CINEMA, esposizioni. Ciak! Cuba a Treviso: i manifesti della Collezione Bardellotto

La mostra allestita presso il Museo Nazionale Collezione Salce sarà visitabile da parte del pubblico fino al 31 marzo 2025. A seguito della Rivoluzione castrista e alla successiva costituzione dell’Instituto Cubano del Arte e Industria Cinematográficos, all’Avana si ritenne di fare un nuovo cinema che si smarcasse da tutti i punti di vista dallo schema commerciale hollywoodiano. Si decise così che anche le locandine dovessero venire ripensate, evitando i canoni affermati dei manifesti cinematografici tradizionali, quali i grandi volti delle star, le scene madri e gli slogan suggestivi). I nuovi «carteles» (prodotti in tecnica serigrafica nella dimensione 51 x 76 cm) vennero così liberati della loro funzione pubblicitaria e lasciarono ai disegnatori grafici piena libertà interpretativa del film, contribuendo a una vera propria rivoluzione visuale e concettuale del pubblico delle sale cinematografiche; «El cartel de cine» sarebbe divenuto a tutti gli effetti un’opera d’arte esposta nelle strade

Al Museo Nazionale Collezione Salce va in scena Ciak! Cuba: il cinema nei manifesti cubani dalla Collezione Bardellotto. Fino al 31 marzo 2025 sarà dunque visitabile dal pubblico l’esposizione realizzata in collaborazione con la Camera di Commercio di Treviso-Belluno che celebra i manifesti cinematografici cubani, recentemente insigniti del prestigioso riconoscimento Memory of the World dall’Unesco, tutti materiali provenienti dalla citata collezione.

CINEMA E RIVOLUZIONE

Dal 1959, dunque poco dopo la rivoluzione castrista, prese vita l’ICAIC, Instituto Cubano del Arte e Industria Cinematográficos, ente che trasformò il cinema in uno strumento fondamentale per esprimere e promuovere la nuova identità culturale e politica cubana. E i cubani, noti per la loro passione per il grande schermo, videro svilupparsi una vivace produzione locale, che venne affiancata dai migliori film provenienti dal resto del mondo, opere che gradualmente rimpiazzarono le pellicole nordamericane. Accanto a questa istituzione, prese forma anche il cartel de cine, che venne affidato a grafici dell’isola, molti dei quali erano degli autodidatti. Ma, malgrado le sfide economiche, questi artisti espressero una creatività straordinaria, guadagnandosi riconoscimenti internazionali. Nomi come Eduardo Muñoz Bachs, Rafael Morante, Antonio Reboiro, René Azcuy, Antonio Pérez González (Ñiko) e Alfredo Rostgaard hanno realizzato a opere uniche, tutte realizzate a mano e stampate in serigrafia allo scopo di sostenere il panorama cinematografico dell’isola.

CARTELAS DE CUBA

In particolare, si ritenne di creare un nuovo cinema che si smarcasse da tutti i punti di vista dallo schema commerciale hollywoodiano. Si decise così che anche le locandine dei film dovessero essere ripensate, evitando i canoni affermati dei manifesti cinematografici tradizionali, quali i grandi volti delle star, le scene madri e gli slogan suggestivi). I nuovi «carteles» (prodotti in tecnica serigrafica nella dimensione 51 x 76 cm) vennero così liberati della loro funzione pubblicitaria e lasciarono ai disegnatori grafici piena libertà interpretativa del film, contribuendo a una vera propria rivoluzione visuale e concettuale del pubblico delle sale cinematografiche El cartel de cine diventerà quindi a tutti gli effetti un’opera d’arte esposta nelle strade. I carteles sono un fenomeno grafico unico che perdura ancora oggi a Cuba, qualcosa di eccezionale qualità e creatività artistica, punto di incrocio di stili e forme espressive diverse, isola felice di libertà in un paese dove ogni forma di comunicazione visiva è posta sotto rigidi controlli.

L’ESPOSIZIONE TREVIGIANA

La mostra trevigiana si articola in due sedi, la prima a Santa Margherita, dedicata ai grandi maestri; la seconda a San Gaetano, dove vengono ripercorsi i legami tra la grafica cubana e quella italiana. Qui si dà la possibilità di confrontare manifesti cubani e italiani per gli stessi film, un’occasione per scoprire affinità e differenze culturali. A San Gaetano si documenta l’evoluzione della grafica con l’introduzione del computer. Cinque giovani grafici cubani, affiancati dal grande cartellonista italiano Renato Casaro, presentano nuove interpretazioni per il film “Signore e Signori” di Pietro Germi, vincitore della Palma d’Oro a Cannes nel 1966. Con oltre trecento manifesti e bozzetti originali, molti dei quali unici, questa mostra ripercorre una delle stagioni più affascinanti della grafica del Novecento.

COMUNICAZIONE VISIVA E IDEALE

Durante questi anni, la comunicazione visiva ha giocato un ruolo cruciale nel rafforzare l’adesione all’ideale rivoluzionario, trasmettendo messaggi di positività anche in tempi difficili. La carenza di risorse disponibili a Cuba dopo la Rivoluzione stimolò una creatività capace di assimilare e reinterpretare spunti dall’America e dall’Europa. Le opere esposte dimostrano la varietà, i colori e la forza che caratterizzarono il laboratorio cubano della grafica. Questa mostra è dunque un’opportunità unica per immergersi in un’epoca di comunicazione visiva efficace, rivelando la libertà espressiva dei grafici cubani. I visitatori potranno apprezzare come il Cartel Cubano vada oltre la mera promozione, poiché raccontò l’Idea e l’Ideale di un Paese mediante un linguaggio creativo ricco e variegato.

INFO

Museo nazionale Collezione Salce, Santa Margherita, Via Reggimento Italia Libera e Museo nazionale Collezione Salce, Treviso San Gaetano, Via Carlo Alberto n.31: aperto al pubblico dal venerdì alla domenica dalle ore 10:00 alle ore 18:00, ultimo ingresso consentito alle ore 17:30; biglietti, prezzi: intero due sedi 10 euro; intero una sede 7 euro; agevolato 2 euro (giovani dai diciotto ai venticinque anni); ingresso gratuito per bambini e  ragazzi di età inferiore ai diciotto anni; ingresso gratuito la prima domenica del mese; i biglietti si possono acquistare online su https://www.museiitaliani.it/ (portale o app);

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