LIBANO, attacco israeliano. Unifil: Linea Blu oppure rampa di lancio per Hezbollah?

L’autore dell’articolo sottolinea come la demarcazione definita dalle Nazioni Unite, la cosiddetta «Linea Blu», non sia un «confine», ma piuttosto una linea dietro la quale si devono ritirare le forze armate di Israele per prevenire ulteriori conflitti. Egli fa inoltre notare che il termine «Zona Blu» non è quello comunemente usato in Libano per indicare tale demarcazione, poiché questa viene più spesso chiamata «Linea Blu», oppure «la linea di ritiro» di Israele dal Libano, un aspetto che ha alimentato la disputa tra Beirut, Gerusalemme ed Hezbollah

a cura di Ciro Maddaloni, esperto di e-Government internazionale, articolo pubblicato il 12 ottobre 2024 dal “Giornale Diplomatico”, https://www.giornalediplomatico.it/libano-israele-linea-blu-o-zona-blu-ad-uso-di-hezbollah.htmA volte una parola può fare un’enorme differenza nell’interpretazione dei doveri e degli obblighi che devono essere rispettati in determinate circostanze. Nel 2000 in Libano le Nazioni Unite decisero di creare la cosiddetta «Zona Blu», che copriva il confine tra il Paese dei cedri e Israele, estendendosi fino alle Alture del Golan. Essa costituisce una “linea di demarcazione” tra Libano e Israele che avrebbe dovuto contribuire a determinare il completo ritiro dello Stato ebraico dal Libano.

ZONA BLU E LINEA BLU

La demarcazione definita dalle Nazioni Unite, la cosiddetta «Linea Blu», non è un “confine”, ma piuttosto una linea oltre la quale si devono ritirare le forze armate di Israele al fine di prevenire ulteriori conflitti tra i due Paesi, e Gerusalemme ha prontamente ritirato le sue unità militari oltre quella linea. È importante notare che il termine «Zona Blu» non è quello comunemente usato in Libano per indicare la demarcazione, poiché questa viene più spesso chiamata «Linea Blu», oppure «la linea di ritiro» per Israele dal Libano. Un aspetto che ha creato l’eterna disputa tra Libano, Israele ed Hezbollah.

UNIFIL E LA ZONA CUSCINETTO

Infatti, per Israele si tratta di una “zona” (cioè di un’area di sicurezza) presidiata dai caschi blu della United Nations Interim Force in Lebanon (Unifil), che avrebbero dovuto garantire la neutralità in quella zona cuscinetto allo scopo di proteggere Israele del nord da azioni ostili da parte di Hezbollah. Ma quest’ultimo, invece, ha operato da quell’area per colpire con il continuo lancio di missili verso le zone abitate del nord dello Stato ebraico, provocando la fuga di 120.000 profughi in aree maggiormente sicure del Paese. Quello che è veramente grave è che i miliziani di Hezbollah siano riusciti a scavare tunnel e nascondere missili sotto le basi dell’Onu e di Unifil in particolare, come è stato puntualmente documentato dalle Israel Defense Force (Idf) una volta entrate in Libano oltrepassando la Linea Blu, sia a zona ovest (dove è concentrata la presenza dei caschi blu) che a est (verso la Siria).

LE GALLERIE E I MISSILI DI HEZBOLLAH

Sono numerosi, infatti, le gallerie di Hezbollah a ridosso di quella linea, dunque è presumibile che i militari dei contingenti dell’Onu si siano accorti di cosa stava accadendo ma abbiano taciuto, forse per dirette istruzioni ricevute dal Comando delle Nazioni Unite. Il condizionale è d’obbligo, in quanto le fonti sono reticenti e interpretabili a seconda dell’orientamento di chi le legge. Sta di fatto che l’interrogativo permane egualmente: come hanno fatto i miliziani sciiti filoiraniani a scavare delle gallerie sotto il naso dell’Unifil? Possibile che siano sempre riusciti a lanciare i missili contro Israele da quell’area sotto il controllo dei caschi blu? Evidentemente qualcosa non è andato per il verso giusto nell’organizzazione e nelle operazioni di Unifil, che prese avvio il 19 marzo 1978, dunque ben quarantasei anni fa.

QUASI MEZZO SECOLO DI PRESENZA DEI CASCHI BLU

Se Hezbollah ha potuto continuare a lanciare missili dal confine (Linea Blu) e scavare tunnel nell’area in cui sono presenti i militari di Unifil, vuol dire che questi hanno fallito clamorosamente nell’esperire il mandato loro conferitogli, cioè controllare il territorio di competenza (il Libano meridionale, dal fiume Litani alla Linea Blu) e garantire la neutralità della Blue Zone, zona di demarcazione di sicurezza tra libano e Israele, che, al contrario, è divenuta area di operazioni dalla quale Hezbollah ha scatenato le sue offensive contro Israele. I miliziani sciiti libanesi del Partito di Dio sono stati molto abili nell’utilizzare l’Unifil quale scudo al quale nascondersi per colpire lo Stato ebraico. Per questa ragione Gerusalemme ha inoltrato a Unifil la richiesta di ritirarsi e porsi in sicurezza al fine di poter attaccare le installazioni di Hezbollah nella zona.

L’ONU NON PRENDE ORDINI DA ISRAELE

Il Governo italiano, che impiega in Libano un contingente di 1.076 militari, ha risposto duramente alla richiesta di Israele, precisando che il contingente dell’Onu «non prende ordini da Israele». Tuttavia, la realtà è purtroppo spesso molto più complessa di come viene percepita e rappresentata dagli osservatori occasionali. Hezbollah da molti anni continua a martoriare Israele con il lancio di missili e la sola cosa che gli israeliani possono fare è tentare di eradicare le milizie sciite filoiraniane dal Libano, dato che la missione Unifil non è riuscita a garantire la sicurezza di quell’area.

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