LAVORO, morti bianche. Bologna, l’incidente alla Toyota Material Handling di Bargellino

L’esplosione di un compressore ha provocato il crollo di uno dei muri del capannone, che è rovinato sugli operai che si trovavano al lavoro. Ironia della sorte, nella giornata seguente era stato indetto uno sciopero proprio per manifestare contro la scarsa sicurezza in fabbrica, causa di altre situazioni critiche, laddove i sindacati avevano già ravvisato e denunciato una serie di carenze dell’azienda riguardo al rispetto delle procedure previste in materia. La dura denuncia dei sindacati: «Mentre la politica è impegnata in altro, una priorità come la sicurezza sul lavoro viene tralasciata e nella manovra di bilancio non viene previsto un euro in più, né ispettori per aumentare la prevenzione, formazione e lotta all’illegalità nelle aziende italiane. La politica non si può limitare al cordoglio, perché disporrebbe di tutti gli strumenti per fermare questo disastro: l’obiettivo deve essere zero morti sul lavoro»

Il gravissimo incidente avvenuto poco prima delle sei del pomeriggio di due giorni fa nello stabilimento Toyota Material Handling di Bargellino di Bologna ha provocato la morte di due lavoratori e il ferimento di numerosi altri, alcuni ricoverati in gravi condizioni all’ospedale. Nell’azienda del gruppo industriale giapponese che nel Bolognese produce carrelli elevatori, sono attualmente impiegate ottocentocinquanta persone e, al momento dell’incidente, i lavoratori in turno di servizio erano trecento.

L’INCIDENTE ALLA TOYOTA DI BARGELLINO

L’esplosione di un compressore ha provocato il crollo di uno dei muri del capannone, che è rovinato sugli operai che si trovavano al lavoro. Ironia della sorte, nella giornata seguente era stato indetto uno sciopero proprio per manifestare contro la scarsa sicurezza in fabbrica, causa di altre situazioni critiche, laddove i sindacati avevano già ravvisato e denunciato una serie di carenze dell’azienda riguardo al rispetto delle procedure previste in materia.

PROFITTI E SICUREZZA: INCOMPATIBILI TRA LORO?

«Abbiamo esaurito le parole per condannare questa strage continua – ha in seguito dichiarato Ferdinando Uliano, segretario generale della Fim Cisl -, non passa giorno che la cronaca, come se fossimo in guerra, ci parla di morti e feriti sul lavoro. Una situazione vergonosa che un paese civile come l’Italia non può tollerare. In questo caso poi con l’aggravante che il sindacato aveva segnalato carenze in termini di sicurezza. Non è stata una fatalità, bensì una situazione generale di scarsa attenzione alla sicurezza di chi lavora. Non è tollerabile che si anteponga il profitto alla sicurezza».

ENNESIMA STRAGE IN UN LUOGO DI LAVORO

«L’ennesima strage in un luogo di lavoro rappresenta una tragedia inaccettabile per un paese civile – ha sottolineato Rocco Palombella, segretario generale della Uilm -, come ha detto il Presidente della Repubblica Mattarella, ormai abbiamo finito le parole per descrivere una situazione tragica, uno stillicidio quotidiano, un bollettino da guerra da aggiornare costantemente. Ora vogliamo che sia fatta piena luce su quanto accaduto nello stabilimento bolognese della Toyota Material Handling. Ci stringiamo alle famiglie dei due lavoratori che sono stati strappati via dai loro cari e degli altri undici che sono rimasti feriti».

UNA PRE-CONDIZIONE NECESSARIA

«Basta morti sul lavoro – prosegue il segretario della Uilm -, la sicurezza deve essere la pre-condizione in ogni luogo di lavoro. Per questo domani il settore metalmeccanico di Bologna si fermerà per tutta la giornata, non solo per ricordare le vittime, ma per denunciare una situazione insostenibile. Mentre la politica è impegnata in altro, una priorità come la sicurezza sul lavoro viene tralasciata e nella manovra di bilancio non viene previsto un euro in più, né ispettori per aumentare la prevenzione, formazione e lotta all’illegalità nelle aziende italiane. La politica non si può limitare al cordoglio, perché disporrebbe di tutti gli strumenti per fermare questo disastro: l’obiettivo deve essere zero morti sul lavoro».

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