runa Editrice, che è stato inoltre consulente dell’avvocato di parte civile della famiglia De Nuccio (4 luglio 2021). Nel 1984 i militari dall’Arma che operavano sul territorio della provincia fiorentina in una loro informativa indicarono il nome di una persona potenzialmente coinvolta nei delitti del mostro di Firenze, una persona che, però, non venne inclusa nell’elenco dei sospettati redatto in seguito dalla cosiddetta Squadra anti-mostro.
Nel suo lavoro Cochi riporta integralmente le concordanti testimonianze rese dalle persone che consentirono la realizzazione dell’identikit del cosiddetto «uomo del Mugello», cioè dell’individuo alto, robusto dal viso roseo tondo e dai capelli di colore biondo rossicci, che avrebbe frequentato i luoghi dove si trovava una delle vittime del mostro, Pia Rontini, assassinata in seguito assieme al suo fidanzato Claudio Stefanacci in località Boschetta di Dicomano. La genesi della pista del Mugello viene dunque ricondotta all’informativa dei Carabinieri risalente al 1984, dal quale l’autore – assieme all’avvocato Mazzeo, che ha patrocinato gli interessi della sorella di una delle vittime, la signora De Nuccio, costituitasi a suo tempo come parte civile – ha preso le mosse per approfondire l’ipotesi attraverso tutta una serie di ricerche, a un certo punto rese però impossibili da una contestata e controversa decisione della magistratura fiorentina, attualmente oggetto di alcune interrogazioni parlamentari.
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