Yahya Sinwar, leader di Hamas e ricercato numero uno dopo il pogrom del 7 ottobre del 2023 è stato ucciso ieri a Rafah, città della striscia di Gaza al confine con l’Egitto. Il capo terrorista ha trovato la morte all’interno di un edificio, colpito dai proiettili dei militari dell’esercito israeliano impegnati nella bonifica di quel palazzo nel corso dei combattimenti nell’area urbanizzata. Inizialmente non hanno ritenuto fosse lui, ma in seguito il cadavere è stato identificato. Sinwar, che indossava un giubbotto antiproiettile, racava con sé una pistola e 40.000 shekel (moneta avente corso legale nello Stato di Israele).
L’ELIMINAZIONE DI YAHYA SINWAR
Stando al resoconto del contrammiraglio Daniel Hagari, portavoce delle Israel Defense Force (IDF), Sinwar prima di essere ucciso si spostava nelle gallerie della zona, forse nel tentativo di fuggire a nord, in zone per lui ritenute maggiormente sicure poiché meno pressate dalla morsa stretta dalle forze armate israeliane, che si avvicinavano a lui sempre di più. «Stava scappando di casa in casa – ha dichiarato al riguardo Hagari -, lo abbiamo identificato come terrorista, ci siamo avvicinati e lo abbiamo eliminato».
BRACCATO DA MESI
Hagari ha inoltre reso noto che le IDF, che hanno ricercato Sinwar per mesi, avevano rinvenuto tracce del suo DNA in un tunnel a poche centinaia di metri dal luogo in cui i miliziani di Hamas nello scorso mese di agosto avevano assassinato sei ostaggi. Adesso, le forze di sicurezza dello Stato ebraico si stanno concentrando sulle attività di ricerca di Muhammad Sinwar, fratello del leader di Hamas eliminato, oltreché di tutti i comandanti militari di Hamas rimasti ancora operativi.
APPELLO PUBBLICO DI NETANYAHU
Intervenendo pubblicamente esprimendosi in lingua inglese, il promo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, oltre a definire l’uccisione del leader di Hamas come «l’inizio della fine della guerra a Gaza», ha inviato un chiaro messaggio ai palestinesi: «Per la gente di Gaza ho un messaggio semplice: questa guerra potrà finire domani; potrà finire se Hamas deporrà le armi e libererà i nostri ostaggi. Israele garantirà la sicurezza di tutti coloro che restituiranno i nostri ostaggi», e qui è seguito l’ammonimento: «Se qualcuno farà loro del male Israele vi darà la caccia e vi porterà di fronte alla Giustizia».
UNA PAROLA PER TEHERAN
Rivolgendosi quindi alle opinioni pubbliche del Medio Oriente, Netanyahu ha infine dichiarato che «l’asse del terrore costruito dall’Iran sta crollando davanti ai nostri occhi» e che «anche il regno del terrore che il regime di Teheran ha imposto al suo stesso popolo e ai popoli dell’Iraq, della Siria, del Libano e dello Yemen finirà».